Padre, se anche tu non fossi il mio / Padre, se anche fossi a me un estraneo, / per te stesso, egualmente t’amerei.” Come dichiarazione d’amore filiale incondizionato e ideale sintesi della questione qui dibattuta, questi versi di Camillo Sbarbaro potevano forse fare da exergo a uno dei quattro capitoli de “Le famiglie omogenitoriali. Teoria, clinica e ricerca” di Nicola Carone, pubblicato da Raffaello Cortina Editore nel 2021; libro sul quale sarà incentrato il sesto incontro della Rassegna letteraria Autorə in Vantina 2023, organizzata dal Comune di Capoliveri in collaborazione con la Pro Loco e la libreria MardiLibri di Portoferraio.
Questo di Carone è un libro dal taglio universitario – denso di studi, analisi, dati, ricerche, ipotesi di lavoro e prospettive – che inquadra il tema dell’omogenitorialità (“neologismo assai generico che comprende realtà familiari distinte”) attraverso domande e problemi destinati a ridefinire assetti strutturali e simbolici che stanno al cuore della società moderna.
La “discontinuità con il modello tradizionale di famiglia eterogenitoriale” rappresenta infatti un trauma inevitabile per una società che ha visto nella famiglia tradizionale la propria cellula fondativa; una cellula grazie alla quale si è tenuto unito attraverso il tempo il legame di sangue tra le generazioni. Anche se non è questo l’unico sconvolgimento che la contemporaneità si trova a fronteggiare e interpretare. Lo vediamo, per esempio, nei terrori apocalittici che suscitano gli annunci relativi allo sviluppo di algoritmi dotati di apprendimento automatico, o di intelligenze artificiali sempre più invasive.
È la paura della singolarità tecnologica, ovvero del punto di non ritorno, allorquando le macchine saranno in grado di autoprogrammarsi e non avranno più bisogno del controllo umano per funzionare. È la stessa paura, probabilmente, che porta ad avversare procedure di riproduzione della specie (umana e non umana – si pensi alla clonazione animale) che oltrepassano i meccanismi biologici di concepimento, ricorrendo a tecniche di laboratorio come la “procreazione medicalmente assistita, la donazione di embrione o gestazione per altri”. Procedure, le prime, potenzialmente in grado di condurre a una ‘singolarità evolutiva’ basata sullo “sviluppo ibrido e indifferenziato dell’identità”, apparentemente in netto contrasto con ogni “ordine simbolico” e naturale tramandato dalla tradizione.
Eppure – visto che nello specifico il libro di Carone tratta della “funzione genitoriale” – a guardar bene è la radice stessa della nostra tradizione occidentale a prefigurare e offrirci uno scenario di concepimenti immacolati, attuati grazie all’intervento di un’entità ‘terza’.
Una tradizione, la nostra (quanto ancora “custodia del fuoco” e non sterile “adorazione della cenere”?), l’atto fondativo della quale si basa sul dono di un padre che riconosce come proprio un figlio non suo, incoronandolo con l’eredità della sua ascendenza. Una storia dalla quale emerge come il riconoscimento di un figlio (anche se concepito e nato all’interno di una famiglia tradizionale) passi sempre e comunque da un trauma e da un lutto, configurandosi – psichicamente – come un’adozione a tutti gli effetti.
È il passo che unisce e separa l’idea dalla realtà.
Come i precedenti incontri, la presentazione del libro di Carone si terrà nell’anfiteatro della piazzetta La Vantina a Capoliveri.
L’appuntamento è per venerdì 18 agosto 2023, alle ore 21:30. Interviene e modera l’avvocato Matteo Mammini.
La discussione pubblica è aperta.
Angelo Airò Farulla