Il "museo del Barcocaio" è assai scarsamente segnalato, sia per i pochi cartelli stradali, che per la sparuta presenza sul web. Inoltre, il suo nome ufficiale è troppo lungo e inadeguato, "Museo civico archeologico del parco minerario di Rio", in un'epoca in cui MET, MANN, ETRU, sono acronimi o sigle usate per i musei.
I tesori che esso custodisce sono straordinari. I vasi a fiasco e le punte di freccia degli elbani preistorici lavoratori di metalli del Terzo Millennio avanti Cristo, i bronzi da Pomonte e San Martino dei liguri e/o villanoviani dell'isola, le ceramiche etrusche dalle tombe dei Petrus e i "pezzi" di villa romana, sono davvero imperdibili per chi volesse farsi una idea della storia antica dell'Elba e del Mediterraneo.
Se ci sono pochi visitatori, lo si deve anche all'assenza delle scuole, che dovrebbero necessariamente inserire questo museo e gli altri due archeologici di Portoferraio e Marciana in un percorso didattico obbligatorio per gli studenti di storia dalle primarie alle superiori. Invece ognuno fa di testa sua, ogni classe o ogni insegnante prende iniziative isolate, e poi tocca sentir dire che un museo ha avuto meno di 800 visite, come se la colpa fosse del museo, e come se il patrimonio culturale di un territorio fosse un bar, che per valere la pena stare aperto deve fare almeno 50 consumazioni al giorno.
È proprio la mentalità ad essere sbagliata, non solo tra la gente comune, ma tra gli amministratori e il personale scolastico. I presidi di tutte le scuole e i sindaci di tutti i comuni devono urgentemente sedersi a un tavolo e in brevissimo tempo approntare una strategia per rendere fruibili i nostri musei ai nostri studenti. I soldi non mancano, oltre all'Europa e alla Regione Toscana, abbiamo anche qualche milione di euro alla Gestione Associata per il Turismo.
Quale migliore promozione di un territorio i cui abitanti siano ferrati in materia? Il Parco sembra essere già indirizzato su questa linea. Se l'Elba vuole migliorare la propria offerta deve cominciare dal migliorare i suoi abitanti, fin da bimbi, e gli addetti all'accoglienza in senso largo, incluse tutte le persone che stanno al pubblico. Se noi fossimo in grado di dare a tutti una formazione di base sul patrimonio storico e naturale dell'isola, faremmo doppiamente bene: da un lato creeremmo una popolazione assai meno ignorante, dall'altro faremmo vivere e crescere i nostri musei e monumenti.
A. Mazzei