Sergio Spina era figlio di contadini, il su’ babbo, Nedo, era un uomo alto e robusto, con un grosso asino grigio e un basco sempre in testa, la su’ mamma, alla quale Sergio somigliava, era una di quelle donne con la pelle cotta dal sole, che sembrano fragili ma sono forti e affilate come una falce. Gente contadina che si era guadagnata il benessere con dura fatica.
Ma Sergio non era fatto per vigne e zappa: se frugate tra le foto della memoria che custodisce Antonio Mattera, scoverete un bimbo gracile e seriamente felice, sempre in mare, sempre con una barchetta o vicino a una barca. Sono le foto di un destino, scelto e segnato.
Sergio Spina quelle barche, quei guzzi e quei motoscafi filanti, quelle barche a vela dei suoi sogni che carezzava con gli occhi da bimbo, le avrebbe progettate, costruite, trasformate in moderno futuro, in prototipi da gara, in vascelli per campioni.
Sergio non era come noi: lui sognava numeri e ellissi, il mondo era curvature e matematica, flussi e vento. Era un costruttore e un ricostruttore.
Ma Sergio era anche come noi: era un marinese. E ci fustigava con le sue frasi celebri e irripetibili sotto le quali celava un amore fisico e dell’anima per quegli scogli, quel lungomare e quella torre, quella casa arrampicata sulle scale dove aveva il suo nido di gabbiano corso nel quale covava le uova del pensiero delle sue barche.
Sergio era, come spesso succede, un genio ben compreso nel mondo che per i marinesi restava in tipo strano, a volte collerico come una tramontanata, a volte, quando parlava delle sue barche, innamorato come gli innamorati, era il venticello che soffia e rinfresca quando il sole va giù nelle notti d’agosto. Saresti stato ore a sentirlo e lui stava ore a parlare.
Sergio Spina l’ho conosciuto tardi, lui anarco-liberista senza Partito, che l’unica tessera della sua vita che abbia mai avuto credo sia stata quella del Circolo della Vela di Marciana Marina, diffidava di uno di sinistra come me. E io non mi avvicinavo a un uomo che non si accostava e che viveva di altre cose rispetto alle mie. Ci siamo conosciuti quando a Sergio venne dato il compito di rivedere una proposta di Porto avanzata dall’allora Sindaco Giovanni Martini e, con nostra comune sorpresa, ci ritrovammo d’accordo quasi su tutto. La diffidenza basata su pregiudizi scomparve come l’aliba dopo una mareggiata e piano piano – come faceva lui – Sergio mi dette una qualche confidenza. Ci fermavamo raramente a parlare sotto le tamerici, in faccia al mare e al molo, davanti alla sua casa che restringe scali Mazzini e apre viale Margherita, una confidenza conquistata, centellinata, parsimoniosa, fino a che Sergio non mi portò a vedere i suoi sfolgoranti tesori di intelletto e maestria del suo studio affacciato sul vento salmastro e mi svelò qualche segreto della sua vita, inimmaginabile se guardavate quell’uomo minuto e scuro che a volte si scordava di cambiarsi i vestiti cotti dal mare perché aveva troppo da fare e da pensare.
Alla fine abbiamo fatto anche qualcosa insieme, qualche iniziativa e passeggiata. E’ stato come conquistarsi la fiducia di un ferone, di un grosso delfino curioso e scuro: difficile ma soddisfacente. E credo che lo stesso sia valso per Sergio.
Non è stata certo un’amicizia, ma una stima conquistata, come un approdo tranquillo, dopo una lunga navigazione tra le onde a bordo di una delle magnifiche barche di Sergio. A vista, senza strumenti, con qualche mira marina, alla marinese.
Sergio se n’è andato all’improvviso, forse come avrebbe voluto, e chissà quante barche da sogno, quanti calcoli di vento e di mare, si è portato dietro. Chissà che magnifica barca a vela ha costruito per Dio, per navigare tra le galassie della Via Lattea.
Sergio Spina era un marinese che conosceva come pochi la Marina, i marinesi e la loro storia e le loro storie di mare. E noi marinesi lo ricorderemo per le sue barche, per le sue creature, e per le sue sentenze senza appello su di noi.
E non è poco, anche per un essere geniale.
Umberto Mazzantini
Da “Sergio, uno di noi. Sergio Spina, la persona e il suo mestiere”
Circolo della Vela Marciana Marina 2022