L'Età del rame, indicata anche con i termini Eneolitico, Calcolitico o (più raramente) Cuprolitico, è un periodo della preistoria considerato come la tappa di transizione tra le industrie litiche del Neolitico (età della pietra levigata) e la metallurgia dell'età del bronzo. L’Elba per la sua ricchezza naturale in metalli sembra aver percorso tutte le tappe conosciute della scoperta dei metalli e della metallurgia: dalla lavorazione del rame alla lavorazione del ferro.
Nella valle di S. Martino poi, in particolare, sembra essersi compiuto tutto tale percorso per i ritrovamenti che ivi sono stati rinvenuti a partire dall’età del rame.
Il primo ad asserirlo è stato Raffaello Foresi (1820-1876) il quale, illustrando i reperti della sua collezione di oggetti “antistorici”, scrive al prof. Simonin nel 1865 di ‘cave cuprifere’ nella valle di S. Martino:
“…I pezzi di rame nativo, i frammenti di rame fuso e le scorie che si rinvennero presso la cave cuprifere di S.Lucia e di Colle Reciso…”
(“Sopra una collezione compostadi oggetti antistorici trovati nelle isole dell’arcipelago toscano e inviata alla mostra universale di Parigi. Lettera di Raffaello Foresi al professor L. Simonin”, Firenze 1867)
A colle Reciso è stata ritrovata un’ascia di rame di circa 4000 anni fa
Il rame nativo che è un minerale composto quasi esclusivamente da rame con piccole quantità di altri metalli, è presente all’Elba.
Zecchini, archeologo, ne parla e scrive diffusamente in “La cava dell’oro del Maciarello e il rame dell’Elba” dove con belle immagini fa vedere l’ingresso della cava dell’oro vicino alla quale affiorano minerali di rame e di ferro
(Cfr pg 47 di “Elba isola, olim Ilva. Frammenti di storia“ M.Zecchini. Edizioni S. Marco litotipo. Lucca 2014)
Il rame nativo all’isola d’Elba poteva essere sfruttato in loco con semplice martellamento o mediante la cottura con carbone di legna poteva il rame essere ottenuto tramite ossido-riduzione da metalli presenti sul territorio isolano come la cuprite,la calcopirite e l’azzurrite.
Lo Pseudo Aristotele nei suoi “racconti meravigliosi”dice che prima che si conoscesse l’uso del ferro tutte gli strumenti venivano fatti con il rame dell’Elba.
Zecchini fa anche un dettagliato elenco di minerali e di giacimenti all’Elba da cui si poteva estrarre rame e con una cartina indica i luoghi di distribuzione sull’isola dei minerali di rame.
Recentemente Silvestre Ferruzzi ha descritto, presso la pineta del Perone in zona detta’Le Bocche’,un imponente sito per l’estrazione del minerale contenente ossidi di ferro inseriti in ocra rossa insieme a minerali di rame come cuprite calcopirite, malachite e limonite.
Ed è molto probabile che gruppi umani della cultura del Rinaldone insediatisi all’isola d’Elba abbiano commerciato rame con altri gruppi residenti nel continente o addirittura abbiano compiuto una diretta fornitura a genti che facevano la spola dall’oriente all’isola d’Elba.
Zecchini cerca di far capire come questi gruppi umani possano avere ottenuto rame con un processo metallurgico primitivo attraverso forni fusori di cui fa una figura schematica
Su questa prima età dei metalli, quella del rame, Giorgio Monaco (1907-1984), archeologo, scrive:
”… Così che, all’Elba, addentrandoci ad esaminare i reperti dell’età dei metalli vi troviamo materiali in rame, da Lacona a Pomonte, alla Montagna di Campo, al Reciso che ci riportano alla culture centro-meridionali di Rinaldone e del Gaudo, e settentrionale di Remedello. A me sembra più logico pensare (anche perché sono restìo al risolvere le tracce di culture diverse in un dato territorio coll’arrivo in luogo dei titolari di quelle culture), a me sembra più logico pensare, ripeto, anziché all’arrivo di altre correnti etniche,all’arrivo di oggetti di queste culture all’isola, e
magari ar rivi ritardati e conservazione, così da non rendere agevole datare in maniera assoluta la successione, dal litico ai metalli, dell’aspetto archeologico all’Elba. Resto, invece, della radicata idea di un saldo substrato ligure, più pastorale che marinaro, al quale arrivano apporti commerciali. Questo substrato ligure a me pare abbastanza chiaro in epoca pre-greco-etrusca di quella età detta bronzo-ferro perché intermedia fra i due metalli…”
(Cfr. pg 16 di “L’Elba presitorica e romana”. G. Monaco, Rivista italiana di studi napoleonici, N.32 –AnnoXII, 1. Gennaio 1975. Atti del primo convegno di storia dell’Elba. Biblioteca comune Portoferraio)
Marcello Camici
Foto di copertina - Il tratto di costa Cala - Maciarello -S. Andrea visto dalla Ripa di Marciana Marina dove è ubicata la cava dell’oro. Ripreso da Zecchini pg. 47 di “Elba isola, olim Ilva. Frammenti di storia”. Edizioni S. Marco litotipo. Lucca. 2014
Immagine 1 - Colle Reciso. Ascia di rame a margini piatti e tallone arrotondato, circa 4000 anni. Ripreso da Zecchini Tav. 11 pg 267 “Isola d’Elba. Le origini” S. Marco litotipo. Lucca. 2001
Immagine 2 - Marciana Marina. Ingresso della cava dell’oro. Ripreso da Zecchini
Immagine 3 - Marciana Marina. Cava dell’oro, esterno. Affioramento di minerali di rame e di ferro. Ripreso da Zecchini.
Immagine 4 - Isola d’Elba. Mappa di distribuzione dei minerali di rame. Ripreso da Zecchini “Elba isola, olim Ilva. Frammenti di storia” Edizioni S. Marco Litotipo. Lucca 2014
Immagine 5 - Schema di forno per la fusione del rame. Ripreso da “L’Elba dei tempi mitici ”M. Zecchini. Pacini Mariotti editore. Pisa 1970.