A Portoferraio, nel settecento chi sorveglia il funzionamento del pubblico orologio è chiamato “custode del pubblico orologio” mentre nell’ottocento è chiamato "temperatore del pubblico orologio”: così ho trovato in documenti di archivio.
Aveva il còmpito di provvedere al caricamento, al controllo della regolarità della misurazione, all’aggiustamento, alla riparazione.
Era questo diventato un vero e proprio servizio offerto alla comunità, ritenuto pertanto un ufficio pubblico da ricoprire a da pagare da parte del comune. Era diventato un vero e proprio impiego comunale di cui si interessavano direttamente i rappresentanti del popolo: la magistratura comunitativa.
Il buon funzionamento del pubblico orologio era molto apprezzato dai cittadini di Portoferraio e agli inizi dell’ottocento fu al centro di una singolare controversia legata allo stipendio del temperatore.
Nell’adunanza del 2 gennaio 1816 il cancelliere scrive che la Magistratura Comunitativa di Portoferraio stabilisce di assegnare “all’impiego di Temperatore del Pubblico Orologio lire dugento… Confermano il sig. Filippo Malfanti nell’impiego di Temperatore del Pubblico Orologio di questa Città per un anno e coi soliti Pesi ed Obblighi e Provisione di lire dugento”
(Carta 8. Filza “Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817”. (24) E6. Archivio della comunità di Portoferraio 1815-1861. Deliberazioni. Archivio storico comune Portoferraio.
Cfr. Capitolo 39 “Pubblico Orologio” pg 557-561. In “Storia di Portoferraio e dell’Elba dal 1815 al 1818 attraverso documenti di archivio “ Marcello Camici. Marchetti editore. Pisa. 2017).
Dopo qualche mese, questi “Pesi” ed “Obblighi” furono dal “Temperatore” ritenuti tali da dover chiedere un aumento di stipendio come si evince dall’adunanza della Magistratura Comunitativa del 15 aprile 1816.
Scrive il cancelliere “… Sul contenuto dell’Istanza del Sig. Filippo Malfanti Temperatore del Pubblico Orologio di questa Città dichiarano che i veglianti ordini non ammettono l’aumento delle Provisoni pendenti nell’anno ed allorchè l’impiego è coperto onde non potendo prestarsi al suddetto domandato aumento di Provisone del sig. Malfanti si riservano di riprendere in considerazione la suddetta istanza allorchè avrà luogo lo stabilimento dei salari per il futuro anno 1817 e ciò convalidano col Partito di voti favorevoli 11, Contrari nessuno”
(Carta 48. Idem come sopra.)
Dopo il rifiuto della magistratura comunitativa ad aumentare lo stipendio, l’orologio pubblico però non doveva funzionare bene perché i cittadini si lagnano. Riunito in adunanza, il cancelliere scrive che il consiglio comunale decide
“…riconoscendo giuste le lagnanze degli abitanti per l’inesattezza e la irregolarità del Pubblico Orologio e sentito che ciò non dipende dall’incuria del di lui Imperatore ma bensì dal poco buon stato in cui trovansi e al Macchina del medesimo e la stanza in cui è situata.Veduta la perizia dell’orologiaio Filippo Malfanti per i restauri necessari all’Orologio e del Muratore Angelo Baragli per gli altri della stanza deliberano doversi eseguire i lavori tutti indicati nella precitata Perizia a diligenza del Perito di Strade e sotto l’ispezione del Sig. Gonfaloniere per quelle somme, che al di sotto della Predetta Perizia potranno restare stabilmente effettuabili.E siccome il suddetto Orologio porta un annuo incerto dispendio ora per un corpo ora per l’altro,ripristinato che sia questo in buon grado mediante l’esecuzione dei lavori che sopra, ordinano di darsi al di lui annuo mantenimento in Accollo al minor e miglior offerente nella forma voluta dagli Ordini Vigilanti,salva peraltro tanto per la prima che per la seconda parte del presente Partito l’approvazione dell’Ill.mo Sig.Provveditore dei Fossi di Pisa.Il tutto con partito di voti favorevoli 5”.
(Carta 113,114. Idem come sopra.)
Nonostante queste disposizioni per far funzionare bene il pubblico orologio questo diviene oggetto di controversia da parte della Magistratura Comunitativa poiché il “Maestro Orologiaio” chiedeva una somma ritenuta eccessiva per la perizia fatta a restauro della macchina come pure era ritenuta eccessiva la somma richiesta a riparazione della stanza in cui si trova la macchina dell’orologio.Infatti nell’adunanza del 2 giugno 1817 ”…sentita l’istanza di Filippo Malfanti corrente Maestro Orologiaio, colla quale domanda il pagamento della Perizia fatta per il restauro della Macchina del Pubblico Orologio di questa città la somma di lire 26, soldi 13, denari 4 sembrandole estremamente eccessiva simil domanda, deliberano pagarsi sull’articolo 40 del Bilancio di Previsione per la ridetta Perizia solo lire 13.6.4 somma della quale potrà essere ben soddisfatto. Similmente con egual partito di voti tutti favorevoli ridussero la nota fatta da Giacinto Riccardi per il soffitto delle tavole formato sula stanza ove è situato il Pubblico Orologio dalle lire 32 alle lire 26.13.6,che stanziarono a favore di detto Riccardi, convertendo il tutto con voti favorevoli 4“
(Carta 134,135.Idem come sopra)
Fu poi trovato un accordo.
Infatti nell’adunanza del 29 settembre 1817 la Magistratura Comunitativa conferma tutti gli impiegati e dipendenti nei loro ruoli, compreso il Temperatore ”….quindi divennero alla conferma di tutti l ’Impiegati e Stipendiati Comuni per il prossimo anno 1818 con i consueti Pesi ed Obblighi e rispettive Provvisioni che appresso….”
E per quanto riguarda il Pubblico Orologiaio “… a Filippo Malfanti Temperatore del Pubblico Orologio lire dugento l’anno con i soliti Obblighi e Pesi salvo altri da aggiungerne per ottenere l’intento che sia esatto nell’eseguire il dovere del Suo Impiego: con partito di voti cinque neri tutti favorevoli”
Marcello Camici
Nell'immagine di copertina - Andrè Durand (1807-1867). Stampa. Portoferraio nella prima metà dell’ottocento.La Piazza d’arme con il pubblico orologio sopra l’angolo del palazzo comunale.