La presenza nel Pian di Lacona (dal latino «lacuna», «laguna») della medievale Chiesa di Santa Maria, in posizione rilevante su una collina prossima al mare, ricorda non poco l’assetto territoriale del paese di Latrano e della sua Chiesa di Santo Stefano, le cui tracce documentarie si estinguono con il XIII secolo. Riprendendo una tradizione storica settecentesca riportata da Agostino Cesaretti, a Lacona sarebbe esistito un «castello vicino alla Chiesa della Madonna di Acona» non attestato, tuttavia, da alcuna fonte pisana: nel 1729 Giovanni Vincenzo Coresi Del Bruno scriveva che «ritrovansi però qualche piccola reliquia dell’istesse muraglie, benché ricoperte dalla terra per il corso delle acque». Secondo Giuseppe Ninci, nel 1815 «tutto ciò che può segnar qualche traccia della sua posizione è una numerosa quantità di pietre molto corrose dal tempo ed ammassate fra una gran spiaggia di mare ed un oratorio fabbricato sugl’avanzi di antiche rovine, dedicato alla Santissima Vergine della Neve».
La Chiesa di Santa Maria sorge su una collinetta del Pian di Lacona ed è altresì chiamata Madonna della Neve, in riferimento al miracolo avvenuto a Roma il 5 agosto 358. Perfettamente orientata lungo il simbolico asse Est-Ovest e posta al di sopra dell’antica Via del Santuario di Lacona, durante il corso dei secoli venne parzialmente inglobata in un romitorio sul quale svetta un campanile cuspidato; le dimensioni esterne della chiesetta medievale dovevano raggiungere 7,40 x 9,75 metri. La muratura medievale attualmente visibile riguarda la quasi totalità dell’esterno dell’edificio sacro, tranne la parte sommitale che risulta intonacata. Sul muro meridionale si apre una piccola porta «ad usum liturgicum» caratterizzata da un grezzo architrave pentagonale, unico esempio rimasto all’Elba, spesso riscontrabile in coeve chiese di Corsica come quella di San Cerbone a Lento e di San Quirico a Bisinchi.
La posizione dell’altura su cui si eleva la chiesa, posta tra due piccoli corsi d’acqua (la Vallecchia di Santa Maria e la Vallecchia sotto la Madonna), risulta particolarmente interessante; si può ipotizzare che riprenda la simbolica concezione medievale dell’edificio religioso collocato tra due fiumi («inter rivora»), dei quali l’uno rappresenta il battesimo (il «lavacrum gratiæ») e l’altro la penitenza (il «fletus pœnitentiæ»).
Silvestre Ferruzzi