Il monumento a Giacomo Matteotti a Marciana Marina, in via Scali Mazzini, venne inaugurato il 30 maggio 1946, a solo un anno dalla liberazione dal nazifascismo.
In un documento della Questura di Livorno pubblicato sulla pagina di Facebook di Enrico Manzi il 25 aprile del 2020 e rinvenuto all’Archivio di Stato di Livorno, si legge:
«Alle ore 16.30 del 30 corrente, con l’intervento di numerose persone, in Piazza Scali Mazzini di Marciana Marina, è stato inaugurato il monumento al ricordo di Giacomo Matteotti. Lo scomparso è stato commemorato dall’ avv. Tarchiani, della federazione socialista di Firenze, e dal rappresentante del partito comunista di Marciana Marina, dott. Max Bonanno. Alla cerimonia sono intervenute tutte le autorità e rappresentanti dei vari partiti di Marciana Marina. Nessun incidente».
Il Tenente Comandante dei CC.RR. di Portoferraio, Manlio Iannaccone
Il monumento a Matteotti, un socialdemocratico del Partito Socialista Unitario – nato dopo l’espulsione dei “gradualisti” dal Partito Socialista Italiano e fortemente contrario al Partito Comunista Italiano – venne quindi inaugurato da due Partiti – PSI e PCI - che di Matteotti erano stati durissimi avversari politici, ma alleati nella lotta contro il nascente regime fascista.
Max Bonanno era lo storico, burbero e rispettatissimo medico condotto di Marciana Marina e babbo di Nello “Piccio” Bonanno che negli anni 60 sarebbe diventato Sindaco democristiano di Marciana Marina per oltre 20 anni e che poi avrebbe lasciato il posto a Pasquale Berti nel 1983.
In quel 30 maggio di 77 anni fa, in quella cerimonie “senza incidenti”, c’è l’inizio della storia democratica di Marciana Marina che ha le sue radici nella Resistenza antifascista e che ha il suo simbolo nel partigiano monarchico Oliviero Murzi che salvò con un blitz armato il nostro porto dai nazisti che lo avevano minato.
Una storia di perseguitati politici segnalati dall’Opera Vigilanza Repressione Antifascismo (OVRA) che a Marciana Marina non furono pochi, una storia che ha attraversato e diviso le famiglie con una passione politica bruciante e una speranza nell’avvenire che oggi ci è difficile anche comprendere.
Una storia scritta da uomini, donne, dottori e proletari analfabeti, borghesi, contadini e pescatori e da Partiti di popolo che non ci sono più, ma ai quali dobbiamo essere sempre grati.
Quel brutto monumento quasi dimenticato nei giardinetti è bellissimo perché ci dice che siamo quel che siamo perché camminiamo sulle spalle di giganti che non sapevano di esserlo, che seppero stare insieme anche se non la pensavano nello stesso modo. Insieme per la Pace e la Giustizia scritte nella nostra Costituzione antifascista. La più bella del mondo.
Umberto Mazzantini