"Mugello terra mia" - Dopo Firenze e Scarperia, anche a Portoferraio, per l’Università del Tempo Libero, giovedì 10 novembre, alle ore 16, presso la Gattaia, si terrà la presentazione dell’ultimo libro di Alvaro Claudi.
Quella che segue è l’Introduzione al testo.
Il bel lavoro di Alvaro Claudi Mugello terra mia è un affresco vasto, articolato e variopinto di quel territorio toscano: dal paesaggio alla storia, dai tesori artistici ai lasciti culturali, dai personaggi famosi ai singoli comuni, dall’analisi della società rurale con le attività lavorative in campagna all’economia della montagna, dagli svaghi alla saggezza popolare declinata nei proverbi, nei detti, nelle filastrocche e ninne nanne, negli stornelli, nelle canzoni e nei canti, fino alla ghiotta tradizione gastronomica locale proposta attraverso trecento dettagliate ricette. Poi lo sguardo e l’abbraccio dello scrivente si concentrano sul suo paese, Scarperia, di cui, con affetto, sul filo della memoria e della nostalgia, si ricostruisce il tessuto sociale scarperiese, conosciuto e vissuto negli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e della prima giovinezza. E allora anche al lettore pare di vederli gli artigiani coltellinai chini all’opera, il bar La Posta, da cui la mattina presto si diffondeva il profumo delle briosce, dei pan di ramerino e dei bomboloni oppure l’Appalto che odorava di sigari e di tabacco.
Scarperia, nella ricostruzione di Alvaro, si mostra come una cittadina ben organizzata e vivace con le sue botteghe di generi alimentari, i laboratori artigianali e le ricamatrici, il forno, il cinema, la pensione e il ristorante, i caffè, i circoli ricreativi e il mercato del venerdì. Di quest’ultimo, deliziosa appare la descrizione dell’atteso appuntamento settimanale, con i contadini che giungono a vendere i loro prodotti, ma anche con il pesciaiolo Garibaldi, le sue aringhe affumicate, le salacche e il baccalà; con Arrigo il ciuccinaio che prepara per tempo croccanti, lecca lecca e duri di menta e con il Gallianino che vende pezze e scampoli di stoffa, possiede cassettiere con aghi e filo e gira per le campagne con il cavallo preceduto da un volpino che gli fa da apripista.
E naturalmente nell’opera non manca l’omaggio alla festa del Diotto – curioso termine di cui si ricostruisce l’etimologia – ossia della celebrazione della fondazione di Scarperia, con i giochi di gagliardia, il saluto alla voce, l’aggiudicazione del Palio e la sfilata dei figuranti.
L’ultima parte l’autore la dedica alla storia della sua famiglia e del suo personale vissuto, fino all’approdo – lui giovane uomo di terra toscana – in quell’Elba che per gli abitanti della regione è isola di vacanza, di riposo, a volte di sogno, dove non solo incontra la donna della sua vita, ma anche una comunità che lo sa apprezzare per la sua professionalità, umanità e simpatia, oltre che per la curiosità intellettuale che negli anni gli permette di passare con uguale disinvoltura dai fornelli, ai libri e alla scrittura.
Dunque il presente saggio oltre che essere prezioso per le proposte gastronomiche che contiene – tutte da rubare! – offre molto di più: è infatti il dono di un figlio alla sua terra.
Terra difficile, di montagna, ma bellissima, non soltanto per i pregi artistici, storici e culturali, ma anche per il carattere della sua gente – forte, fiera, ironica – che quei tesori, forse più di altri abitanti, ha saputo custodire e valorizzare.
Maria Gisella Catuogno