Non c'è bisogno dell'attualità Ucraina per rendersi conto della divisione che attraversano i credenti in Cristo, vero Uomo e vero Dio. Una divisione non solo fra cattolici, ortodossi e riformati, ma anche all'interno delle stesse confessioni.
"I cristiani, nella storia, non sono stati capaci di conservare l'unità e la pace. Non c'è nessuna chiesa che non sia divisa, in modo o in altro, dalle altre, o che non sia stata complice, diretta o indiretta, di una o più divisioni. È, questa, una storia tristissima, una vergogna... Il condominio cristiano è purtroppo ancora strutturato in appartamenti separati dove ogni confessione vive per conto suo". (Paolo Ricca, pastore e teologo valdese).
La ricerca dell'unità è un impegno di ogni giorno. E per ricordarlo da anni si svolge una "Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani", dal 18 al 25 gennaio.
"Quest’anno - si ricorda nelle note ufficiali - ricorre l’anniversario dei 1700 anni del primo Concilio ecumenico dei cristiani che si tenne a Nicea, vicino Costantinopoli, nel 325 d.C.; questa commemorazione offre un’opportunità unica per riflettere e celebrare la nostra comune fede di cristiani, quale fu espressa nel Credo formulato durante quel Concilio, una fede ancora oggi viva e feconda. La Settimana di preghiera del 2025 ci invita ad attingere a questa eredità condivisa e ad entrare più profondamente nella fede che ci unisce come cristiani". Il tema biblico di quest'anno è "Credi tu questo?" (versetto 26 del capitolo 11 del vangelo di Giovanni).
Momenti di preghiera comune, incontri di studio e confronto, attività comuni si alternano in questo periodo. Purtroppo, la maggior parte dei credenti, più o meno praticanti, non ne avverte l'importanza e, talvolta, "si sbriga la pratica" in modo formale e marginale.
Di seguito due preghiere della ricca tradizione cristiana greca e di quella siriaca.
La prima, di Teofilo di Antiochia (II secolo), richiama l'azione creatrice continua di Dio, il cui Spirito vibra nella creato ma anche nello spirito dell'uomo-
La seconda, Isacco di Ninive (VII secolo), parla di rinascita la cui aria è respirata da chi vive nell'amore.
"Questo mio Dio, Signore di tutte le cose, è colui che da solo ha disteso i cieli e ha stabilito l’estensione di ciò che è sotto il cielo. ... È colui che ha posto la terra sopra le acque e ha donato il soffio che la nutre. È il suo spirare che vivifica tutto, e se Egli trattenesse il suo soffio presso di sé, ogni essere sarebbe privato della vita. Questo Spirito, o uomo, vibra nel tuo, nella tua voce. Respiri il suo Spirito, eppure non lo sai." (Teofilo di Antiochia)
"Chi vive nell’amore in questa creazione, respira la vita che viene da Dio. Egli già quaggiù respira l’aria della rinascita. Di quest’aria si deliziano i giusti nella resurrezione. L’amore è il Regno di cui il Signore nostro ha promesso in mistero ai discepoli che ne avrebbero mangiato nel suo regno. Dice: “Mangerete e berrete alla tavola del mio regno”. Cosa mangiano se non l’amore? L’amore basta a nutrire l’uomo, in luogo di cibo e bevanda. Questo è il vino che rallegra il cuore dell’uomo. Beato colui che beve di questo vino!" (Isacco di Ninive)
Nunzio Marotti