Il luogo dove è stato costruito forte Falcone, viene descritto nel 1791 da Sebastiano Lambardi che è un‘cosmopolitano’ (portoferraiese) come lui stesso si definisce. La descrizione che egli fa di forte Falcone oltre duecento anni orsono, dove l’aria è perfettissima, “coronato da’ monti in mezzo al mare”, merita l’integrale trascrizione perché è bella.
“..L’aria poi è perfettissima, specialmente nell’eminenti fortezze della Stella e del Falcone. Si è osservato più volte che molte persone dentro quella fortezza ristrette per qualche castigo da esse meritato, inferme di animo e di corpo, in breve tempo si sono perfettamente ristabilite e ricuperata la loro salute. Questa fortezza del Falcone gode di una bellissima veduta da tutte le sue parti. A mezzogiorno e a levante si vede tutto il paese sottoposto, come un anfiteatro, ed il simile dalla Stella, tutta la darsena, la rada e lungo questa tutte le campagne con grani e vigne ben disposte, tutte a piè della montagne che circondano tutta la rada, principiando dalla Punta pina all’ingresso dell’insenata del porto e girando per lo spazio di tre miglia; cosa di può dire di Porto Ferrajo:
Coronato da’ monti in mezzo al mare.
Questo mare poi dal Falcone si estende come una vasta pianura sino all’orizzonte e si vede di colà ogni giorno passare infinità di vari bastimenti a ponente e a levante, che imboccano e sboccano dal canale della Corsica e di Piombino...“
(Cfr pg 246 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba”. Sebastiano Lambardi 1791. Ristampa fotomeccanica. Forni editore, Bologna. 1966)
In origine, ai tempi di Cosimo I de’ Medici nel cinquecento, il forte era stato concepito con locali quasi tutti sotterranei, in modo che il piano di calpestio, potesse essere il più possibile libero per garantire il massimo spazio di manovra ai difensori in caso di assedio. I vani fatti costruire sotterranei erano divisi in magazzini, prigioni e alloggi per il genio. Si affacciavano tutti su una corte interna ed erano coperti da volte a mattoni, a botte e a crociera. Originariamente, superato l'atrio di ingresso, si percorrevano due rampe di scale fra loro in linea: la prima permetteva di raggiungere la corte interna e quindi gli ambienti coperti, la seconda giungeva al piano di calpestio superiore. Sia l’una che l’altra rampa sono ancora esistenti.
Furono edificate anche due cisterne per il fabbisogno idrico del forte.
Nei locali sotterranei, la struttura cinquecentesca non ha subito modificazioni di rilievo.
Sono invece stati compromessi quei locali dove è stato costruito l’immobile adibito a museo.
Nel seicento e nel settecento all’interno del forte furono costruite abitazioni con ulteriori alloggi oltre a quelli già presenti sin nel cinquecento, alloggi da destinarsi sia alla guarnigione che agli ufficiali del presidio carcerario.
In questi secoli era il forte stato adattato a struttura carceraria per confinati, relegati.
Ma, sin dai tempi di Cosimo, fu usato anche per questo scòpo: come luogo di pena e di detenzione.
Ai tempi di Cosimo la pena e il castigo per un reato commesso potevano essere la condanna alla catena sulla galera ovvero l’esilio al confino.
A Portoferraio i forzati vivevano legati al remo della galera e, a terra, documenti di archivio documentano la loro presenza in locali della biscotteria adibiti a bagno dei forzati.
Invece, per i soggetti inviati al confino, Cosimo riserbava alcuni locali dentro forte Falcone.
Indicazioni più precise sulla ubicazione nella quale i forzati erano alloggiati vengono fornite da Sebastiano Lambardi il quale scrive che nel 1729 fu fatto un grande stanzone che serve da bagno dei forzati vicino alla chiesa delle Anime del Purgatorio sulla spianata del Ponticello “…nel 1729 fu fatta la piccola cisterna nel sottoscala di fianco dietro l’antica chiesa delle Anime del Purgatorio e lungo tutta l’estensione di detta chiesa fu fatto un grande stanzone quadrilungo quale è servito per bagno de’ forzati e ora è convertito in Casalone per ricovero de’ pescatori forestieri nel 1791 …”
(Cfr. pg 193 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba”. Sebastiano Lambardi 1791. Ristampa fotomeccanica. Forni editore, Bologna. 1966)
Il grande stanzone quadrilungo dietro l’antica chiesa delle Anime del Purgatorio è quello che il Lambardi chiama “bagno vecchio dei forzati” trasferito poi alla Linguella. Di questo bagno nuovo della Linguella il Lambardi fa una lunga e dettagliata descrizione.
(Cfr, pg 234e 235 “Bagno dei forzati alla Linguella” Idem come sopra)
Che dentro la struttura di forte Falcone fossero stati edificati immobili a scòpo detentivo lo dimostrano alcuni dipinti. Un particolare del dipinto “Veduta di Portoferraio”, dei primi anni del settecento, rende conto dello sviluppo edilizio avvenuto dentro il forte.
Dimostrano la presenza di immobili dentro forte Falcone pure alcune mappe dell’ottocento.
Nel 1808, quando l’Elba era diventata territorio metropolitano della Francia, il genio militare francese ha eseguito rilievi di forte Falcone facendo rilievi con mappe planimetriche ad altimetriche conservate all’Istituto storico e di cultura dell’arma del genio di Roma.
In uno di tali rilievi in sezione longitudinale sono visibili, in altimetria, i locali sotterranei di origine cinquecentesca nel loro complessivo sviluppo.
In altre mappe, con rilievo planimetrico, il genio militare francese rende conto della struttura e anche della funzione dei vani grazie alla lettura della legenda di cui sono dotate.
Eseguite con disegno a china acquerellato mostrano con dovizia di particolari che forte Falcone era stato concepito su due piani uno sotto terra e l’altro sopra terra.
Quest’ultimo si sviluppa con due piattaforme: una inferiore e una superiore.
Nel piano sotto terra tra i locali sotterranei vengono indicate “stanze che servono da prigione, a magazzini del genio, al piccolo forno“.
Nel piano sopra terra, nella piattaforma inferiore, vengono indicate la casa del carceriere e ancora stanze che servono da prigione e magazzino del genio, una grande cisterna; nella piattaforma superiore, vengono indicate prese d’aria, griglia per conduzione acqua nella cisterna, lavatoio, latrine, cammino del corpo di guardia, ponte levatoio.
Marcello Camici
Foto di copertina - Portoferraio. Forte Falcone. Veduta verso il canale di Corsica a ponente.
Foto 2 - Portoferraio. Forte Falcone, Veduta verso il canale di Piombino a levante.
Foto 3 - Portoferraio. Forte Falcone. Sotterranei
Foto 4 - Portoferraio. Forte Falcone. Immobile costruito all’interno adibito a museo. Stato attuale.
Foto 5 - Anonimo. Dipinto olio su tela. “Veduta di Portoferraio” 1705. PARTICOLARE relativo allo sviluppo edilizio avvenuto dentro forte Falcone.
Foto 6 - Portoferraio. Forte Falcone. Rilievo della pianta del forte in sezione longitudinale. Matita nera penna e inchiostro acquerello policromo. Istituto storico e di cultura dell’arma del genio di Roma.
Foto 7 - Portoferraio. Forte Falcone. Rilievo planimetrico del piano sotterraneo. 1808. Matita nera penna e inchiostro acquerello policromo. Istituto storico e di cultura dell’arma del genio di Roma.
Foto 8 - Portoferraio. Forte Falcone. Rilievo planimetrico del piano sopra terra piattaforma inferiore. 1808. Matita nera penna e inchiostro acquerello policromo. Istituto storico e di cultura dell’arma del genio di Roma.
Foto 9 - Portoferraio. Forte Falcone. Rilievo planimetrico del piano sopra terra piattaforma superiore. 1808. Matita nera penna e inchiostro acquerello policromo. Istituto storico e di cultura dell’arma del genio di Roma.