Renzo Paoli, che ha uno straordinario archivio fotografico del ventesimo secolo, incontrandomi alla Coop davanti al banco della frutta, mi viene incontro: “poi gliela mando anche a lui (intende il mi' babbo) è una foto bellissima!”.
Colgo la palla al balzo e gli chiedo di girarmela.
Si, è una foto straordinaria, nella quale riconosco mio babbo, mio zio Massimo e Daniela Calafuri. Più a destra, al bordo della foto c'è Danilo Alessi.
Me ne mostra un'altra, c'è Lorenzo Marchetti con il pugno alzato... e un'altra, ancora più emozionante nella quale con loro c'è Giovanni Fratini che mostra il giornale come un trofeo, con zio e babbo seguiti dalla rossa bandiera del circolo di Rio Elba. Un'immagine inconfondibile, una straordinaria prima pagina de l'Unità: “ECCOCI”.
I ricordi di un bimbo di dodici anni non sono molti e sono scanditi da fotogrammi, soprattutto alla soglia dei cinquanta. Ma quella è un'immagine che non si dimentica, un titolo così rimane negli occhi e fa battere il cuore. Il titolo di quel giornale che poi entrò a casa tra i racconti di chi c'era, lì, in piazza.
Era il 24 marzo del 1984 e in Piazza San Giovanni a Roma erano scesi i lavoratori e i sindacati, c'era la sinistra e il PCI. Un milione si dice, la più grande manifestazione del dopoguerra, superata in numeri tanti anni dopo solo da quella al circo Massimo del 2002 per l'articolo 18 a cui ho partecipato.
Le manifestazioni, la piazza, la gente. E' quello il rapporto sentimentale che deve ricostruire la sinistra con il suo popolo. Partendo da lì, dal ritrovarsi insieme, sotto una bandiera, con una pagina di giornale in mano, con l'orgoglio di dire “ECCOCI”.
Massimo Scelza