Caro direttore,
sessanta anni fa vedeva la luce un documento che ha segnato una tappa fondamentale nella storia della chiesa e del mondo. L'11 aprile 1963, infatti, Giovanni XXIII pubblicava la lettera enciclica sociale "Pacem in terris", per la prima volta rivolta non solo ai cattolici ma "a tutti gli uomini di buona volontà". Iniziava una riflessione nuova sulla pace e sulla guerra, considerati all'interno di uno sguardo più ampio sulla società umana. Oltre alla centralità dei diritti umani, è nota l'affermazione che la guerra è estranea alla ragione (alienum est a ratione). Temi portati avanti dai successori e ora da papa Francesco.
Proprio in questo anniversario, parte la campagna di raccolta firme per tre quesiti referendari (pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 3 marzo e QUI), che partirà nei prossimi giorni in Italia. Due di questi riguardano il disarmo e uno la salute pubblica, considerati beni comuni. Sono proposti da Generazioni Future (già Comitato Rodotà, che promosse i due referendum sull’acqua del 2011) e dal comitato “Ripudia la guerra”.
Un quesito sul disarmo riguarda l'invio di armi in Ucraina. Sappiamo che, a differenza di altri Paesi, il Parlamento è stato poco coinvolto specialmente sui tipi di armi inviate.
Un altro quesito riguarda l’esportazione e il transito sul territorio nazionale di armamenti destinati a Paesi in guerra. Questo è proibito dalla legge 185/1990 ma, secondo i promotori, viene derogato da un'informativa governativa al Parlamento mentre occorrerebbe una nuova legge.
Il terzo quesito mira a tutelare il bene della salute, recuperando il ruolo e le scelte del pubblico, depotenziato negli anni da scelte che avvantaggiano la sanità privata (anche se c'è differenza fra privato convenzionato e non, e la questione, che attiene piuttosto al conflitto di interesse, è ritenuta compatibile con la salvaguardia del principio di sussidiarietà). I promotori sottolineano il valore attuale di questo quesito anche perché da tempo diminuiscono le risorse finanziarie per la sanità a fronte del costante aumento delle spese militari e per armi.
Nonostante le difficoltà, il referendum è lo strumento che resta per far esprimere i cittadini su temi importanti, specie quando hanno difficoltà a sentirsi rappresentati agli alti livelli istituzionali.
E' importante che ognuno si senta responsabile del presente e del futuro di un mondo che oggi è lacerato e segnato dalla terza guerra mondiale a pezzi. Un impegno che riguarda tutti, in forme diverse ma complementari, come nel giorno della pubblicazione della "Pacem in terris" scrisse Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, nell'editoriale in prima pagina del "Giornale del Mattino", definendola "il manifesto del mondo nuovo, che invita [tutti] ad impegnarsi con saggezza e con amore, ciascuno nel posto ove la Provvidenza lo ha collocato, alla edificazione della più gigantesca ed improrogabile opera affidata alla storia presente del mondo: cioè alla edificazione della pace, della nuova società e del 'vestito nuovo' per il nuovo tanto smisuratamente accresciuto, corpo mondiale di tutte le genti".
Nunzio Marotti
Foto dal web (Fondazione La Pira)