Agli studi, alle ricerche, agli scritti di Enrico Lombardi,sacerdote, l’Elba deve molto per le conoscenze acquisite in merito alla memoria storica della presenza di religiosi sul territorio insulare,delle strutture architettoniche religiose insieme con le congregazioni di credenti che le hanno frequentate .
Per tale conoscenza rimane davvero importante il testo “Vita eremitica nell’isola d’Elba e nella vicina costa tirrenica”
(Tipografia queriniana. Brescia 1961).
Ad Enrico Lombardi si deve la divulgazione di notizie riguardanti la comunità di fedeli che ha vissuto nel convento e nella chiesa di San Francesco di Portoferraio sin dalla fondazione di Cosmopoli.
Nel 1988, Lambardi fa un sintetico ma dettagliato resoconto in questi termini “…L’Elba non fu mai ambita residenza di comunità religiose maschili, ad eccezione di due Ospizi o eremi del Camaldolesi e due Conventi Francescani. Uno di questi ultimi fu aperto nel 1421 dagli Osservanti presso la Chiesetta di S. Cerbone nella valle di Marciana, ma, a causa del clima rigido e dei pericoli del mare che i religiosi dovevano incontrare per recarvisi, fu chiuso dopo circa cinquanta anni di vita stentata. Pare che i pericoli del viaggio marittimo non fossero solo immaginari, perché il primo Guardiano del Convento di Vetreta a Massa Marittima, inviato dai Superiori a S. Cerbone nell’Elba, annegò durante il viaggio di ritorno. Ritornarono i Francescani all’Elba quando fu fondata Cosmopoli da Cosimo I de Medici che vedendo ‘la penuria di messe, confessioni ed altre cose ecclesiastiche nella nuova città’, dice un cronista, per provvedere vi aprì un convento di Osservanti intitolato a S. Salvatore e si impegnò a mantenere 12 o 13 frati passando loro il vitto uguale a quello degli studenti della Sapienza di Pisa. Il primo nucleo di religiosi inviati dal Ministro della Provincia Francescana, Fra Bernardo Draconcini, confessore di Cosimo, era costituito da un Vicario, da un predicatore e due frati.
Poco dopo nel Capitolo o Congregazione fu nominato anche un Guardiano.Ben presto i frati raggiunsero il numero di dodici.Insieme al Convento fu anche iniziata la costruzione della Chiesa dedicata al S Salvatore, che ebbe nove altari e fu consacrata il 17 settembre 1606 dal Vescovo diocesano Alessandro Petrucci. Mentre il Convento era assai povero ed anche il fabbricato non era riuscito felicemente, la Chiesa invece fu arredata con magnificenza ducale e fornita di lampadari e candelabri d’argento.Secondo le cronache francescane nel Convento di Portoferraio visse e morì in concetto di santità per la sua eroica povertà e carità, un frate laico, fra Battista da Rontano della Garfagnana …“.
(Enrico Lombardi “Lo Scoglio. Elba ieri oggi domani “1988)
Fra Battista da Rontano nel 1563 si trovava nel convento di Fiesole dove faceva l’ortolano quando lo raggiunse l’ordine da parte del Capitolo di andare nel convento dell’Elba dove a quel tempo “…si trovavano a Portoferraio molti confinati, abbandonati da tutti e privi di tutto. Fra Battista ne divenne l’amico e il sostegno. Alcuni trovati sfiniti e vicini morire, li prendeva sulla spalle e li portava nella sua cella dove più di uno di questi infelici morì….”
(Enrico Lombardi. Idem come sopra)
Morto in odore di santità quando ancora la Chiesa non era terminata, fra Battista fu seppellito vicino al Convento. Fin dai primi anni il convento ebbe il dormitorio, il refettorio, la cucina e l’orto ma rimase per tempo privo e della chiesa e della cisterna tal che l’impegno di provvedere la mensa dei frati nei modi e nei termini degli studenti della Sapienza di Pisa non fu mantenuto.
Del fatto che il convento dovesse essere “ più capace“ lo accenna nel 1796 Sebastiano Lambardi, cosmopolitano “…Dopo alcuni anni furono fabbricate le Chiese dei PP. Zoccolanti Francescani, di ordine, e a spese del Gran Duca col Convento, quale doveva essere più capace, ma per stitichezza di risparmio levarono mano alla Fabbrica prima di terminarla, come si scorge anche a’ giorni di oggi imperfetta verso quella parte che riguarda i quartieri dei Mulini…”
(Cfr. pg 130 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba”. Sebastiano Lambardi 1796. Ristampa Forni Editore Bologna 1966)
Il convento oltre che dalla santità di fra Battista fu illustrato dalla dottrina di alcuni francescani come fra Paolo da Pisa che vi insegnò nel 1585.
In una carta di archivio, inedita, ho rinvenuto notizie che vanno ad ampliare le conoscenze che abbiamo riguardanti la comunità di religiosi che ha vissuto al convento di Cosmopoli. Nel 1721 il granduca di Toscana(Cosimo III de’ Medici) invia a Portoferraio padre Leonardo del Monte in sostituzione di Cristofano Nardi che è missionario laico al convento. A Sua Altezza Reale, il granduca, non è gradito che questo missionario, non sacerdote, Cristofano Nardi, espleti attività missionaria nel suo territorio di Portoferraio.
Di questa sua volontà, lo fa sapere al governatore di Portoferraio Carlo Vieri, tramite Carlo Rinuccini, segretario di guerra e consigliere di stato.
Ecco il testo integrale del documento:
“Al Serg.te Gen.le Vieri Governatore di Portoferraio
S.A.R.non vuole che VS ill.ma permetta in conto alcuno al nominato Cristofano Nardi inviato da Mon.re Vescovo di Massa di fare le missioni in codesta Piazza nel suo territorio poiché d’ordine di S.A.R. deve venire immediatamente costà il P.Leonardo del Monte,al quale Ella permetterà che faccia le sante Missioni e gli dovrà ella prestare ogni assistenza et aiuto acciò possa farle con frutto come sarà ella poi servita di ragguagliarmi che sia seguito per renderne in testa S.A.R. la quale anche desidera che lei mi dica prontamente chi sia questo Cristofano Nardi che fa da missionario senza essere sacerdote se sia realmente mandato dal vescovo di Massa e quel che faccia nelle sue missioni. Avverta perciò di non permettergli di farle costà dovendole solo fare di commissione di S.A.R. il predetto P. Leonardo e mi dia ragguaglio distinto del nominato Cristofano Nardi
Firenze 23 maggio 1721
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Carlo Rinuccini”
(Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 al 29 novembre 1723”. C11.Carta senza numero di pagina.Archivio preunitario del comune di Portoferraio. Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800. Archivio storico comune Portoferraio)
Pochi anni dopo, nel 1729, fu al convento come frate missionario il beato Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), il quale nelle sue prediche condannava le bestemmie e molti portoferraiesi divenuti di lui seguaci seguendo i di lui suggerimenti collocarono sulla porta di ingresso di casa l’emblema IHS, acronimo che significa Jesus Hominum Salvator affinchè la santa immagine aiutasse i passanti a non bestemmiare.
(Cfr pg 61 “I Medici a Portoferraio (1548-1737)”.Marisa Sardi .Persephone editore. Seconda edizione marzo 2021)
Questo stemma in Portoferraio è un segno della devozione religiosa popolare alla cui diffusione ha certamente contribuito la predicazione, la presenza del convento dei frati francescani.
E’ ancora oggi presente.
Paolo Casini parlando di devozione religiosa all’Elba, si sofferma a scrivere dell’emblema IHS con queste parole: ”…Sparsi per tutto il centro storico di Portoferraio è possibile osservare piccoli e grandi bassorilievi in pietra raffiguranti lo Stemma di San Bernardino detto anche Stemma di Cristo Re o Orifiamma. Quest’ultima parola deriva dal latino aurea flamma (fiamma d’oro) che i francesi chiamarono Oriflamme…. Al centro di un sole raggiante spiccano le lettere J,H e S abbreviazione per Jesus Hominum Salvator. La H è sormontata da una piccola croce .Nelle intenzioni del Santo, lo stemma, che rappresenta Cristo simbolo dell’amore e della pace, avrebbe dovuto sostituire tutti quelli appartenenti agli eserciti od alle diverse fazioni in lotta fra di loro…”
(Cfr. pg 100 di “Devozione popolare nell’arcipelago toscano. Nelle immagini dei tabernacoli e delle chiese”. Paolo Casini.Logisma editore. 2013)
Il Convento fu soppresso nel 1802 quando insieme con la chiesa, fu trasformato in caserma militare.
Scriveva nel 1988 Enrico Lombardi “…Con la partenza dei frati non si estinse in Portoferraio lo spirito francescano che anche oggi vi è tenuto vivo da una fiorente Congregazione del Terzo Ordine Secolare nella Chiesa della Misericordia così vicina all’antico Convento da esserne la più legittima erede e la continuatrice”.
(Enrico Lombardi. ”Lo Scoglio. Elba ieri oggi domani” 1988)
Marcello Camici
Nella foto: Portoferraio - Stemma di Cristo Re o Oriflamma bassorilievi in Via Guerrazzi, sopra la porta di ingresso laterale della Chiesa del SS Sacramento ed in Via del Carmine