AM Radmilli, archeologo e paleontologo, scrive:
“… i resti lasciati dalle genti del paleolitico medio consistono in punte ,in raschiatoi,in dischi,in scarti di lavorazione ,ricavati da selci e diaspri; si rinvengono spesso concentrati in piccole aree e vengono così a provare l’esistenza di veri e propri accampamenti all’aperto, di vere e proprie stazioni…”
(Atti del primo convegno di storia dell’Elba del 1967. Cfr, pg 28 “i rapporti dell’isola d’Elba con il continente nei tempi preistorici”. A.M. Radmilli. Rivista italiana di studi napoleonici n 32 anno XII, 1 gennaio 1975)
M. Zecchini afferma l’ipotesi che le più antiche tracce dell’attività umana sull’isola risalgono al paleolitico inferiore (Cfr, pg 10 di “Archeologia e storia antica dell’isola d’Elba“, M Zecchini. Nuova grafica editrice lucchese. 1983)
Cosa è una industria litica? Chi sono le genti del paleolitico medio? Che cosa è il paleolitico medio, inferiore?
L’età della pietra antica (paleolitico) e della pietra nuova (neolitico) sono epoche caratterizzate dalla comparsa dei primi ominidi, paleoantropi, che usano la pietra come strumento per creare utensili, manufatti utili per la sopravvivenza.
La creazione di manufatti e utensili utili per il vivere quotidiano è detta industria ed è chiamata litica proprio perché usa la pietra.
Dapprima il Neanderthal (homo sapiens neanderthalinesis) e il sapiens poi, (homo sapiens sapiens) sono gli ominidi paleoantropi che in Europa popolano la terra nell’epoca paleolitico.
Queste sono le genti di cui Radmilli parla.
Perché il paleolitico è detto medio?
La tipologia del manufatto e la sua tecnica di lavorazione sono tra i più importanti criteri usati dai ricercatori per affermare un manufatto litico essere appartenente ad una età della pietra piuttosto che ad un’altra.La tipologia e la tecnica di costruzione del manufatto litico consentono all’esperto di poter affermare quali manufatti sono più antichi e quali più recenti.
TIPOLOGIA DEL MANUFATTO DI PIETRA
L’industria litica dell'Homo sapiens neanderthalensis può riassumersi in questa tipologia di manufatto:
1) Asce a mano o amigdale: sono il resto di grossi noduli di selce, scheggiati ai bordi per ricavarne schegge più piccole.
2) Punte di selce: da usare immanicate su pesanti bastoni usati come lance nella caccia a grossi animali.
3) Denticolati, cioè schegge di selce senza punta col margine dentellato: sarebbero primitive seghe a mano, usate per lavorare legno, ossa e tendini.
4) Raschiatoi: sono dei coltelli di selce da usare senza manico, per tagliare la carne.
5) Flauti, cioè ossa lunghe forate, che sarebbero una sorta di accendini: nei fori venivano sfregati bastoncini di legno per accendere paglia e frasche.
La selce è il tipo di pietra più usata dal Neanderthal e nella vallata di San Martino con sue vallecole questo ominide ne trovò in abbondanza (vedi foto di copertina).
Il paleolitico o età della pietra antica, sempre in base allo studio della tipologia del manufatto e sua lavorazione è stata suddivisa in tre periodi temporali: dal più remoto, il paleolitico inferiore, si passa al paleolitico medio ed infine al paleolitico superiore.
All’età paleolitica fa seguito la epipaleolitica o età della pietra antica di mezzo e poi la neolitica o età della pietra nuova.
Con l’eneolitico termina l’età della pietra ed ha inizio l’età dei metalli così chiamata perché vengono scoperti e lavorati i metalli (stagno bronzo ferro).
La più antica industria litica del paleolitico è chiamata archeulano che corrisponde al paleolitico inferiore (età della pietra con inizio circa 120000 anni fa fino a 75000 anni orsono) seguita dall’industria della cultura del musteriano che copre tutto il paleolitico medio (età della pietra compresa tra circa 75000 – 35000 anni fa) ed infine industria chiamata aurignaziano – gravettiano che copre tutto il paleolitico superiore (età della pietra antica compresa tra circa 35000-12000 anni fa).
All’Elba ed in particolare nella valle di San Martino i reperti litici trovati più antichi appartengono in maggioranza a questa epoca: il paleolitico medio.
Quando si parla di industria litica del paleolitico medio deve perciò intendersi manufatti ed utensili ritrovati e riferibili a questa epoca per tipologia del manufatto.
In questo periodo che va da 75000-35000 anni fa circa si diffonde in Europa l’ominide detto di Nenderthal (Homo sapiens neanderthaliensis).
Non solo la tipologia del manufatto litico ma anche la tecnica di lavorazione della scheggiatura della pietra è importante criterio di attribuzione di appartenenza ad un epoca della pietra antica piuttosto che ad un’altra.
TECNICA DI LAVORAZIONE DELLA SCHEGGIATURA DELLA PIETRA (LITOTECNICA)
Ancora sulla base della tecnica con cui è lavorata la pietra i paleontologi distinguono alcune fasi (facies) nell’ambito del paleolitico medio: l’archeulano finale e il musteriano. All’industria litica detta del musteriano sono attribuibili manufatti in pietra rinvenuti nei giacimenti dell’Elba e in particolare nella valle di San Martino con sue vallecole e colline circostanti.
La industria litica musteriana caratterizza tutto il paleolitico medio, periodo che va da circa 780000 anni fa a 35000 anni fa.
Antonietta Gori analizzando per provenienza i reperti della collezione Foresi distingue i giacimenti in puri e misti.
Per i primi così scrive :
“…l’industria di questi giacimenti non ha niente di neolitico .Infatti in essi mancano la ceramica,le accette levigate, le punte di freccia (ad eccezione del ricordato caso di Procchio) ed ogni altro tipo che possa caratterizzare il Neolitico …”
(Cfr pg 8 di “L’età della pietra nell’isola d’Elba”, Antonietta Gori. Archivio per l’antropologia e l’etnologia. Vol LIV, fasc 1-4,1924)
I manufatti ‘musteriani’ sono caratterizzati da un perfezionamento delle tecniche di lavorazione:
A) scheggiatura della pietra che i ricercatori definiscono "levalloisiana" o "levallois", dal sito di Levallois
B) differenziazione degli strumenti su scheggia
C) aumento degli strumenti derivati da lama.
Il nome musteriano deriva dal sito di Le Moustier in Dordogna. Le punte di tecnica musteriana sono tutte scheggiate solo sulla parte superiore mentre la faccia inferiore presenta il piano e il bulbo di distacco. I raschaitoi di tecnica musteriana sono di forma ovoidale e le lame sono semplici schegge senza alcuna lavorazione sui margini laterali, il nucleo di piccole dimensioni presenta al bordo inferiore un minuto ritocco da far pensare che tale bordo avesse servito come raschiatoio.
Marcello Camici
Foto di copertina - Collezione Foresi. Manufatto litico di epoca paleolitica. Raschiatoio per pelli. Forma ovoidale. Bulbo di distacco intatto. Lavorazione solo su un bordo. Musteriano di tradizione archeulana (?). Provenienza TreAcque. Ripreso da “Territorio e civiltà di un’isola”, R. Rosolani, M. Ferrari. RS editore. 2001
Foto 2 - A sinistra primi utensili in semplice pietra scheggiata del paleolitico inferiore. A destra, un bifacciale, del paleolitico medio che rappresentò un avanzamento tecnologico significativo.
Foto 3 - Valle di S. Martino vista dalla collina di Castiglione di S. Martino. Al centro la “casa rustica” di Napoleone Bonaparte circondata dal monte San Martino e Pericoli. Queste sono tutte zone di giacimenti litici musteriani
Foto 4 - Manufatti di tipo musteriano. Estratto da A. Gori in pg 8 di “Età della pietra nell’Isola d’Elba“ 1924. Al N 1 raschiatoio di tecnica musteriana. Al N 2 punta di tecnica musteriana scheggiata solo sulla faccia superiore mentre la faccia inferiore il piano e il bulbo di distacco.