L'epoca delle guerre napoleoniche in Italia, pur sempre guerre di conquista, favorirono però non solo le 3 API ELBANE, nel primo esilio di Bonaparte, ma in precedenza anche il TRICOLORE ITALIANO.
La prima campagna d'Italia, che Napoleone conduce tra il 1796 e il 1799, sgretola l'antico sistema di Stati in cui era divisa la penisola. Al loro posto sorsero numerose repubbliche giacobine, di chiara impronta democratica: la Repubblica Ligure, la Repubblica Romana, la Repubblica Partenopea, la Repubblica Anconitana.
Il 7 gennaio del 1797 il Tricolore fu adottato,dai rappresentanti di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia ,della Garfagnana, di Massa e Carrara, che innalzarono il primo Tricolore, come bandiera della Repubblica cispadana.
Con la sconfitta di Napoleone, nel 1814, il Tricolore fu abolito.
Tuttavia, restò nella memoria degli italiani e più volte fu innalzato contro gli austriaci.
Nel 1848 fu adottato nel regno di Sardegna dai Savoia, che vi inserirono il loro scudo (una croce bianca in campo rosso): con l’unità d'Italia (1861) diventò la bandiera del Regno d’Italia.
In seguito alla proclamazione della Repubblica Italiana (1946), lo scudo dei Savoia fu tolto.
Il Tricolore accompagnò la guerra di liberazione e, scelto dai Costituenti come vessillo della Repubblica, costituisce il simbolo della Unità e Indivisibilità del Paese e di quel patrimonio di valori e principi comuni solennemente sanciti dalla nostra Carta costituzionale.
Fulvio Di Pietro