Nunzio Marotti con la sua poesia "I due simulacri" vince il Gran Premio della Giuria alla 30° edizione del Premio Nazionale di Poesia Inedita "Ossi di Seppia" organizzato dal Comune di Taggia (Imperia).
Un importante riconoscimento per una poesia dal contenuto molto attuale, che parla di pace e di guerra, di morte e di speranza.
"L'ispirazione - ci racconta Nunzio - è arrivata per caso durante la Processione del Venerdi Santo di qualche anno fa. Stavo seguendo con lo sguardo la croce quando, raggiunta la Calata, ho notato che nella rada di Portoferraio c'erano quattro navi militari, quel contrasto simbolico provocò in me qualcosa e una volta giunto a casa di getto ho sentito il bisogno di scrivere queste parole".
Di seguito il testo della poesia
I due simulacri
(Visioni apocalittiche – rivelazioni)
I – Primo giorno
Isola di pace.
Primo giorno.
Shalom dietro l'agnello,
con passi densi intrisi di pietà.
Venerdì di passione.
Simulacro di Cristo
su specchio di Mediterraneo,
mare-ponte e ricchezza.
Pax...
… romana americana russa globale...
Non t'arrendi.
E' ancora tempo di lotta,
princeps mundi,
inganno delle genti.
Draco.
“E si fermò sulla spiaggia del mare” 1
La bestia sale dall'acqua,
ha quattro teste
con nomi blasfemi.
Scafi di ferro
che parlano di morte.
Ma la bestia è ammirata
e adorata:
“Chi è simile alla bestia
e chi può combattere con lei?” 2
Ha potere di vita e di morte,
compie prodigi di bestemmia
(“uccidere l'uomo è bestemmia!”)
in nome di serpens antiquus denaro e potere.
Bestia seconda la difende e promuove,
inganna umani con portenti
e post-verità,
infonde spirito al suo simulacro
(hanno occhi hanno orecchi...).
II – Secondo giorno
Secondo giorno.
E' il silenzio della speranza.
Nella grotta giace ormai morto.
Intanto, la bestia seconda
tutti (quasi) ha marchiato:
piccoli e grandi,
ricchi e poveri,
liberi e schiavi.
Solo in suo nome
- possesso profitto sopraffazione -
si compra e si vende.
E ancora questo mare,
che da tempo odora di morte,
solcato da barconi per morienti
che partono da coste
votate alla bestia.
Ordina al cavallo rosso:
togli la pace con la spada
che si sgozzino a vicenda.
Ordina al cavallo verdastro:
sia sterminio con la guerra e la fame.
Ordina al cavallo nero:
sia fatto il commercio che uccide.
E' il trionfo della grande puttana,
Babilonia la grande,
che regna sui potenti?
Con lei hanno fornicato i re della terra.
Col suo vino si sono ubriacati
gli abitanti del mondo.
Del suo lusso sfarzoso
sono ingrassati i mercanti.
III – Terzo giorno
Terzo giorno.
“E' caduta,
è caduta Babilonia, la grande!” 3
Un angelo possente
ha rovesciato la grande pietra.
Alleluia. Amen.
Beati gli invitati.
Ecco il cavallo bianco
la cui forza è “Parola”,
spada affilata esce da bocca.
Nulla possono
bestia e potenti ed eserciti:
in stagnum ignis et sulphuris 4
precipitano.
“Poi vidi un cielo nuovo e una terra nuova” 5
E lacrime asciugate:
niente più pianto
né lutto né grida né dolore.
“Sì, le cose di prima sono passate” 6
Primo giorno dopo il Terzo. E secondo.
“Sì, le cose di prima sono passate”.
Partenza.
La ruggine consuma il ferro.
Il sogno di Isaia si avvera.
Arcobaleni saranno.
Non più nelle mani del princeps,
pax mundi non è pax Christi,
ma ultima è questa non quella.
Disarmaci, Agnello ritto-sgozzato,
sola spes mundi.
Nunzio Marotti
1 Apocalisse 12,18
2 Apocalisse 13,4
3 Apocalisse 18,2
4 Apocalisse 20,10
5 Apocalisse 21,1
6 Apocalisse 21,4