Può un testo essere letto partendo dalla fine?
Provo a farlo con il vangelo di questa domenica (ovviamente dopo averlo letto dall'inizio).
Gli uomini possono compiere opere come quelle del Cristo narrate dai vangeli. Questo è possibile in forza della fede in Lui. Una fede che vuol dire adesione alla sua persona realizzata grazie al dono dello Spirito divino, che poi è il modo nuovo di essere presente di Gesù dopo la morte e risurrezione. In tal modo, Cristo abita nel profondo dell'essere dell'uomo. Vi abita con tutta la sua identità di Figlio (“io sono nel Padre e il Padre è in me”). La divinità trascendente, comunità d'amore che siamo abituati a chiamare Trinità, è nell'uomo, così come in tutto il creato.
In volontario aprirsi a questa realtà, l'uomo si lascia trasformare dall'azione divina, diventando ciò che è, vale a dire figlio amato da sempre, lasciando risplendere quella luce che illumina la vita e che si traduce in pensieri, parole e gesti di fraternità universale. Con questa consapevolezza che si fa esistenza, non può esserci turbamento o paura, ma vita vissuta con fiducia e gioia profonda in mezzo alle vicende della vita, attraversata anche dai momenti di tempesta.
Questa nuova presenza di Cristo è la forza rigeneratrice della risurrezione e non lascia soli. La comunità diventa uno dei segni di questa sua unione con ciascuno e con tutti.
La comprensione del Cristo presente e operante oggi, adesso, è un traguardo che non riguarda solo la mente, la conoscenza intellettuale: è apertura totale al mistero attraverso la dimensione contemplativa, per entrare in quel silenzio che è il linguaggio di Dio oltre il nostro linguaggio.
Si tratta di un traguardo che è già e non ancora raggiunto: è un cammino, fatto di progressi e rallentamenti, di esperimenti con la verità (Gandhi) nel confronto con i cambiamenti, di crescita della nuova umanità (Guzzi) e dell'uomo planetario (Balducci). In questo campo, credere di essere arrivati è assai rischioso: la fede facilmente scade in ideologia e questo può significare il sacrificio dell'umano. Determinante è la forza della comunità per sfuggire alle tentazioni dell'isolamento, della superbia, dell'autoreferenzialità, della contrapposizione, dello scoraggiamento. E' necessario che la comunità sia costantemente capace di aiutare a camminare con le proprie gambe (e testa e coscienza) e non diventare stampella o sostituto. Perché ognuno è valore assoluto nella sua personalissima identità di figlio e di fratello. E forse, secondo la mia percezione, a questo potrebbe alludere la frase iniziale di Gesù: “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”. E, ampliando lo sguardo, credo che sia bello e utile abbeverarsi alla fonte di altre tradizioni religiose e spirituali.
(7 maggio 2023 – 5^ Domenica di Pasqua)
PS - “'L'occhio assetato solo di Dio* non vedeva che forme estranee al Divino. / Fissai lo sguardo nel cuore:* là e non in altro luogo Egli era. / Stupefatto ed ebbro fui assorbito nel mare dell'Essere,* io più non ero.” (Rumi, poeta e mistico sufi persiano)
Nunzio Marotti
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