Alla relazione manoscritta di Vincenzo degli Alberti indirizzata al granduca di Toscana, è allegata, contrassegnata col numero 12, la “Memoria sopra l’Abbondanza di Portoferraio“.(foto di copertina).
La lettura di questa memoria è interessante perché entra nel dettaglio sull’amministrazione dell’Abbondanza portoferraiese.
In particolare approfondisce il prezzo della farina e quali farine vengono usate per la panizzazione, il tipo di pane prodotto, quali e quanti sono gli amministratori, le spese intrinseche cioè quelle sostenute per gli stipendi degli amministratori e delle maestranze, le spese estrinseche cioè quelle che sono state addossate all’Abbondanza, i “provisioneri dei grani“ personaggi importanti dell’azienda perché è da loro che dipende approvigionare la comunità di grano valutandone qualità e prezzo. Dalla qualità della farina la qualità del pane distinta in pane fino e pane di munizione. Dal prezzo della farina deriva la possibilità di maggiori o minori profitti da parte dell’abbondanza: una farina acquistata a prezzo più basso consente maggiori guadagni.
Infine fondi e capitali.
Così scrive Vincenzo degli Alberti:
Metodo dell’amministrazione
L’Abbondanza gode ella sola la privativa di vendere la farina et il pane e di comprare i grani. Quelli che raccolgono grano del distretto di Portoferraio, a riserva di quanto può servire per nutrimento delle sole loro famiglie, non possono darlo né in pagamento dei loro debiti ne venderlo nel paese se non all’Abbondanza che per regola costante lo paga lire una il sacco meno del prezzo al quale essa vende la farina. Per esempio se il prezzo della farina è di lire 16 il sacco di () 150, l’Abbondanza paga il grano ai particolari lire 15 il sacco.
Due sorte di farina si vendono in Portoferraio: farina da fine di grano di Pisa, e farina da basso di grano di Maremma o forestiero. Della prima si servono per il pane fine, e della seconda per il pane venale e di Munizione.
Il prezzo delle farine si stabilisce dal Magistrato dell’Abbondanza in proporzione del prezzo del grano e delle spese intrinseche et estrinseche alle quali deve l’abbondanza supplire e solo nei casi straordinari si facilita il prezzo con scapito dell’Abbondanza per vantaggio del popolo di Portoferraio come segue in questo anno nel quale vendono la farina del grano comprato in Livorno a lire 16 il sacco che costa all’Abbondanza lire 21.14 e vendono la farina del grano di Maremma a lire 15.10 quando all’Abbondanza costa lire 17.16. Fissato il prezzo delle farine si spiana il pane dal peso a proporzione di detto prezzo secondo la tariffa prescritta. L’Abbondanza supplisce a tutte le spese di compre, trasporti, custodia e macinatura di grani, di panizzazione e sono a suo carico tutti i ministri necessari per una tale azienda pagando ancora la pigione di molti stabili. Oltre a queste spese necessarie sono state alla medesima aggravate in diversi tempi molte spese annue comunitative et affatto estrinseche dalla predetta azienda. Sicchè tutte queste spese producono il necessario aomento di lire 3.10.9 per ogni sacca di grano condotto in Portoferraio al Ponte.
Il sopradetto aumento però non cade che sopra il grano che serve per farina e pane che si rende ai particolari mentre per il pane di munizione che si spiana per servizio del militare e alla ciurma non solo l’Abbondanza non vi ha il minimo profitto ma molte volte vi ha sofferto della perdita.
L’utile che l’Abbondanza adunque riporta da questa negoziazione depende intieramente dal comprare grani con vantaggio buoni,puliti e di peso e dalla esatta economia nell’amministrazione.
Le farine che dall’Abbondanza si vendono e si panizzano un anno per l’altro possono ora calcolarsi a sacca n° 10000 = compreso sacca 2700= per il pane di munizione sicchè da sole sacca n° 7300 = deve procurarsi il rimborso delle spese intrinseche et estrinseche et un discreto utile per l’Abbondanza.
Amministratori
Il magistrato che regola questa azienda è composto di tre anziani, uno per ciascheduna classe e di due abbondanzieri. I primi sono a turno e si mutano ogni sei mesi. I secondi sono eletti da S.A.R. et ogni tre anni devono essere confermati come tutti gli altri ministri dell’abbondanza quando non sono a beneplacito.
A questo magistrato ha sempre provveduto in Portoferraio come soprintendente il governatore della piazza e detto magistrato rende conto in Firenze al Magistrato dei Nove della sua amministrazione come per rescritto de 20 marzo 1750. I ministri subalterni di detto magistrato dell’Abbondanza sono, lo Scritturale, il Camarlingo, un Custode dei grani, un Pesatore, un Procuratore dei poveri, due Deputati uno di porta di Mare et uno di porta di terra, un Bidello.
Inoltre per la vendita delle farine e per la panizzazione vi sono li seguenti ministri:
un Ministro dei forni, il Camarlingo, lo Scrivano, e le maestranze per fare il pane, un canoviere per la vendita di pane e farina al minuto.
Spese intrinseche
Le note n 1 e n 2 dimostrano li stipendi assegnati ai Ministri dell’Abbondanza in lire 5296.10= et a quelli del negozio dei forni in lire 5502.3.4
La nota n. 3 comprende le spese certe e variabili che fa l’Abbondanza annualmente in lire 24720.5 = per il suo traffico.
La nota n 4 comprende le spese che fa annualmente il Negozio dei Forni in somma di lire 3189.5.8 circa.
Spese estrinseche
Nella nota n 5 vi sono descritte tutte le spese comunitative et estrinseche che per ordine del sovrano sono state addossate all’abbondanza restando in essa pure comprese le spese per la chiesa arcipretale e per il convento dei PP di S Francesco che ammontano queste spese a Lire 12266.10=
(La nota n 5 dal titolo “Nota delle spese comunitative,che di comandamento di S.A.R addossate all’Abbondanza di Portoferraio in un anno e prima” Sono distinte in fisse per Auditore, arciprete, cappellano, sagrestano, maestro di scuola, primo e secondo medico, primo e secondo cerusico, famigli, rupulitura di pubbliche strade, fogne, cisterne, ponti fissi, marciapiedi delle mura castellane, pubbliche carceri e variabili per il mantenimento di dodici frati loro chiesa e convento, della chiesa parrocchiale, sanità).
Fondi e capitali
L’anno sotto il N.C. si presenta il bilancio a tutto maggio 1765 dal quale si rileva lo stato dell’Abbondanza era in quel tempo di lire 323099.12.2 che sono un totale 46157.12.2
Questi fondi però non sono tali da potersi tutti impiegare annualmente nel negozio dei grani e non sono neppure tutti fruttiferi: mentre secondo la dimostrazione segnata al n 7.
I fondi fruttiferi sono 11873.3.19. I crediti fra esigibili e nella maggior parte inesigibili ascendono a totale 16619.4.5 Sicchè i capitali liberi che s’impiegano nel negozio dei grani si riducono a totale 17663 circa che sono lire 123641= Col traffico di questo capitale deve ad un tempo l’Abbondanza supplire alle spese intrinseche ed estrinseche che secondo il decennio ascendono a lire 42744 onde sopradetto capitale di lire 123641 conviene che lucri 34.1/2 per cento circa e per questo motivo come di sopra si è accennato conviene aggravare ogni sacco di grano condotto al ponte in Portoferraio di lire 3.10.9.
Dalle notizie sin qui accennate si rileva il metodo dell’amministrazione e stato presente dell’Abbondanza di Portoferraio che sembra possa meritare ogni più speciale attenzione non solo per il poter amministrare a quel pubblico la farina et il pane al prezzo il più moderato quanto ancora per poter coi profitti dell’Abbondanza supplire ad altri pesi comunitativi che la comunità non è in grado di soffrire per mancanza di assegnamento.
Rispetto al sistema dell’amministrazione di questa azienda sembra molto bene regolato potendo fare una certa prova gl’utili che sono stati fatti in diversi tempi che hanno prodotto i fondi attuali senza che il pubblico sia stato troppo aggravato nel prezzo delle farine e del pane.
Provvisionieri de’ Grani
Siccome però il sicuro profitto proviene dal provvedere grano buono et a prezzi vantaggiosi così par necessario che uno dei principali provvedimenti sia quello di scegliere degl’onorati et abili Provisionieri tanto in Grosseto quanto in Livorno che in Pisa per la compra dei grani; e ad effetto per togliere le private vedute nella scelta di tali Provisionieri sembra ottimo il metodo già stabilito, che tali Provisionieri devono essere approvati dal Magistrato dei Nove, del quale sarà necessario che in tutto dipenda l’Abbondanza di Portoferraio essendo il Magistrato dei Nove il legittimo canale per il quale devono passare gl’affari dell’Abbondanza alla Finanze o al Consiglio di Stato secondo la loro natura per farne il dovuto rapporto a S.A.R. essendo questo il metodo che osservano tutte le comunità e i luoghi pii laicali che sono sotto la dependenza del predetto Magistrato dei Nove del quale sarà necessario che in tutto dependa l’Abbondanza di Portoferraio essendo il Magistrato de Nove il legittimo canale per il quale devono passare gli affari dell’Abbondanza alle finaze o al Consiglio di Stato secondo la loro natura per farne il dovuto rapporto a S.A.R. essendo questo il metodo che osservano tutte le comunità e luoghi pii laicali che sono sotto la dependenza del Magistrato de’ Nove”.
(Carte senza numero di pagina della memoria n 12 allegata al manoscritto Vincenzo degli Alberti. Biblioteca comune Portoferraio)
Marcello Camici
Nelle foto:
Foto di copertina: ”Memoria sopra l’Abbondanza di Portoferraio” allegato n12. Carta senza numero di pagina. Manoscritto Vincenzo degli Alberti. Biblioteca comune Portoferraio.
Foto 2. Metodo dell’amministrazione. Carta senza numero di pagina. Memoria n 12. Manoscritto Vincenzo degli Alberti. Biblioteca comune Portoferraio.