In un tempo antico, sull’isola d’Elba, esisteva un luogo magico chiamato San Piero in Campo. Qui, tra le strette strade in granito e le torri medievali, si celava un segreto: il caracuto.
Caracuto era l’antica parola elbana per indicare l’agrifoglio. Questa pianta cresceva abbondante tra le colline di San Piero, sia tra Marciana e Poggio che tra San’Ilario e San Piero sopra Marina di Campo. Ma il caracuto di San Piero aveva un potere speciale.
La leggenda narra che quando sotto l’antica torre di San Giovanni fioriva il caracuto con le sue bacche rosse, avveniva un passaggio fra il mondo del reale e quello della fantasia. In quel momento, le strette strade di San Piero si animavano di un lungo corteo composto da popolani, nobildonne, cavalieri, guerrieri e musici, tutti vestiti in costume dell’epoca.
Elio, il vecchio contadino, era uno dei custodi del caracuto. Ogni anno, durante la Festa del Caracuto, Elio si univa al corteo. Portava con sé un rametto di agrifoglio e lo piantava nel terreno vicino alla torre. Le bacche rosse brillavano come rubini al sole, e la gente sapeva che il passaggio verso mondi nascosti era aperto.
Chiunque mangiasse una di quelle bacche entrava in uno stato di trance. Vedeva visioni di fate danzanti nei boschi, di antichi manoscritti sepolti sotto le radici degli alberi e di creature magiche che si nascondevano tra le foglie. Il caracuto era un ponte tra il mondo umano e quello misterioso.
La festa continuava con iniziative d’intrattenimento, momenti di teatro popolare, stand gastronomici e bancarelle artigianali. Grandi e bambini si univano per celebrare il caracuto e la sua magia.
Aria, la giovane musicista, suonava il suo flauto durante la festa. Le sue melodie sembravano intrecciarsi con il canto delle stelle. Si diceva che Aria avesse scoperto un modo per comunicare con gli spiriti attraverso la musica, proprio come il caracuto faceva con le sue bacche.
E così, ogni anno, San Piero in Campo si trasformava in un luogo di incanto e meraviglia. Il caracuto continuava a custodire il segreto del passaggio tra i mondi, mentre le stelle e la musica di Aria danzavano insieme nel cielo notturno.
Gian Mario Gentini