La forma delle coste ha fortemente influenzato lo sviluppo antropico passato e recente. Le coste hanno uno sviluppo di 147 chilometri, cioè un chilometro di costa ogni 1,52 Km.
quadrati di territorio, di queste due terzi sono dirute e scoscese, mentre la parte rimanente è bassa e sabbiosa. Le grandi insenature, che mancano sia nella regione occidentale, sia in quella orientale, escluso il golfo di Mola a Porto Azzurro, sono presenti nella regione mediana, ricca di golfi e porti naturali. Esse spiegano l’importanza data all’isola nell’antichità, quando, fra La Spezia e Gaeta, sulla più importante rotta del Tirreno, antichissimi navigatori trovarono sicuro approdo e rifugio.
Le coste della regione occidentale sono ripide e la profondità delle acque è subito elevata, ad eccezione dello sbocco dei torrenti provenienti dal Monte Capanne, che presentano brevi rientranze e insenature; fra queste, la più importante è quella di Marciana Marina, priva di protezioni naturali, almeno fino al settembre 1911, quando fu dato l’avvio dei lavori per l’effettuazione di una grande banchina protettiva, recentemente ampliata.
Qui, come a Campo e a Rio, si trova un’antica torre di guardia che aveva la funzione di avvertire le navi, ma soprattutto aveva il compito di avvisare le popolazioni, in caso di arrivo o passaggio di battelli sospetti, per mezzo della ‘fumata’, ottenuta con l’accensione di legname verde e, contemporaneamente, di fornire riparo in questi edifici difensivi, ampi e sicuri. Altri approdi, in corrispondenza di piccole valli, si trovano a Chiessi, Pomonte e Seccheto.
A Seccheto e a Pomonte si vedono ancora le tracce di approdi per navi che qua venivano a caricare il granito, con il quale, fin dall’antichità, furono edificati templi e chiese famosissimi, quali il Pantheon di Roma, eretto dal Console Agrippa e arricchito dall’Imperatore Adriano, la cappella imperiale di Aquisgrana, dove furono tumulati i re Carolingi, il Duomo e il Battistero della Repubblica Pisana, iniziati nell’XI e XII secolo, fino ai grandi monumenti ornamentali dei giardini di Firenze lorenese. In questa parte dell’isola non mancano le punte e i capi rocciosi: Punta del Nasuto, Capo di Sant’Andrea, Punta Nera, fino alla lunga e stretta Punta di Fetovaia.
La parte costiera centrale, a differenza della uniforme parte occidentale, articolata e frastagliata, presenta, nella parte settentrionale, due penisole accentuate: l’elegante penisola dell’Enfola, per secoli sede delle tonnare, il cui promontorio (155 m), collegato da una sottile striscia di terra, testimonia di un recente passato insulare e l’altra penisola, ancor più notevole, a forma di arco accentuato, sulla cui propaggine Cosimo I de’ Medici, volle costruirvi la mirabile Cosmopoli, città di Cosimo o, meglio, città del Cosmos, l’Ordine universale.
Fra queste due penisole, la costa si presenta alta e scoscesa, con balze di 20, 25 metri di calcare alberese, caratteristico per il suo candore, con acque cristalline e un panorama stupendo. A poche centinaia di metri da queste, fa bella vista di sé lo Scoglietto (20 m). Qui si apre l’ampio golfo di Portoferraio, che sin dai tempi più remoti ha offerto riparo ai navigli transitati nel Tirreno e nel Mar Ligure.
La citazione letteraria più antica e che fa riferimento addirittura ai tempi mitici della navigazione, ce la offre Diodoro Siculo, quando cita quest’area col nome di porto Argon, mitico rifugio di Giasone e degli Argonauti, i primi navigatori del Mediterraneo. A occidente della Penisola dell’Enfola la costa forma l’ampio golfo di Procchio, con insenature minori di notevole suggestione: la Biodola, il Forno e il Viticcio.
A Sud della costa mediana si trovano tre grandi insenature divise da due penisole: quella formata dal Monte Tambone e Monte Fonza (297 m) e quella detta di Lacona, terminante col Capo Stella (156 m). Poi si trova il golfo di Campo, uno dei più ampi arenili dell’Elba, sulla cui riva occidentale è sorto il porto di Marina di Campo; verso oriente si trova il golfo di Lacona, la cui striscia di terra fertile e piana fu utilizzata per la produzione di vini rinomati come l’Aleatico e il Moscato.
La parte costiera orientale, montuosa e compatta come la parte occidentale, ma con una morfologia assai diversa, ha coste alte e rocciose, frastagliate da piccole insenature e cale.
Divisa in due tronconi, a forbice, dall’insenatura di Mola e dal golfo di Porto Azzurro, ha alti sproni, come quello sul quale gli Spagnoli, all’inizio del XVII secolo costruirono l’ampio baluardo di San Giacomo. Sul lato che guarda a Sud-est, si trova l’ampio braccio del Monte Calamita (413 m.), piatto e piano, che precipita al mare con ripidi pendii e balze, come la Punta Calamita e la Punta dei Ripalti, ove si trovano i giacimenti ferriferi. Sul versante che guarda a settentrione scende gradatamente e su un poggio isolato è sorto l’antico borgo di Capoliveri.
A Nord-est, la costa orientale dell’Elba, anch’essa rocciosa, ha tratti di spiaggia racchiusi entro brevi insenature come Ortano, Rio Albano, Cavo e Rio Marina, per secoli borgo minerario, conosciutissimo e frequentatissimo sin dagli albori della civiltà del ferro. Località per cui importanza fu sancita la divisione fra zone di influenza fenicia ed etrusca, con un trattato, riportato, nelle rispettive lingue, nelle famose lamine auree di Pirgy.
Oltre il Cavo, all’estremo capo settentrionale, si trova Punta della Vita, spopolata e angusta, dove svetta in piena solitudine la stele funebre di Giuseppe Tonietti, edificata dal Coppedé, tra la fine del secolo scorso e gli inizi del nostro. Al Tonietti si devono il grande rilancio dell’estrazione mineraria e la prima ideazione, assieme al Del Buono, dello stabilimento siderurgico a Portoferraio.
Quest’area, caratterizzata da una stratigrafia arcuata e composita, viene pian piano a modificarsi, verso il golfo di Portoferraio, con insenature basse e sabbiose come Nisportino, Nisporto, Ottonella e Bagnaia.