“La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte.” F. Céline
Effettivamente, non è necessario dare un titolo a certi quadri.
Non dare un titolo significa: nominali con le tue parole. Prendi da lontano (da te) quella parola che nomina senza dire. Solo tu sai di cosa si tratta.
Era questo ciò che il pittore intendeva? No.
Lui si è lasciato trafiggere dai colori.
Ha messo in piedi un brusio di colore che scorre come un ruscello verso la valle. Colori canterini, saltellanti, sfuggenti, penetranti.
Colori di Vita che irrompono le tenebre. (Ma c’è anche il nero che copre il sole senza successo.)
Non si è preoccupato della nominazione il pittore, per lui il linguaggio è superfluo, non denota ne connota, è silenzio. Opera senza lingua ma con ritmo. Paradosso!
Il ritmo dei colori che scorrono veloci, si acquietano, viaggiano e coprono.
Si, perché questi colori coprono una mancanza. E di questa mancanza, noi singoli spettatori, non possiamo dire nulla tranne evocare in segreto davanti ai “senza titolo”, qualcosa che ci riguarda.
Roxana Amalia Sosa