L'incontro con Cristo apre a una nuova comprensione dell'esistenza. Il vangelo racconta di Zaccheo, esattore delle tasse per conto degli oppressori Romani, uomo ricco e non amato dal popolo. La sua vita è basata sulla convinzione di dover possedere e accumulare per essere tranquillo e sicuro. Qualche volta avrà pensato che, alla morte, non avrebbe portato niente con sé. Era un pensiero che forse rimuoveva subito, continuando a trascorrere le giornate con le stesse convinzioni.
Un giorno, incuriosito da Gesù, considerato da molti un maestro, decide di andare a vederlo lungo la strada. Per vederci più chiaramente deve salire su un albero. Gesù alza lo sguardo e lo vede, gli dice di scendere subito e che si fermerà a casa sua. La comprensione della realtà richiede che abbandoniamo tutti i piedistalli che costruiamo-accettiamo per essere al di sopra degli altri (più bravi, più ricchi, più eruditi, più furbi, più forti, più...). Dall'alto delle costruzioni umane la realtà non si scorge bene. Occorre stare al piano degli esseri umani, della comune dignità, per riuscire a vedere con occhi e mente più aderenti alla realtà. Scendere per incontrare gli altri alla pari e incontrare se stessi. L'invito a scendere è un atto di amore che ha come intenzione di restituire la stima in se stesso, di riscoprire la propria umanità e comunanza al destino degli altri. Umanità rimanda ad umiltà, alla consapevolezza della propria condizione: limite e mortalità ma anche apertura all'infinito e all'eterno. Il Cristo, insieme ai sapienti della storia, indica che l'uomo è più di ciò che è passeggero. Indica che queste realtà penultime acquistano il loro vero significato alla luce delle realtà ultime. Per cui i beni e gli affetti sono importanti e autentici se vissuti nell'orizzonte del bene comune, all'interno del quale ogni uomo trova ammissione in virtù del suo essere nato, indipendentemente dalle diversità biologiche, sociali o culturali.
In Zaccheo, l'incontro con Gesù, e con la sapienza di cui è portatore, opera una trasformazione gioiosa che si traduce nella volontà di condividere i beni con chi ne è privo e di restituire quanto illecitamente acquisito. Queste realtà visibili indicano il cambiamento interiore.
L'essere umano è chiamato a rendere trasparente il suo sguardo sulla realtà della vita, per comprenderne il valore e la semplicità. Non è un percorso facile. Però è possibile come testimoniano quelle persone che con la loro esistenza stimolano aperture alla speranza, alla gioia di vivere, a considerarsi utili-importanti tessere di un mosaico di convivialità delle differenze (Tonino Bello). Queste presenze, per lo più silenziose ma, se necessario, capaci anche di eclatanti gesti profetici, esprimono qualcosa di Dio, di quel fuoco d'amore, diventando essi stessi amore.
(30 ottobre 2022 – XXXI Domenica Tempo Ordinario)
PS – Nel secolo scorso, un turista americano fece visita al famoso rabbino polacco Hofetz Chaim. Rimase stupito nel vedere che la casa del rabbino era solo una semplice stanza piena di libri. Gli unici mobili erano un tavolo e una panca. “Rabbì, dove sono i tuoi mobili?”, chiese il turista. “E i suoi dove sono?”, replicò Hofetz. “I miei? Ma io sono in visita. Sono solo di passaggio”, disse l'americano. “Anch'io”, disse il rabbino. (A. De Mello).
Nunzio Marotti
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