Il viaggio degli Young Reporter prosegue oggi con la visita ad una tra le più grandi ville marittime costruite in età romana: la Villa romane delle Grotte.
Questo complesso monumentale testimonia l’importanza che ricopriva l’Arcipelago Toscano per i popoli antichi e soprattutto come essi riuscivano ad integrare la propria quotidianità utilizzando in perfetta armonia e sintesi ciò che il territorio poteva loro offrire.
di Tiziano Furgeri
La Villa romana Le Grotte
La storia dell’Arcipelago Toscano è da sempre intrecciata con le vicende delle popolazioni locali e con la storia dell’uomo in generale.
Sono emerse tracce di vita umana risalenti alla preistoria come da più fonti ricordato: l’Isola d’Elba in particolare è stata infatti da sempre sfruttata per l’estrazione e la lavorazione dei metalli che vi si possono trovare con facilità ed in abbondanza, primo fra tutti il ferro.
Sulla costa settentrionale dell’Isola d’Elba, la Villa Romana “delle Grotte” è un complesso archeologico di grande importanza storica e artistica.
Fu edificato tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., la villa rappresenta uno dei più famosi esempi di residenza romana presente sull’isola e nell’ intero arcipelago testimoniando l’importanza che questo luogo aveva in epoca classica.
Il complesso è situato in una zona predominante sul golfo di Portoferraio da cui si poteva facilmente controllare tutti gli spostamenti che avvenivano in quel tratto di mare.
La Villa Romana “Le Grotte” è composta da diversi ambienti, tra cui una vasta area residenziale, una zona termale e una serie di ambienti destinati a scopi agricoli. Fu costruita in opus reticulatum con materie prime provenienti dalle zone limitrofe.
L’opus reticulatum è una particolare tecnica utilizzata in generale dai romani per erigere costruzioni molto solide. Si tratta di pietre tagliate a mano in forma quadrata, utilizzando materiale reperibile in loco, e disposte a forma di reticolo. Nella costruzione della villa romana delle Grotte troviamo infatti ben riconoscibile il Calcare rosa di Punta Pina, il calcare bianco, il serpentino verde, e la malta cementizia impastata con i ciottoli delle vicine spiagge.
La maggior parte dei resti della villa sono stati rinvenuti durante alcuni scavi archeologici condotti a partire dal 1960 e sono stati oggetto di importanti interventi di restauro, che hanno permesso di recuperare e conservare al meglio gli antichi fregi, le pavimentazioni e le decorazioni che adornavano gli ambienti della villa.
Le grotte e gli ambienti termali
L’aspetto più sorprendente della Villa Romana è rappresentato dalla presenza di enormi e molteplici grotte artificiali visibili anche dal mare e scavate nella roccia: servivano come cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e probabilmente venivano anche riempite utilizzando la risalita dell’acqua delle vicine fonti.
Questa caratteristica fa emergere il profondo legame che le popolazioni avevano con il territorio della Riserva di Biosfera Isole di Toscana dal quale ricavavano non solo ciò di cui vivere ma sapevano anche plasmarlo con rispetto per il proprio benessere.
Tra i diversi ambienti della villa, infatti, uno dei più interessanti è sicuramente la zona termale, dove sono stati recuperati i resti di diverse vasche di grande dimensioni finemente ornate di mosaici, dotati di una sofisticata rete di canali che permetteva la circolazione dell’acqua. Questa parte era probabilmente destinata alla cura del corpo e alla pratica del bagno termale, una tradizione molto importante per i Romani.
Luogo di produzione di essenze
Le decorazioni che adornavano le pareti della villa sono di grande valore artistico e testimoniano l’alto livello di raffinatezza e di gusto estetico dei Romani. Si tratta di pregevoli fregi (visibili al museo della Linguella a Portoferraio), che raffigurano scene mitologiche, fiori, piante e paesaggi bucolici. L’abbondanza di queste decorazioni a tema floreale sembra indicare che la villa fosse anche un luogo per la produzione di profumi e di essenze.
Con il passare dei secoli il complesso monumentale ha subìto diversi danni dovuti ai lavori agricoli ed al suo utilizzo come deposito e punto di avvistamento durante le diverse guerre che si sono succedute sulle acque dell’arcipelago toscano.
La Fondazione Villa Romana delle Grotte
Nel 1994 nasce la Fondazione Villa Romana delle Grotte che si occupa della tutela e della salvaguardia dell’area, valorizzandola attraverso numerosi eventi culturali.
Attualmente sono in corso una serie di campagne volte sia a far emergere ulteriori ambienti della villa sia a cercare di capire la vera essenza di questo enorme complesso antico in parte termale e signorile ed in parte agricolo.
Testo dell’articolo è pubblicato sul sito della Riserva MAB Isole di Toscana