Oggi, 4 gennaio 2025, Doriano Carlotti avrebbe compiuto cento anni.
Doriano Carlotti merita di essere leggenda. Gli hanno voluto bene i suoi compagni di squadra, i giocatori da lui allenati, i suoi tifosi, gli sportivi tutti.
E’ stato senza dubbio uno dei migliori protagonisti del calcio che l'Elba abbia mai avuto e uno dei migliori portieri a livello nazionale.
Doriano gioca a Piombino in serie B, a Cosenza in quarta serie e a Prato in serie C, con il quale vince un campionato. Incontra da avversario, nel 1951, anche Enzo Bearzot come giocatore del Catania, poi diventato l’allenatore campione del mondo con la Nazionale Azzurra.
Veste la maglia dell'Audace per poi diventarne anche allenatore, contribuendo ad unire Portoferraio con il calcio.
Fece parte di quel Piombino che il 18 novembre 1951 sconfisse nel campionato di serie “B” la Roma prima in classifica e che puntava alla promozione in seria “A”.
A Piombino diventò anche capitano della squadra.
Detto doverosamente ciò, a lui mi legano, dal punto di vista sportivo, due bellissimi ricordi.
Il primo legato alla squadra juniores dell'Audace vincitrice del campionato provinciale (anno 1970-71).
Il secondo legato ad un ricordo di Doriano con Ferruccio Valcareggi, suo compagno di squadra e allenatore nel 1952 a Piombino. Siamo negli anni ottanta e frequentavo un corso, a Coverciano, per dirigenti di società di calcio dilettantistiche. Dissi a Doriano che spesso trovavo Ferruccio Valcareggi al bar del Centro Tecnico Federale.
Doriano mi chiese di salutarglielo. Mi disse: “Giovanni se vedi Valcareggi digli che lo saluta “pesciolino”(soprannome che aveva Doriano a Piombino). Così feci.
Vado al bar prima della lezione in aula e trovo Valcareggi impegnato a giocare a briscola. Mi avvicino a lui timidamente e gli chiedo: “Valcareggi posso disturbarla un attimo”? “Certo", rispose. “Le porto i saluti di “pesciolino”.
Valcareggi poggia le carte sul tavolo e con uno sguardo interessato, emozionato e entusiasta mi chiese come stava e cosa facesse Doriano. Gli dissi che allenava i portieri dell'Audace a Portoferraio e che era ancora a lavoro.
Ma l'imprevisto ed emozionante momento, fu quando mi disse che Doriano, negli anni cinquanta, fu il primo portiere in Italia a stazionare al limite della sua area di rigore, per uscire fuori e giocare di anticipo sugli avversari. Ricordo anche l'emozione del “maresciallo Cucchiarelli”, che con me frequentava quel corso perdirigenti, alle parole di Valcareggi.
Raccontai a Doriano la conversazione con Valcareggi e, da umile, altra qualità che lui aveva, mi rispose non a parole ma con un sorriso e con quella frequente lisciata della mano sulla testa che era un suo modo di fare. Ovviamente gli avevano fatto piacere, seppur a distanza di tanto tempo, quelle considerazioni di Valcareggi.
Lo ricordo come persona di poche ma sagge parole, che dispensava consigli a tutti. Era proprio la sua saggezza e la sua umiltà che lo rendevano diverso dagli altri.
Tutte le domeniche mi fermo alla sua tomba per un saluto.
Ciao Dori, così lo chiamavo confidenzialmente. Ciao portierone.
Ciao mister.
Giovanni Frangioni