La Chiesa del SS Salvatore fu la più frequentata delle chiese di Portoferraio in quanto vi erano celebrate messe mattutine, molto comode per coloro che poi dovevano andare a lavorare. Don Enrico Lombardi scrive che fu consacrata il 17 settembre 1606 dal vescovo diocesano Alessandro Petrucci.
(“Lo Scoglio. Elba ieri oggi domani“ 1988)
Nei primi anni dell’ottocento, chiesa e convento sono trasformati in caserma chiamata prima di San Francesco e poi intitolata al generale De Laugier.
Avanti, al lato sud della caserma, ma al di sotto di essa fu costruito uno stabile dettagliatamente descritto da Leoni nel 1877:
“… Forni e Magazzini di San Francesco. Questo stabile venne costruito dal 1811 al 1814 e fu fatto appositamente per uso di magazzino e forni militari…”
(“Descrizione delle fortificazioni e fabbriche di Portoferraio“ Leoni. Manoscritto 1877. Archivio privato)
Una struttura logistica connessa funzionalmente e strutturalmente con la caserma.
Dopo il bombardamento del secondo conflitto mondiale la caserma è stata restaurata e trasformata nel complesso culturale De Laugier mentre il Magazzino e forni militari ha avuto varie destinazioni di riuso ed oggi, questo storico edificio, è chiuso al pubblico e abbandonato. (vedi foto di copertina)
La chiesa granducale del SS Salvatore al presente può ancora essere individuata nel pianterreno di questo complesso culturale e precisamente nella sala intitolata al SS Salvatore e nell’annesso locale adibito ad archivio storico del comune di Portoferraio.
Voluta e fatta costruire da Cosimo I, la chiesa era non solo la più frequentata dai fedeli ma anche tra le più ricche di quelle presenti dentro la Piazzaforte.
Cosimo fu prodigo di doni per essa. In particolare merita ricordare che fece abbellire un altare, a lui riserbato chiamato “Altare della Pietà di Sua Altezza Reale”situato in Cornu Evangeli della navata della chiesa. E’ un quadro opera del Bronzino, con tema la Pietà di cui ho in passato scritto pubblicando una foto erronea del dipinto. (vedi https://www.elbareport.it/arte-cultura/item/61912-la-piet%C3%A0-nella-citt%C3%A0-di-portoferraio-parte-1 )
E’ da una pianta dei primi anni del settecento che si viene a sapere quanto la chiesa fosse bella e ricca in altari e come questi fossero stati distribuiti all’interno della unica navata presente. La pianta fa conoscere come fosse stata edificata la chiesa dal Camerini nel 1558 avendo allegata una dettagliata legenda.
La pianta è un disegno a china acquerellato su carta allegato alla lettera datata 15 gennaio 1702: poco più i cento anni dopo l’atto di fondazione.
La lettera è scritta dal governatore di Portoferraio Alessandro del Nero alla segreteria di guerra di Firenze.
(Archivio di stato di Firenze. Arch. Mediceo foglio 2541)
Dalla lettura della legenda si evince quanto segue:
ALTARE MAGGIORE
Nel disegno la chiesa è a pianta rettangolare e a navata unica ed è chiamata “Chiesa di San Francesco”.
Un solo altare maggiore posto al termine della navata al centro di un transetto che divide il coro dal resto della chiesa. Dietro l’altare maggiore è la “sagrestia”. Accanto a questa è una “porta del coro che va nel medesimo claustro” (segnata sulla mappa col numero 2) cioè una porta che connette la chiesa col chiostro del convento di San Francesco. Attraverso questa porta i frati entrano ed escono per espletare le loro funzioni liturgiche.
IN CORNU EVANGELI
Guardando l’altare maggiore, sul lato sinistro è la zona chiamata in tutte le chiese cristiane in Cornu Evangeli, perché ivi avviene la lettura del vangelo durante la liturgia. Sulla parete della navata, in cornu evangeli, sulla mappa si leggono a partire dall’altare maggiore:
“organo”
“residenza, ove stava prima monsignore Vescovo ad udir la predica“ (Lettera D)
“Altare della Pietà di Sua Altezza Reale” (lettera G)
“Residenza, ove sta oggi monsignore Vescovo ad udir la predica” (lettera E)
“Residenza e luogo ove sta il Governatore ad udir la predica: restando un gradino più basso” (lettera F)
“Cappella di S. Barbara” (lettera I)
“Cappella di S. Francesco” (lettera L)
“Altare della Madonna degli Angioli” (lettera N)
IN CORNU EPISTULAE
Guardando l’altare maggiore, sul lato destro, è la zona chiamata in Cornu Epistulae in tutte le chiese cristiane d’occidente, perché ivi avviene la lettura delle epistole ossia le lettere del nuovo testamento scritte dagli apostoli ai cristiani.
Sulla parete della navata in cornu epistulae, sulla mappa si leggono a partire dall’altare maggiore:
“Altare della SS Concettione“ (lettera H)
“Porta di fianco, che sorte fuori nel claustro” (lettera P)
“Il pulpito ove si predica” (lettera C)
“Altare della SS Annunziata” (lettera K)
“Altare di S. Giuseppe“ (lettera O)
“Cappella di S. Antonio" (lettera M)
La dettagliata descrizione della chiesa che si ottiene dalla lettura della legenda della mappa è importante ed interessante perché fa comprendere quanto bella e grande fosse. Si trattava di una chiesa che può essere catalogate tra le granducali e per la magnificenza e per la strutturazione: un altare maggiore con ben 8 altari minori (quattro per ogni lato della navata) e 3 cappelle, due nella navata in Cornu Evangelii ed una nella navata in Cornu Epistulae.
Una caratteristica della cappelle rispetto agli altari è quella di essere ottenute ricavando spazio fuori dalla parete del muro perimetrale: in particolare le due cappelle in Cornu Evangeli (S. Barbara e S. Francesco) si espandevano dentro il vicino orto del convento, mentre quella in Cornu Epistulae (S. Antonio) verso l’interno del vicino chiostro del convento.
Purtroppo non vengono riportate le dimensioni esatte: lo dice espressamente la legenda “Non si sono messe le misure particolari per appunto,per la spedittione, e per non essersi stato il tempo: che volendone restar servita si potrìa far con le diligenze dovute e secondo insegna la professione“.
Dopo circa ottanta anni, nel 1783, questa pianta di Alessandro del Nero del 1702 viene sconvolta da lavori di ristrutturazione:
“Nel 1783 viene separata la cappella di S. Barbara dallo spazio della chiesa, vengono rifatti gli stucchi nell’altare della Pietà, della SS. Comcezione, della SS. Annunziata, di Santa Barbara, viene levato dall’altare della Pietà il quadro rappresentante Gesù morto e inviato a Firenze in Galleria, vengono restaurati il tetto dela chiesa e quello del convento dal tenente ingegnere Giovanni Mori, secondo il progetto dell’ingegnere Giovanni Grazzini viene rifatto il cornicione del prospetto principale e l’organo,rimosso dalla parete laterale,viene collocato sulla controfacciata con una balaustrata”
(Cfr pg 18 di Portoferraio architettura e urbanistica 1548-1877” Amelio Fara Tipolito Subalpina srl Rivoli. Torino. 1997)
Questi lavori del 1783 sono eseguiti essendo governatore militare e civile di Portoferraio Carlo de Langhen.
Ce lo fa sapere Sebastiano Lambardi che nel 1791 scrive “… fu parimenti nel detto governo rimodernata con tutta la buona regola la Chiesa dei Padri di S. Francesco,serrata la cappella di S. Barbara che s’internava nell’orto del Convento e rifatti gli stucchi di un disegno uniforme, i quattro Altari dei lati, cioè quello della Pietà, quello della SS Concezione,quello della SS Nonziata e quello di S. Barbara…”
(Cfr. pg 215 di”Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba” S. Lambardi 1791. Ristampa fotomeccanica Forni Editore Bologna 1966)
Nel rilievo altimetrico (in sezione) del genio militare francese eseguito nei primi anni dell’ottocento l’interno della chiesa è ben visibile nella sua dimensione altimetrica dove la parte del coro è separata dal restante corpo della fabbrica da un’arcata a tutto sesto e nel piano sotterraneo vi sono cripte voltate con pilastri parzialmente interrati.
Rimane qualcosa che ancora oggi di questa chiesa e convento si può vedere ed ammirare?
Nel loggiato del cortile interno dell’attuale complesso culturale si possono ammirare, in quanto lasciati liberi dall’intonaco bianco, i peducci in pietra con decorazione scolpita, mensole su cui si impostava la volta dell’antico loggiato del convento.
Non sono visibili perché non accessibili al pubblico, gli ambienti sotterranei con le cripte voltate capolavoro di ingegneria edile rinascimentale del Camerini.
Fuori e lontano da chiesa e convento sono invece ancora oggi ben visibili: ”il pulpito ove si predica” che era sito in cornu epistulae all’interno della navata della chiesa e il quadro della “Deposizione di Cristo" del Bronzino che era collocato dentro l”altare della Pietà di Sua Altezza Reale” in cornu evangeli che oggi si trova a Firenze.
Negli anni della soppressione della chiesa e convento con loro trasformazione in caserma, il pulpito della chiesa del SS. Salvatore fu trasferito dentro la chiesa della SS. Natività di Portoferraio, conosciuta come Duomo, dove ancora oggi è situato in cornu epistulae come lo era dentro la chiesa del SS Salvatore: visibile al terzo pilastro della navata centrale, pulpito a cui si accede per mezzo di una scalette a chiocciola.
E’ in marmo liscio, grigio, ha cinque lati privo di decorazioni.
Marcello Camici
Foto di copertina - Portoferraio. Forni e magazzini di S. Francesco, sec XVIII. Lato sud est e scalinata Napoleone, ex scalinata dei Mulini.
Foto 2 - Pianta planimetrica della Chiesa del SS. Salvatore di Portoferraio. Disegno a china acquerellato su carta allegato alla lettera del governatore Alessandro del Nero inviata alla segreteria di guerra e datata 11 gennaio 1702.
Foto 3 -Portoferraio. Peduccio del loggiato interno del chiostro nel complesso De Laugier.
Foto 4 - “Deposizione di Cristo “Agnolo di Cosimo detto il Bronzino. Dipinto olio su tela.
Foto 5 - Portoferraio. Chiesa della SS. Natività (Duomo). Pulpito in marmo proveniente dalla chiesa del SS. Salvatore del convento dei francescani dove è posto in Cornu Epistulae come lo era dentro la chiesa del SS Salvatore. Sec XVI. Autore ignoto.