Una bella esperienza di spiritualità e di riflessione è stata vissuta la sera del 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco, dai partecipanti all’iniziativa “Contemplando il tramonto dalla Villa Romana delle Grotte”: sulla bellezza e la fragilità del Creato – o della Natura che dir si voglia – sulla necessità di salvare dalla distruzione insensata questa nostra Terra e di intessere legami di solidarietà, fratellanza, amore tra tutte le creature. Letture, testimonianze, musica e canti si sono alternati sullo sfondo di un paesaggio di commovente bellezza, valorizzato dalla luce del sole al tramonto.
In uno scenario simile ancora più dissonante e inconcepibile appariva la triste attualità, con una guerra alle porte che non si placa e anzi minaccia l’uso di armi nucleari, migranti in fuga dai conflitti, dalle persecuzioni, dalle dittature, dalla fame e dalla sete, che vengono respinti anziché accolti, un’ingiustizia sociale dilagante, un Pianeta sconvolto dai cambiamenti climatici conseguenza dell’inquinamento, dell’incuria, dell’ingordigia umana.
Francesco, il poverello di Assisi, che nel suo cantico loda “frate sole, sora luna e le stelle, frate vento, sor’aqua, frate focu, sora nostra matre terra, quelli ke perdonano per lo tuo amore” e persino “sora nostra morte corporale” possa ispirare a ciascun essere vivente che si ritiene umano non soltanto lo stupore di esserci, qui e ora, ma il rispetto verso tutte le creature, a cominciare dai suoi simili, e quel rinnovamento interiore, quella rivoluzione dello spirito che possa costituire la premessa di un mondo un po’ meno ingiusto e conflittuale.
Maria Gisella Catuogno