Caro direttore,
oggi le comunità cristiane celebrano la giornata dei missionari martiri. Il 24 marzo è stato scelto perchè in questo giorno, nel 1980, il vescovo di San Salvador Oscar Romero fu ucciso dal regime militare. Nello scorso anno sono stati uccisi 18 missionari, testimoni di fraternità in aree del mondo particolarmente segnate da violenza e non rispetto della dignità umana.
Questa sera parteciperò alla preghiera nella chiesa di San Giuseppe (Portoferraio), insieme a fratelli e sorelle delle altre parrocchie dell'Elba.
Da parte mia ci sarò anche sentendomi in profonda sintonia con quanto, contemporaneamente, si svolgerà ad Assisi. Nella città di San Francesco ci sarà una liturgia penitenziale, riparatoria di quel sacrilegio che è stata la strage di Cutro e le altre tragedie. Un sacrilegio, una profanazione del tempio santo che è l'uomo, creato a immagine di Dio Padre.
Molto chiare le parole di Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana che ha lanciato l'iniziativa: "I padri della Chiesa, in particolare sant’Ireneo, ci ricordano che 'La gloria di Dio è l’uomo vivente' creato a immagine stessa del suo Creatore. L’offesa contro l’uomo è arrecata direttamente a Lui. Da quando Dio ha scelto di venire ad abitare tra noi come uomo diventa difficile tracciare un confine netto tra Dio e l’umanità. Pertanto a Cutro, come in tutte le stragi di persone migranti, non viene profanata una copia, un’immagine di Dio, ma Dio stesso. È un atto che richiede d’essere 'riparato' quanto quello della profanazione dell’Eucaristia".
I promotori sottolineano che "la questione migrante può avere tanti approcci ma con la liturgia penitenziale scegliamo un punto di osservazione essenziale, sensibile e privilegiato che riguarda la spiritualità con cui rapportarci a Dio e ai fratelli fuori dalle secche delle polemiche di questi giorni".
Solo una consapevolezza delle corresponsabilità e una modifica degli atteggiamenti e degli stili di vita possono rendere possibile un maggiore rispetto della vita. A tutti i livelli.
Nunzio Marotti