Come accadde che 24 seguaci di Toussaint Louverture, il Nero ribelle che aveva combattuto la Francia nella Rivoluzione di Santo Domingo, furono deportati all’Elba nel 1802, con Napoleone Primo Console?
Mercoledì, 13 settembre, alle ore 18,30 presso la libreria Mardilibri a Portoferraio, nell'ambito della rassegna culturale "Parole in clessidra" presenteremo un libro, una sorta di Dossier giornalistico, su un fatto storico poco conosciuto, tutto inizia il 9 settembre 1802, due giorni fa di 221 anni fa.
"L'inganno dell'Aquila. Negres deportés à Portoferraio" di Isabella Zolfino, Persephone Edizioni.
Il relatore della serata sarà il Prof. Giuseppe Battaglini.
Qui sotto un breve brano dal capitolo "L'arrivo":
Era Il giorno 22 Fructidor dell’anno X (Il 22 Fructidor anno X corrisponde al 9 settembre 1802) della Repubblica Una e Indivisibile e La Mutine, una corvetta proveniente da Tolone, stava attraccando nel porto di Portoferraio con un carico molto particolare; a bordo si trovavano, fra gli altri, ventiquattro detenuti, tutti indirizzati al Generale Rusca da Sua Eccellenza il Ministro della Marina.
I militari avevano cercato in ogni modo di tenere a debita distanza i molti curiosi che si erano precipitati verso il porto e che non avevano voluto perdere l’occasione di assistere ad un evento tanto straordinario, un inaspettato diversivo in grado di spezzare la monotonia della loro vita quotidiana; si erano perciò accalcati, ignorando i divieti, spingendo pericolosamente gli uni sugli altri e mettendo a rischio la stabilità delle paratie che erano state poste a delimitare, senza risultato, la zona dello sbarco.
Al comando imperioso del loro sorvegliante i prigionieri cominciarono a scendere in fila indiana percorrendo la stretta passerella che collegava la nave alla terra ferma.
Si, agli occhi di quei pochi popolani che erano riusciti a conquistare le prime fila, i prigionieri che stavano sbarcando sembravano essere proprio di colore nero, ma di un nero molto diverso da quello dei pirati tunisini, questo era un colore strano, quasi grigiastro, un colore che dava la sensazione della tristezza, della fame e, peggio, della morte.
E ancora dalla IV di copertina l’Autrice ci racconta:
Tutto è iniziato quando ho scoperto che Jean Louis Annecy, un appartenente alla Loggia massonica Les amis de l’Honneur Français fondata a Portoferraio nel 1803, proveniva da Santo Domingo ed era un uomo di colore.
Che ci poteva mai fare un ex Rappresentante del Popolo e Membro del Consiglio degli Anziani a Parigi in una piccola isola dell’Arcipelago toscano così lontana dai Caraibi? Quale intrigante mistero poteva esserci sotto?
Un’accurata e meticolosa ricerca archivistica durata diversi anni mi ha portato a scoprire una sconvolgente realtà: l’Elba, durante il periodo del Consolato di Napoleone, era stata luogo di deportazione per ventiquattro seguaci di Toussaint Louverture, il Nero ribelle che aveva combattuto la Francia nella Rivoluzione di Santo Domingo.
La certezza di una documentazione quasi inesistente o forse secretata su di loro, le tracce dei tentativi frustranti e deludenti da parte dei Commissari del Governo Francese all’Isola d’Elba di ottenere informazioni su come gestire questi scomodi prigionieri, le tante piccole sfumature colte durante questa meticolosa ricerca sono state sufficienti per mettere ancora di più in luce e confermare un aspetto misconosciuto e oscuro della Storia: il paladino della Libertà e della parità dei diritti, l’uomo che aveva sbandierato ai quattro venti che tutti gli Uomini erano liberi e uguali, aveva spudoratamente tradito e rinnegato i principi basilari propagandati dalla Rivoluzione Francese; la Storia tuttavia si è vendicata perché l’Elba non è stata solo il luogo dell’esilio dei suoi nemici ma anche il suo.
Napoleone è stato un uomo dotato di una personalità controversa, c’è chi lo ama riconoscendogli la sua genialità ma anche chi lo odia e, purtroppo, esiste anche una terza possibilità, quella di amarlo e odiarlo allo stesso tempo.
Questo lavoro è un omaggio al sentimento di amore per la Storia e per l’Elba, un luogo straordinario e unico.
Note biografiche
Isabella Zolfino, una Microbiologa innamorata dell’Elba dove vive stabilmente ormai da moltissimi anni, si è appassionata agli studi storici con particolare riferimento al breve periodo del quindicennio francese elbano.
Collaboratrice della rivista «Lo Scoglio» Elba ieri, oggi, domani, è stata autrice anche di numerosi articoli pubblicati su «Officinae», trimestrale internazionale di attualità e cultura esoterica e sul periodico «Il Corriere Elbano, La Voce storica della tua isola».Ha collaborato con la «Rivista Italiana di Studi Napoleonici» a cura del Centro Nazionale di Studi Napoleonici e di Storia dell’Elba per il volume numero 1-2/2011 anno XLIV nuova serie.
Nel 2011 ha pubblicato “La Massoneria all’Isola d’Elba dal 1803 al 1805 – La loggia francese Les Amis de l’Honneur Français rivissuta attraverso i suoi verbali” e, nel 2017, “Quinze Ans i quindici anni dell’Elba francese, la rivoluzione tradita” entrambi i volumi editi da L’Arco e la Corte Bari.
Nel 2021 ha pubblicato “Iniziative Socio Sanitarie nell’Elba Napoleonica - l‘isola come laboratorio sperimentale progressivo” e nel 2022 “l’Istruzione Pubblica secondo il concetto innovativo di Napoleone Bonaparte - Le basi della scuola moderna all’Isola d’Elba negli anni 1802 – 1815” entrambi i volumi pubblicati da questa Casa Editrice.