Ripresa dal racconto biblico,la pietà è stata in letteratura tema di ispirazione per scrittori e nelle arti figurative per pittori e scultori.
Per pietà si intende la raffigurazione di Maria la quale sorregge tra le braccia il corpo senza vita del figlio Gesù dopo la passione e deposizione dalla croce.
E’ questione cruciale, fondamentale per il cristiano perché il tema della scena della morte del Cristo commemorato nella pietà prelude alla vita eterna che nascerà ed avverrà di lì a poco con la resurrezione del corpo morto del Cristo, episodio che sconfigge la morte aprendo le porte all’eternità.
Portoferraio è stata per lungo tempo luogo dove ha dimorato una “pietà” dipinta da famoso pittore.
Parla di questo nel 1791 il “cosmopolitano”, cioè abitante di Cosmopoli, così si autodefinisce, Sebastiano Lambardi scrivendo di ciò che accade nel 1783 alla chiesa del SS Salvatore del convento dei frati di San Francesco in Portoferraio:
“…Fu parimenti nel detto governo rimodernata con tutta la buona regola la Chiesa dei Padri di S. Francesco; serrata la cappella di S. Barbara, che s’internava nell’orto del convento e rifatti di stucchi di un disegno uniforme i quattro altari dai lati cioè quello della Pietà, quello della SS Concezione, quello della SS Nonziata e quello di S Barbara. In luogo del quadro dell’altare della Pietà, che rappresentava Gesù morto nel grembo della Vergine (che per essere molto bello e di buona mano fu mandato a Firenze in Galleria) e invece di quello fu da S.A.R. fatto mettere un altro quadro rappresentante la visita della Vergine a S. Elisabetta. Questo altare fu fatto tutto dalla generosa pietà e a spese del Gran-Duca. Gli altri tre furono fatti a spese della comunità ...”
(Cfr, pg 215-216 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba” S Lambardi. 1791. Ristampa fotomeccanica. Forni Editore, Bologna, 1966)
“Altare della Pietà di Sua Altezza Reale“ questo era il nome di uno degli altari presenti dentro la chiesa del SS Salvatore dei frati di S. Francesco chiesa che oggi nel complesso De Laugier è divenuta a piano terra sala S. Salvatore, deposito filze dell’archivio storico comunale e, al primo piano, sala Santi.
In questo altare era posto il quadro “della Pietà, che rappresentava Gesù morto nel grembo della Vergine che per essere molto bello e di buona mano fu mandato a Firenze in Galleria”.
I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nel 1558 per volere di Cosimo I de’ medici, sotto la direzione del Camerini.
Il duca volle avere per se stesso un altare dedicato al tema della Pietà e ordinò ad Angiolo Bronzino (1503-1571) di dipingere un quadro con questo tema, quadro che ordinò fosse posto ad adornare l’altare della pietà.
Il fatto è documentato nel manoscritto “Catalogo descrittivo e storico delle pitture su tela che si conservano nelle sale della fiorentina accademia delle belle arti” redatto da Giovanni Masselli (1843- 1859)
(n 133 pag 119 e segg. conservato presso la soprintendenza alle gallerie di Firenze).
Qui infatti si legge “La tavola di Gesù deposto di croce era anticamente nella Chiesa de’ Frati minori osservanti di Portoferraio, per la quale il Bronzino la dipinse, per commissione datagli da Cosimo I come narra il Vasari nelle Notizie degli Accademici del Disegno…”
Il quadro tuttora si trova a Firenze nella galleria degli Uffizi trasferito da Portoferraio nel 1783 per volere del granduca di Toscana Pietro Leopoldo, “per essere molto bello e di buona mano” scrive il cosmopolitano Lambardi. Al suo posto nell’altare della pietà di S.A.R. all’interno della chiesa dei frati francescani il granduca pose a sue spese un quadro a tema la visitazione di Maria a Elisabetta, oggi visibile all’interno del duomo di Portoferraio. (Foto di copertina)
Agnolo Bronzino dipinse la Pietà nel 1530 circa. L’artista all’epoca aveva circa 30 anni essendo nato nel 1503.
Agnolo di Cosimo era detto Agnolo Bronzino oppure più semplicemente il Bronzino, nacque a Firenze e lavorò quasi sempre nella città toscana. Fu uno degli artisti della corte di Cosimo I de’ Medici duca e poi granduca di Toscana. La fama di Agnolo Bronzino fu legata anche alla sua capacità di ritrattista. Infatti realizzò molti ritratti: dello stesso Cosimo, della sua famiglia, della sua cerchia e delle famiglie importanti di Firenze.
L’opera intitolata “Pietà di Agnolo Bronzino“ è un dipinto ad olio su tavola dalle dimensioni di 105 x 100 cm.
Gesù è abbandonato ormai privo di vita. La Vergine invece si trova dietro di lui e lo abbraccia teneramente dall’alto. A destra, poi la Maddalena posa delicatamente la sua mano destra sulle gambe di Cristo per sollevarle da terra. Il corpo di Gesù è nudo ma protetto in vita da un telo azzurro. Dietro di lui è poggiato un altro telo di colore indaco. Il braccio destro di Cristo scende fino a poggiare la mano a terra mentre il volto è abbandonato all’indietro. Inoltre, un’aureola filiforme appare sopra il suo capo. La Vergine indossa un’ampia veste color porpora e un velo che lascia scoperto solo il viso. La Maddalena invece veste abiti dai colori molto brillanti e i suoi lunghi capelli sciolti coprono le spalle della donna.
Un meraviglioso dipinto in cambio del quale fece il granduca mettere il dipinto della visitazione di Maria ad Elisabetta.
Il granduca così facendo pensava forse di risarcire, rabbonire sia gli abitanti di Portoferraio che i frati di averli defraudati di un dipinto così bello. Infatti, il quadro che viene collocato sull’altare al posto della pietà del Bronzino contiene due temi: la figura di S Rocco e quello della visitazione della Vergine Maria a S. Elisabetta.
S. Rocco è santo caro alla devozione popolare dei ferraiesi mentre la visitazione ad Elisabetta della beata Vergine Maria è episodio evangelico assunto a festa per i frati francescani.
Non so se vi riuscì: doveva anche risarcire, rabbonire gli animi per aver tolto in quegli stessi anni dall’ingresso del forte Stella il busto di Cosimo I forgiato da Benvenuto Cellini per trasferirlo in Firenze dove tuttora si trova. Scrive infatti il cosmopolitano Lambardi “Il dì 2 di maggio del 1781 fu levata dalla sua nicchia sull’ingresso della porta principale della Fortezza Stella il busto di bronzo rappresentante Cosimo I.Opera del famoso Chellino Chellini il quale fu di qua trasportato in Firenze come cosa degna di essere collocata nella Galleria di S.A.R.”
(Cfr pg 221 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba” S. Lambardi. 1791. Ristampa fotomeccanica. Forni Editore, Bologna, 1966)
Marcello Camici
Foto di copertina - Portoferraio. Presbiterio del Duomo. Visitazione di Maria ad Elisabetta.
La Visitazione è un dipinto (270x210 cm) in olio su tela. Autore ignoto ma attribuito anche a Domenico Cresti detto il Passignano (1560-1636). Il quadro raffigura la visita di Maria ad Elisabetta sua cugina. Al centro della scena è l’arrivo della Madonna vestita di tunica rossa ricoperta da manto azzurro davanti alla quale S. Elisabetta è inginocchiata e l’accoglie. Osservano la scena: in basso a destra inchinato e reverente S. Rocco con il bastone da pellegrino e a sinistra S. Zaccaria che sembra rivolgersi compiaciuto a chi osserva invitandolo con la mano a guardare.
Al centro, in primo piano, il cane randagio che sfamò S. Rocco durante il ritiro a vita solitaria per non essere di peso a nessuno, dopo aver contratto il “male contagioso” nell’assistere i malati affetti da peste.
“Reste” è il nome assegnato al cane dalla tradizione popolare.
Sullo sfondo sembrano affacciarsi su una porta d’ingresso una figura femminile ed una maschile a torso nudo che guardano attenti.
Foto 1 - Portoferraio. Al centro la chiesa del SS Salvatore con annesso convento dei frati minori francescani, opere costruite da Giovanni Camerini. Sul lato sinistro l’orto del convento, sul lato destro la scalinata nei documenti di archivio chiamata “Scalinata dei Mulini” in quanto sale su verso quattro mulini a vento che si trovano dietro la chiesa.
Particolare del dipinto olio su tela ‘Veduta di Portoferraio 1705”. Anonimo. Fondazione Giovanni Agnelli. Torino.
Foto 2 - Firenze. Pietà. Agnolo Bronzino. Galleria degli Uffizi. Il dipinto fu eseguito per volere di Cosimo I de’ Medici e, sempre per volere dello stesso, ubicato a Portoferraio in “Altare della Pietà di Sua Altezza Reale” facente parte della chiesa de SS Salvatore annessa al convento dei frati francescani.