Gentile Direttore,
lo scorso mese di giugno ho pubblicato sul sito Academia.edu il “Diario del viaggio attraverso l’isola d’Elba di Sir Richard Colt Hoare, nella primavera del 1789“: traduzione di “A Tour Through the Island of Elba, illustrated with views from nature by Sir Richard Colt Hoare Bart., and John Smith” pubblicato a Londra nel 1814, corredandolo delle 32 vedute originali (in gran parte inedite) disegnate a matita ed inchiostro seppia da Richard Colt Hoare stesso.
I positivi riscontri finora ricevuti da molti cortesi lettori mi motivano ora a dargli più ampia diffusione, comunicando ad un più vasto pubblico il link per consultarlo liberamente:
Poiché “academia.edu” è un sito in lingua inglese, chi riscontrasse difficoltà può scaricarlo, in formato pdf, cliccando direttamente su:
https://drive.google.com/file/d/1rbPSTi2WlmR78agQZZfYDtyO2QJ4P5XW/view?usp=drive_link
La pubblicazione di “A Tour Through the Island of Elba…” era motivata dalla volontà degli autori di offrire all’opinione pubblica la descrizione del luogo d’esilio di Napoleone, a seguito degli esiti disastrosi della “Campagna di Russia”. A questo proposito Richard Colt Hoare aveva scritto anche una breve biografia del deposto Imperatore dal titolo “Bonaparte and his family” che ben esprime i sentimenti antinapoleonici dell’aristocrazia britannica.
Il “Diario del viaggio attraverso l’Isola d’Elba” che ora, a distanza di oltre due secoli dalla prima edizione, offro all’opinione pubblica elbana contiene:
- la traduzione del “Tour Through the Island of Elba…”, con note originali dell’Autore e le 32 vedute,
- i disegni eseguiti da John Smith per l’edizione del 1814;
- altri disegni colorati ad acquerello eseguiti da John Smith stesso.
Ho inoltre riportato in “Appendice”:
- mie divagazioni su alcune località elbane e sull’Elba stessa;
- particolarità della vita e delle opere di Richard Colt Hoare che evidenziano che non era un viaggiatore qualunque e che la sua attrazione per l’Italia era motivata da interessi “antiquari” propedeutici a studi ed indagini sulle antiche vestigia britanniche.
Fabio Rolla