Marciana Marina, un pittoresco borgo situato sulla costa nord-occidentale dell'isola d'Elba, ha una storia affascinante che risale a secoli addietro. Questa comunità, che una volta possedeva un'altra chiesa di Santa Chiara, ha visto momenti di pace e tempi di sconvolgimento. Uno di questi eventi rimarrà per sempre impresso nella memoria di questo luogo: l'aggressione degli inglesi il 18 agosto 1742.
Nel cuore dell'estate del 1742, la flotta inglese, al comando del commodoro William Martin, giunse alle acque di Marciana Marina. L'imponente flotta, con la Ipswich, un vascello dotato di 70 cannoni come nave ammiraglia, accompagnata da quattro bombarde, due vascelli da 50 cannoni, uno da 40 e una fregata da 20, era pronta per la sua missione: una spedizione su Napoli. L'ammiraglia era sufficientemente minacciosa da far tremare Re Carlo, noto anche per il MANN e per il famoso bronzetto d'offerente etrusco di Latrani (Le Trane, Isola d'Elba).
Tuttavia, prima del loro principale obiettivo a Napoli, gli inglesi avevano deciso di esercitarsi in razzie ad azzardo. Cosí sbarcarono all'isola d'Elba. Dopo aver attraccato Marciana Marina, i soldati iniziarono a saccheggiare e a depredare le abitazioni della gente locale, in una sorta di esercitazione che sembrava servire come preparazione mentale per l'imminente assalto a Napoli.
Gli abitanti di Poggio, Marciana e Marciana Marina, viste le loro donne e case violate, chiese e terre sotto minaccia, fecero appello ai numerosi preti delle loro parrocchie, circa una ventina. In risposta, gli ecclesiastici, armati di archibugi e moschetti, e assai determinati, si unirono alla popolazione per affrontare e respingere l'aggressione inglese. La battaglia culminò con molti soldati inglesi morti e altrettanti gravemente feriti e costretti a ritirarsi.
La prova di questo coraggioso atto di resistenza ci giunge da una lettera indirizzata al Vescovo di Massa Marittima, scritta dai preti coinvolti. Nella lettera, chiedono il perdono della Chiesa, sostenendo di aver agito per legittima difesa, per proteggere le loro chiese, la loro comunità e la loro terra.
In mezzo alla devastazione, una delle più antiche chiese di Marciana Marina, la chiesa di Santa Chiara Vecchia (forse presso il Molo di Giovannino), venne distrutta. Questa perdita simboleggia la profondità del sacrificio e del coraggio dimostrato dai cittadini di Marciana Marina durante quell'estate del 1742. Una storia di resistenza e fede, la chiesa di Santa Chiara e il coraggio di Marciana Marina vivranno per sempre nella memoria storica dell'isola d'Elba, assieme alla solidarietà degli uomini di fede e dei vicini pucinchi e marcianesi scesi a valle.
Forse fu per questa ragione, o perché la comunità era cresciuta troppo in numero per la sua piccola chiesa, che fopo questo episodio si decise di costruire una nuova grande chiesa, alla stessa Santa.
Auguri alla Marina e la sua Chiara d'Assisi.
Angelo Mazzei