Si può vivere la fede in modo sbagliato, cioè come mezzo per l'affermazione di sé. Non è difficile perché è forte la nostra mania di protagonismo. Gesù richiama l'esigenza di sincerità con se stessi e con gli altri. Imparare a non ingannarsi e a non ingannare il prossimo è arte difficile e lunga, perché il principale ostacolo è dentro di noi. Si tratta del falso io che tende a determinare la nostra esistenza fondandola sulla ricerca esclusiva dell'avere, del possesso e dell'apparire (le tre tentazioni di sempre e di ognuno). C'è modo per sopraffare la forza del falso io: mettersi dalla parte dei miseri, degli esclusi. In questo modo essi ci “salvano”, facendoci vedere la vita da un altro (l'Altro!) punto di vista.
Nel servizio ai poveri (che, in realtà è servizio che loro rendono a noi!) sono presenti altre insidie, come suggerisce il vangelo odierno. Per esempio, servire non per amore del Signore ma per secondi fini, come per la propria affermazione. Addirittura la strumentalizzazione dei poveri scelti per sé e non per loro stessi. Come ammoniva un profeta dei nostri tempi: “fa' strada ai poveri senza farti strada” (don Milani).
Questo aspetto tocca tutti. Donare senza contraccambio vuol dire stare nell'amore gratuito proprio di Dio, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, che è Padre di tutti. Amare come il Cristo è non attribuire altri scopi alla propria generosità che l'amore stesso. “Motivare l'amore non è amare, avere una ragione per donare non è dono puro, avere una motivazione per pregare non è preghiera” (G. Vannucci).
Chiaramente crescere nella gratuità non è facile. Un mio amico spirituale, abate benedettino, al termine della sua vita mi fece capire che dire “ti voglio bene” richiede grande coscienza della propria inadeguatezza. Nella sua esperienza di Dio Amore-Dono totale, aveva maturato la consapevolezza che volere il bene dell'altro vuol dire donare e donarsi totalmente e gratuitamente. Vuol dire rinunciare a se stesso, perdersi nella corrente degli amanti che amano immotivatamente.
Una cultura (civiltà) nuova è qui che potrebbe trovare linfa. Questi sono discorsi meno lontano dalla realtà di quanto possa apparire. In questo senso, invito a osservare le tante (tantissime) esperienze di gratuità presenti ovunque, forse anche alla porta accanto. E magari si scopre il valore del dono e della gratuità nella stessa economia (realtà superconcreta!), come indica la ricerca di alcuni scienziati come l'italiano Luigino Bruni.
(28 agosto 2022 – XXII Domenica Tempo Ordinario)
PS - “Chi non vive la gratuità fraterna fa della propria esistenza un commercio affannoso, sempre misurando quello che dà e quello che riceve in cambio. Dio, invece, dà gratis (...) Abbiamo ricevuto la vita gratis, non abbiamo pagato per essa. Dunque tutti possiamo dare senza aspettare qualcosa, fare il bene senza pretendere altrettanto dalla persona che aiutiamo. È quello che Gesù diceva ai suoi discepoli: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8)” [Francesco, Fratelli tutti, n. 140].
Nunzio Marotti
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