Rileggendo in Elba d'Autore i racconti, gli scritti di saggisti e letterati dell’autorevolezza di Alberto Moravia, Pietro Pancrazi, Guelfo Civinini e Adriano Grande mi venne l’ispirazione di lavorare su un testo intorno a Bonaparte all’Elba. Volevo però scrivere qualcosa di originale... Così mi ero inventato un titolo Napoleone è partito. Pensavo che suggerire una scelta originale e insolita, iniziando il racconto dei dieci mesi elbani dell’imperatore non dall’arrivo, ma dalla partenza, avrebbe potuto attrarre lettori più curiosi e attenti alle cose elbane.
Bandiera personale di Napoleone Bonaparte imperatore all’isola d’Elba - Raccolta Nazionale dei Musei Nazionali di Parigi
Anche in questa seconda edizione ho scelto di inserire nuove immagini di quel periodo aumentando le nuove immagini rispetto alla prima edizione. Intanto la cosa più importante era stata aver rintracciato l’immagine della bandiera personale di Napoleone come ‘signore’ dell’Elba con tutta la sua simbologia, i colori, le Api e con piccole pietre preziose incastonate nel tessuto.
Francesco Napoleone, imperatore d ei due giorni ””, deceduto a ventidue anni a Vienna
Lo studio del periodo bonapartista permetteva la descrizione degli oltre trenta personaggi che avevano fatto parte della piccola corte o dell’amministrazione della cosa pubblica, così come ritenevo valido riportatore i cognomi e i nomi dei settantasei Elbani insigniti della Medaglia di Sant’Elena, elenco steso su volontà dello stesso imperatore nell’atto testamentario a Sant'Elena.
La Medaglia di sant’Elena, realizzata e distribuita da Napoleone III con Decreto Legislativo del 12 agosto 1857. NAPOLEON I EMPEREUR A SES COMPAGNONS DE GLOIRE, SA DER N IERE PENSEE, S.TE HELENE, 5 MAI 1821”
Molti di quei cognomi appartengono a persone e famiglie elbane che portano ancora oggi lo stesso cognome e che Napoleone aveva appellato “I coraggiosi di Toscana". Pensavo che qualcuno dei pronipoti leggendo il proprio cognome avrebbe potuto esserne orgoglioso, o perlomeno incuriosito.
Trovai collaborazione con Doriano Bernotti, amico fin da prima dei tempi universitari, che mi fornì la lettera dell'Onorificenza. Un altro discendente del ‘coraggioso’ di Toscana, Liborio Barsaglini mi ha scritto dalla lontana Australia, incuriosito e soddisfatto di aver ritrovato le sue eroiche radici
elbane!
Certo, era un lavoro emozionante. All’inizio mi ero in qualche modo immedesimato nella descrizione della notte della partenza, tratteggiando la grande emozione del popolo elbano assiepato nella Darsena di Portoferraio e in tutte le strade e palazzi dell’antica Cosmopoli per seguire la partenza di figli, padri, amici, gli Elbani della Piccola Armata.
Grazie ad alcune testimonianze scritte dai presenti all’evento, traspare che lo stesso imperatore fosse visibilmente e profondamente emozionato e dal racconto sembra si fosse ‘separato’ dall’Elba saltando sulla scialuppa che lo avrebbe traghetta to all’Incostant, l’ammiraglia della flotta in sua attesa in rada.
Cesare De Laugier, comandante generale dell’Armata Toscana alla battaglia di Curtatone
Certo l’ isola ha avuto sicuramente un’influenza salutare sul Nostro; quando i suoi generali lo incontrarono a Parigi un anno dopo esclamarono “pare sia tornato da una vacanza".
Ricordo che l’imperatore arrivato all’Elba era stanco ed emaciato con alle spalle due tentativi di suicidio e l’essere scampato, travestito da soldato austriaco, agli attentati alla sua vita durante nel percorso da Parigi all’Italia, verso l’Elba.
In Elba d’Autore ero rimasto ispirato dal racconto ‘Una notte all'Elba’, scritto dall’inviato di un settimanale della capitale, il giornalista Pincherle, in arte Alberto Moravia, in cui descriveva un a notte sofferta in cui Napoleone, in sogno gli raccontava che avrebbe desiderato divenire uno
scrittore e occuparsi di Letteratura piuttosto che un uomo d’armi e un imperatore.
Appariva su quella traccia narrativa riportare l'elenco e i titoli dei libri che Bonaparte aveva con sé in un capitoletto a parte che molto fa comprendere della reale personalità del Nostro; volumi di varia natura e di generi sorprendenti della sua Biblioteca personale che lasciò in dono alla città di
Portoferraio e che entrarono a far parte in primis in quella che sarebbe diventata la Biblioteca Foresiana.
Poco ricordata nella storiografia su Bonaparte era infine la ricerca che fece svolgere dal Drouot sull' ipotetico progetto siderurgico nell’isola, disegno che settantacinque anni dopo fu ripreso e realizzato sulla base delle sue intuizioni. Aggiungo un'ultima nota storiografica per lo più sfuggita e
cioè che la famosa e ambitissima 'Legion d'Onore’, massima onorificenza culturale e scientifica di Francia, fu istituita sui proventi delle Miniere del ferro dell'isola d’Elba, almeno per il periodo francese iniziato fin dal 1802 quando l’Elba entrò a far parte del Distretto del Mediterraneo e della
Diocesi di Ajaccio quindi un’Elba ‘francese’ con norme amministrative, legislative ed educative ben prima dell’arrivo di N.
Infine non poteva mancare di tratteggiare la sua magnifica interpretazione , come un grande e consumato attore nei confronti del suo diretto controllore il colonnello Sir Neil Campbell e dell'innumerevole stuolo di spie che i vari governi avevano disseminato nell'isola e intorno ad essa per mare e per terra. Era interessante tratteggiare le figure delle sue donne, dedicando un capitoletto a Ses Femmes, con immagini originali, cercando di aggiungere un tocco di originalità al lavoro.
Napoleone riuscì perfettamente a far credere di essersi rappacificato col mondo, nascondendo il suo vero intento. Per questo a veva fatto arrivare Maman e la sorella Paolina, dando così a intender e che l’imperatore si stava trasformando nel ‘signor’ Napoleone, sereno padrone di una ancor più tranquilla isoletta di sua esclusiva proprietà, distante dai campi di battaglia e lontano dai festosi balli e intrighi delle corti europee che si svolgevano a Vienna durante il famoso Trattato in cui l’austriaco Metternich diceva che l’Italia era solo un’espressione geografica.
In quella magistrale interpretazione Napoleone amava trascorrere alcune domeniche da Maman Letizia, in via Ferrandini dopo aver pranzato con le buone lasagne ‘cucinate alla toscana’; giocando a carte di soldi e barando entrambi, come hanno raccontato i suoi biografi più intimi.
Ma la notizia finale, tanto ironica quanto significativa , accadde la notte della partenza quando l’Incostante camuffato da nave da trasporto commerciale col vessillo elbano, incrociò un vascello francese il cui capitano chiese notizie sull’imperatore e, pare, che lo stesso col megafono rispondesse che “l’imperatore gode di ottima salute" Era vero? Era falso? Non si sa per certo, mentre di quel periodo dei dieci mesi elbani, grazie alla sua presenza il ‘Grand Tour’ allargò il suo raggio di visite dalle già rinomate città della Toscana fino alla nuova avventura di un viaggio per mare da Livorno all’isola dell’Elba, per vedere il ‘grande caduto'.
Per concludere, la nuova edizione è composta da tre parti o capitoli e da undici sottotitoli o paragrafi, così distribuiti:
GLI ELBANI: la partenza elbani napoleonici la medaglia di Sant’Elena
UBICUMQUE FELIX NAPOLEON: le dimore l’esercito il governo dell’isola l’ultimo progetto
IL SIGNOR NAPOLEONE: l’imperatore ses femmes la sua biblioteca patrioti intrighi, spie e poliziotti.
Augurando buona lettura agli amici Elbani, al tempo “I coraggiosi di Toscana” e ai molti affezionati visitatori, mi pregio di far vedere, oltre alla bandiera personale di Napoleone all’Elba, anche il volto del generale Cesare de Laugier, tanto nominato quanto poco conosciuto e ancor meno ‘visto’ in
effigie. Anche il fig lio di Napoleone, l’ Aiglon , Francesc o Bonaparte, meritava di essere rappresentato, ricordando brevemente che morì giovanissimo, ventunenne a Vienna il 22 luglio 1832.
Alessandro Canestrelli