E’ chiamato secondo bastione degli Spagnoli essendo il primo stato costruito più in basso dove è parte dell’opera di Santa Fine. I due bastioni degli spagnoli erano connessi con camminamento “coperto”, camminamento in parte scomparso in seguito alla sviluppo urbanistico.
Come il primo bastione degli Spagnoli anche il secondo è stato costruito dagli spagnoli durante il breve periodo (1732-1734) nel quale occuparono Portoferraio.
Lo conferma il numero 1734 scritto nell’intonaco della parete esterna nord del bastione sopra via Ninci.
Il bastione è infatti ben visibile ancora oggi con la sua muraglia e troniere passando da via Ninci (foto di copertina)
Fa parte del fronte di attacco di terra delle fortezze mediceo-lorenesi: è compreso tra le opere dette “avanzate”, opere aggiunte a scopo sussidiario alla cinta difensiva principale nella difesa.
Nel 1877 è descritto da Leoni col nome di “Lunetta degli Spagnoli”. Il termine “lunetta” è da intendersi in senso militare e cioè bastione minore, piccolo, posto in zona avanzata rispetto al bastione della Carciofaia o dell’Imperatore, retro e sovrastante, e all’opera aggiunta di Pietro, pur essa retro e sovrastante. Col termine lunetta si vuol evidenziare anche la funzione militare di questo bastione: quella di proteggere i difensori nelle sortite e nelle eventuali ritirate che avvenivano nel camminamento “coperto” posto davanti.
“Lunetta degli Spagnoli
E’ a cavaliere della strada coperta dello stesso nome dalla quale vi si accede; dista di 70 metri circa dal bastione dell’Imperatore.
E’ destinato alla difesa di terra, ma ha pure azione sul mare.
E’ una piccola opera che occupa la superfice di metri quadri 375. Il parapetto della faccia sinistra, che è la principale è in terra a rivestimenti interi, e quelli dell’altra faccia e dei piccoli fianchi sono in muratura; il ciglio interno si eleva a 30 metri e cinquanta sul mare.
Disarmato.
Stato di conservazione Mediocre”
(Leoni. Manoscritto 1877. Archivio privato)
Il secondo bastione degli Spagnoli è monumento storico che è stato sottoposto a pesante riuso da parte dell’amministrazione militare. L’area intera dell’antico spalto del bastione è infatti occupata da una nuova costruzione costituita da vari locali disposti su due piani ed il cui volume e profilo planimetrico e altimetrico sono circa corrispondenti a quello del preesistente terrapieno dello spalto. Il volume occupato dalla nuova costruzione non è visibile dal basso, passando da Via Ninci.
L’opera moderna aggiunta è bene evidente in foto scattata dall’alto da drone.
Da qui, il volume della costruzione si evidenzia dall’inconfondibile aspetto dell’asfaltatura della sua copertura in piano e da questo si capisce subito che è costruzione di epoca recente.
Dietro il bastione, sempre ad opera dell’amministrazione militare, è stato costruito un po' più in alto, la copertura piramidale dell’ingresso ad un’ampia cisterna sotterranea per carburante.
Un deposito logistico della marina militare che è stato visitato e documentato da Carlo Benza https://www.mucchioselvaggio.it/CONTENITORE_documenti/la_cittadella/index.html
Definendola patrimonio dimenticato Fabrizio Prianti anni fa chiamava questa ampia cisterna militare “la Cittadella di Portoferraio”.
“La Cittadella di Portoferraio
L'attuale Gattaia è un ex deposito di carburanti della Regia Marina Militare realizzato in epoca fascista secondo un progetto sul quale intervenne in larga misura l'Ingegner Nervi; il sito occupa una vasta area sotterranea che dal promontorio di S. Fine giunge fino alla stazione di pompaggio in prossimità del Molo Gallo. L'ingresso principale è situato all'altezza del tornante di Via Ninci e precisamente nel piazzale della "Casermetta" esterna alla struttura in oggetto, ma facente parte del complesso militare medesimo; un muro alto circa quattro metri su un tratto di un centinaio di metri delimita la gran parte del tratto superiore di Via Ninci e copre alla vista esterna anche la struttura della casermetta. Al piazzale medesimo si accede tramite un vecchio cancello sopra il tornante e anche da una porta in ferro situata lungo il muro; all'interno del piazzale vi sono alcuni accessi ai vari livelli della struttura scavata all'interno del monte sottostante al Forte Falcone, che sono attualmente murati per motivi di sicurezza (le murature sono state rimosse nel 2002 in occasione di un sopralluogo effettuato dall’architetto Maltinti e dal responsabile della Lega Nord all’Elba Carlo Bensa). La struttura sotterranea, oltre all'importanza storico-militare, è anche un rimarchevole esempio di ingegneria e architettura con ardite soluzioni strutturali ancora oggi difficilmente progettabili; è per questo ancora più entusiasmante pensare che essa è stata realizzata più di settanta anni fa. Essa è concepita come una struttura autosufficiente ed atta a garantire per lungo tempo ed in piena autonomia la sopravvivenza degli occupanti; oltre ai depositi di carburante, uno da tremila tonnellate, uno da mille tonnellate e due da trecento, vi sono realizzati dei dormitori, una cucina con sala mensa, un deposito d'acqua a doppia struttura di contenimento di oltre centomila litri, oltre a tutti gli altri servizi tipici di una vera e propria città fortezza. Da qui il nome "Cittadella" coniato da alcuni vecchi del paese”.
Ciò che oggi rimane dell’antico bastione, il secondo degli Spagnoli, non è la piazza dello spalto con le panchiere tra le troniere, eliminate per far spazio alla nuova costruzione militare, ma l’antica muraglia con soprastante parapetto e relative troniere per i cannoni di artiglieria. Le caratteristiche di queste strutture rimaste sono quelle della muraglia del bastione che qui, come nel primo bastione degli Spagnoli, assume uno spessore particolarmente notevole dovendo sostenere da vicino l’urto dell’artiglieria nemica.
Rino Manetti studiando le carte della “Raccolta delle piante principali città e fortezze del Gran Ducato di Toscana“ (Album Warren. 1749. Archivio di stato di Firenze) scrive che questo secondo bastione degli Spagnoli fu sottoposto nel 1744,appena dieci anni dopo la costruzione, a lavori di risarcimento per quanto riguarda la muratura delle panchiere tra le troniere.
Vi si può accedere facilmente da via Ninci attraverso un cancello, attualmente chiuso, che immette nel cammino “coperto” degli Spagnoli. Il bastione è infatti “a cavaliere della strada coperta dello stesso nome dalla quale vi si accede” (Leoni). Il cammino degli Spagnoli è chiamato coperto in quanto defilato alla vista del nemico: esso sale verso l’opera di San Carlo fino all’opera sovrastante di San Pietro, al quale accede attraverso un sottopasso, e da qui prosegue verso la porta segreta chiamata del Cavaliere che immette, tramite un altro sottopasso, dentro il bastione del Cavaliere.
E’ chiuso in stato di abbandono.
La sua apertura e fruizione pubblica porterebbe non solo alla conoscenza di questo monumento storico patrimonio culturale della città di Portoferraio ma anche alla scoperta di un altro patrimonio nascosto, sotterraneo, chiamato “Cittadella”.
Marcello Camici
FOTO DI COPERTINA - Portoferraio. Muraglia del secondo Bastione degli Spagnoli con le troniere così come sono visibili ancora oggi sopra la strada di Via Ninci.
FOTO 2 - Portoferraio. Numero 1734 scritto sull’intonaco della parete esterna nord del secondo bastione degli Spagnoli. Foto ripresa da via Ninci. La data corrisponde al periodo della presenza di truppe spagnole in Portoferraio (1732-1734). In questo breve periodo gli spagnoli realizzarono i due bastioni che portano il loro nome.
FOTO 3 - Portoferraio. Fortezze mediceo-lorenesi. Fronte di attacco di terra. Immediatamente sopra via Ninci, la strada pubblica visibile in fondo alla foto sulla destra, è evidente e luccicante il tetto dell’edificio militare costruito sopra lo spalto del secondo bastione degli spagnoli. Foto da drone
FOTO 4 - Portoferraio. In primo piano troniere e muraglia del secondo bastione degli Spagnoli. Davanti è il camminamento “coperto” degli Spagnoli ancor esistente che fiancheggia il bastione salendo su verso bastione San Pietro per poi proseguire tramite porta “segreta” dentro al bastione del Cavaliere e di qui fino al forte Falcone.
Dentro il bastione si intravede il comignolo sul tetto dell’immobile costruito sullo spalto e dietro la copertura piramidale d’ingresso alla grossa cisterna di carburante.
FOTO 5 - Portoferraio. Fortezze mediceo-lorenesi. Fronte di attacco di terra. Camminamento coperto degli Spagnoli nella parte dove attraverso paterna -sottopasso- si congiunge all’opera di San Pietro di cui si intravedono le troniere per le bocche da fuoco dell’artiglieria.
FOTO 6 - Portoferraio, Fortezze mediceo lorenesi. Fronte di attacco di terra. Porta “segreta“ del Cavaliere di accesso alla paterna o sottopasso con tratto iniziale della rampa con la quale il camminamento “coperto” degli Spagnoli comunica con l’interno del bastione del Cavaliere.