Il 17 luglio 1799 viene firmato nell’oratorio suburbano di San Rocco un trattato con il quale la città di Portoferraio occupata dalle truppe francesi viene abbandonata da queste truppe e restituita al granducato di Toscana. Le truppe francesi fanno parte dell’armata d’Italia comandata da Napoleone Bonaparte con la quale la repubblica francese, neonata dalla rivoluzione, ha invaso l’Italia.
Il trattato è sottoscritto tra De Gregori governatore della fortezza di Longone per Sua Maestà Imperiale il re delle due Sicilie, De Ferra capitano per Sua Altezza Reale il granduca di Toscana, agenti l’uno e l’altro per Sua Altezza Reale Ferdinando III da un lato e, dall’altro lato, Ferrent capo del battaglione francese occupante Portoferraio.
Il Trattato che si dipana in 15 articoli riporta Portoferraio sotto il dominio granducale. Il trattato di San Rocco è una vicenda importante nella storia della città di Portoferraio ed integralmente trascritto articolo per articolo da Giuseppe Ninci.
(Cfr pg 230-232 di “Storia dell’isola dell’Elba” Libro settimo. Arnaldo Forni editore. 1979)
La chiesetta sede dello storico trattato è ancora oggi esistente. (Foto di copertina)
L’occupazione della Toscana da parte dei francesi aveva visto da un lato nascere la formazione di municipalità giacobine con impianti di alberi della libertà simpatizzanti delle idee rivoluzionarie portate in Italia dalla neo repubblica francese e dall’altro la nascita di aggregazioni antirivoluzionarie antifrancesi realiste come quella del “Viva Maria”.
Nel granducato toscano il granduca Ferdinando III è fuggito nel marzo del 1799 rifugiandosi presso il fratello a Vienna.
A Portoferraio, in seguito al trattato di San Rocco del luglio 1799 di cui ho parlato, sono usciti i francesi e sono rientrati i realisti granducali ma i cittadini si dividono fra sentimenti pro e contro i francesi, pro e contro i granducali.
Per questi sentimenti sorgono episodi di anarchia tra la popolazione di Portoferraio: ”..la dolce amicizia fu bandita ed i legami di sangue anche i più stretti vennero rotti ed infranti…”
(Giuseppe Ninci cfr. pg 234 Idem come sopra)
Ben presto è stabilito un certo ordine.
Nel frattempo è stata fatta una tregua tra repubblica francese e Austria che lascia però ai francesi la possibilità poter occupare i porti toscani così da impedire agli inglesi il commercio.
Portoferraio, escluso con il suo porto dalla occupazione francese, diventa territorio dove si rifugiano molte famiglie livornesi per evitare l’occupazione francese del porto di Livorno. Il duca di Aosta che si trova a Livorno si rifugia a Portoferraio. Scrive il Ninci “…il duca d’Aosta, ora Vittorio Emanuele re di Sardegna, che là si trovava, s’imbarcò per Portoferraio, ove giunse la sera del 18 ottobre, complimentato al suo arrivo dal colonnello governatore, dalla ufficialità e dai primari cittadini ed in particolare dal console sardo, la di cui casa scelse per sua abitazione e dove si trasportò fra gli evviva della popolazione“
(Giuseppe Ninci, cfr. pg 239 idem come sopra)
Anche il vescovo della diocesi di Massa e Populonia si rifugia a Portoferraio “…In quel frattempo giunse ancora a questa città il vescovo di Massa e Populonia ritiratosi all’Elba, porzione della sua diocesi, a motivo delle turbolenze e fazioni cittadinesche, che tenevano inquieta la sua cattedrale e che vanamente si era sforzato di quietare. Egli visitò le chiese elbane in qualità di pastore; dopo di che si ritirò nuovamente in Portoferraio, deciso di rimanere nell’isola fino ad una pace generale che si sperava vicina”
(Giuseppe Ninci cfr pg 241 idem come sopra)
Nel marzo del 1799, fuggito il granduca a Vienna, lo stato granducale è amministrato dal senato fiorentino, che viene però ben presto sostituito da un governo di reggenza il 19 giugno 1800. A Portoferraio arriva in stampa il motuproprio col quale si instaura il nuovo governo toscano di reggenza.
Arriva in stampa da Firenze, Cambiagi stampatore, ma è emanato a Vienna da Ferdinando III. Il Motuproprio col quale è istituito un governo di reggenza sospende tutti i componenti del senato fiorentino dalle loro funzioni ad eccezione di Leonardo Frullani che da senatore passa alla carica di membro del governo di reggenza con funzione di direzione delle reali segreterie di Stato Finanze Guerra.
Tra i membri di questo nuovo governo di reggenza spicca il nome del generale Annibale Sommariva, militare molto legato alla corona imperiale austriaca.
Nell’archivio comunale di Portoferraio è conservato il Motuproprio in stampa di istituzione del governo di reggenza ed è qui integralmente trascritto:
“MOTUPROPRIO
SUA ALTEZZAREALE Il Serenissimo Arci-Duca Gran Duca nell’atto che si compiace di dichiarare che il sommo zelo l’intelligenza e l’assiduità con cui l’intero corpo del Senato ha finora sostenuto il grave incarico di governo ha incontrato la piena soddisfazione della R.A.S. considerando inoltre quanto importi per il bene della Toscana nelle presenti circostanze che i provvedimenti governativi dei quali le attuali vicende suscitano frequentemente il bisogno sieno al possibile solleciti e vengano decretati con autorità più concentrata e con la norma del complesso delle circostanze dello stato, è venuta nella Determinazione, di pieno concerto con S. M. l’Imperatore e Re Suo Augusto Fratello di stabilire nella capitale una reggenza composta dal Marchese Annibale Sommariva generale comandante delle truppe di Toscana, del senatore Balì consigliere di stato e di finanze Luigi Bartolini Baldelli, del senatore cavaliere Marco Covoni e del senatore Amerigo Antinori. Ferma stante la direzione delle Reali Segreterie di Stato Finanze Guerra nel direttore interino Leonardo Frullani con intervento nella Reggenza a seconda della Istruzioni emanate contemporaneamente dalla R.A.S. per norma delle Reggenza medesima.
Dovranno per conseguenza tutte le facoltà ed ispezioni governative attribuite dagli ordini veglianti al Senato di Firenze cessare in esso ed intendersi ed aversi per trasferire nella nuova reggenza la quale assumerà l’esercizio delle Funzioni alla medesima commesse dal giorno della pubblicazione del presente Motuprprio.
Affida inoltre la R.A.S. la direzione degli affari esteri al prefato senatore Bali Consigliere di stato e di finanze Luigi Bartolini Baldelli.
Dato in Vienna li diciannove Giiugno Mille Ottocento
FERDINANDO
V. in Firenze d’Ordine di S.A. R.
LEONARDO FRULLANI”
(FILZA” Circolari e ordini del Sig Soprassindaco dal 1797 a tutto il 1801” C31. Carta senza numero di pagina. Ordini e bandi Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800. Archivio storico comune di Portoferraio)
E’ la seconda volta nella sua storia che il granducato di Toscana viene amministrato da un governo di reggenza perché la prima volta era accaduta quando Francesco Stefano di Lorena diventato con diploma imperiale del 24 gennaio 1737 primo granduca della dinastia lorenese, affida il governo della Toscana ad una reggenza presieduta da Marc de Beauvau, principe di Craon.
Marcello Camici
Foto di copertina - Portoferraio. Via San Rocco. Ingresso e facciata dell’oratorio di San Rocco. La sua fondazione risale al 1584 quando la “morte nera” (peste) imperversava ma, miracolosamente, Portoferraio fu risparmiata dalla epidemia e per ingraziare fu innalzata una cappella in onore di San Rocco (“Tu eris in peste patronus”) con il contributo dei cittadini poi ampliata e portata a termine in oratorio nel 1592 tramite intervento di Ferdinando I de’ Medici: in quegli stessi anni venne fondata la Compagnia di San Rocco.
Foto 2 - MOTUPROPRIO IN STAMPA. FILZA ”Circolari e ordini del Sig Soprassindaco dal 1797 a tutto il 1801” C31. Carta senza numero di pagina. Ordini e bandi Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800. Archivio storico comune di Portoferraio.