Riceviamo e pubblichiamo:
Scrivo per segnalare un'imprecisione riportata nell'articolo di Marcello Camici indicato in oggetto.
Un'imprecisione, purtroppo, nella quale sono incappato anch'io in occasione della prima edizione del mio libro "Devozione popolare nell'arcipelago toscano" (LoGisma, 2013) a pagina 137.
In sintesi, il dipinto di Agnolo Bronzino riportato nell'articolo non è quello commissionato da Cosimo I de' Medici per la Chiesa dei Frati Minori Osservanti di Portoferraio (SS Salvatore).
Infatti, questo "Compianto su Cristo morto", opera del 1529, proviene dal convento della SS Trinità a Firenze per la quale era stata dipinta. Inizialmente attribuita al Pontormo, è invece mano del Bronzino destinata all'altare della famiglia Cambi dedicato alla Pietà ("Bronzino, pittore e poeta alla corte dei Medici" a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, Mandragora 2010).
Il dipinto originariente a Portoferraio, correttamente pubblicato nelle successive edizioni del suddetto libro e qui allegato, è la "Deposizione di Cristo".
L'enorme tavola (349 x 254 cm) opera del 1561 e arricchita da una cornice disegnata da Giorgio Vasari ed eseguita da Nigi della Neghittosa, giunse a Portoferraio nel 1565 da Firenze via fiume fino a Pisa e poi via mare (Galleria dell'Accademia, "Tutte le opere", Giunti 2015).
Trasferito nel 1781 o nel 1783 agli Uffizi, qui vi rimase fino al gennaio del 1817 quando fu spostato nella Galleria dell'Accademia dove tutt'ora si può ammirare dopo il doveroso restauro del 2003.
Ringrazio per l'attenzione
Paolo Casini