“Ma voi, chi dite che io sia”, chiede Gesù agli amici che lo seguono. Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù loda questa risposta. Eppure il vangelo di questa domenica si chiude con l'ordine ai discepoli di non dire ad alcuno che egli è il Cristo.
Prendere posizione di fronte a Gesù, chiedersi che posto occupa nella propria vita, sapendo che è una risposta anche l'indifferenza o il non rispondere.
Prima di tutto conta la vita, l'esperienza. Dopo viene la teoria. Dire di Cristo è riferirsi alla relazione con una Persona (il cristianesimo non è ideologia... anche per questo l'imposizione del silenzio).
Cristo è Presenza eppure sempre oltre. E' Silenzio che abita la profondità del mio silenzio. Più intimo di ogni altra realtà, tanto che conosce tutto di me anche ciò che non mi è noto ma che gradualmente si illumina. Lo ritrovo negli snodi esistenziali, ma anche nelle piccole cose e negli incontri con le creature. E' il fondamento, il senso, il significato e la forza della mia vita. E' (nel)la Parola: dolce ed anche amara, consolazione e spada che penetra e separa e riconcilia. E' (nel) la strada e anche (ne)i miei passi. Mai circoscritto nelle idee, sempre oltre i balbettii della comunicazione. Paolo ai Romani (seconda lettura) scrive: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!”. E continuo a chiedermi chi sia io (piccolo, fragile, limitato...) per essere la sua passione, amore totale e consegnato in mani d'uomo fino al patibolo che manifesta il suo amore più grande, il perdono, massimo bene in risposta al male subìto.
E balbetto ancora qualcosa con questi versi, intitolati Sempre più in là, tratti dalla mia raccolta “Non ultimo è il male” (Giuliano Ladolfi Editore, 2019).
Sempre più in là,
oltre la comprensione umana.
Sempre più in là
tu sei e chiami.
Tempo di scelta e di rischio,
risposta che decide l’eterno:
“Chi sei per me?”.
Via le immagini
generate da paure dubbi e convenienze.
Catarsi mentale.
Il vangelo sia fuoco
e rimandi al tuo volto,
conduca al tuo cuore
e impazzisca d’amore divino
fatto carne e parte
e tutto
di ognuno.
Sì, sguardo al trafitto
antidoto all’idolo che nel sedurre distrugge.
(27 agosto 2023 – 21^ domenica ordinario)
Nunzio Marotti
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