Nel settecento, il soldato della guarnigione granducale della piazzaforte di Portoferraio per contrarre matrimonio deve avere il consenso (“debita permissione”) del serenissimo padrone e signore. Il consenso lo ottiene con la grazia che il granduca concede in seguito a supplica del richiedente.
Carte di archivio ritrovate documentano tutto questo.
La loro lettura è interessante perché apre una finestra sulla conoscenza della vita quotidiana nella Portoferraio settecentesca dove i militari sono molti e convivono con la popolazione civile.
“Sua Altezza Reale, Principe e Padrone Serenissimo” entra pesantemente nella vita coniugale dei suoi soldati decidendo che la moglie possa o no andare a vivere col marito soldato delle sue truppe, decidendo che il militare che medita di prendere moglie debba essere rinchiuso nella fortezza del Falcone per impedirglielo o che invece possa accasarsi o ancora decidendo di obbligare il marito, soldato, a mantenere la moglie con i figli ovvero lo licenzi dalle sue truppe per essersi sposato senza “debita permissione”, oppure vuole sapere se la futura sposa è di buoni costumi e quale lavora fa.
“Con animo di accasarsi” torna nella piazzaforte di Portoferraio l’alfiere Vialalmassi e il Serenissimo Padrone, tramite Pier Antonio Gerini dalla segreteria di guerra in Firenze, comanda al governatore Alessandro del Nero:
“Sig Barone Alessandro del Nero.P/ferraio
Ill.mo Sig.Mio Pron.Col.mo
Se ne torna costà il sig Alfiere Gio Vialalmassi con animo di acccasarsi con la consaputa fanciulla et il Padrone Seren.mo accordandogliene la permissione mi comanda di scrivere a VS Ill.ma che avanti che egli venga alla conclusione di detto accasamento VS Ill.ma veda di bene assicurarsi che i genitori della fanciulla non si repugnino; trovando che vi concorrino di buona voglia lasci ella che si effettui tale accasamento..
Di VS Ill.ma
DI Firenze 6 Agosto 1709
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Pier Antonio Gerini“
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig Barone Alessandro Del Nero “.C9.Carta n 273. Archivio storico comune di Portoferraio)
Francesca moglie del soldato Caramelli si lamenta che il marito non dà soldi per i figli e il serenissimo principe padrone, tramite Carlo Rinuccini, fa sapere al governatore di Portoferraio, Carlo Vieri, che deve obbligare il Caramelli di assistere la sua famiglia
“Sig Gov. Vieri Portoferraio
Ill.mo Sig Mio Pron. Colmo
Francesca moglie di codesto Caramelli soldato di codesta guarnigione come VS Ill.ma vedrà dall’annesso foglio si lamenta del detto suo marito perché dal medesimo non le venga somministrata parte alcuna della sua provvigione per alimentare i loro figlioli e perché pare che detta donna abbia ben ragione di dolersi resti ella servita di avere a se il suddetto soldato Caramelli con insinuargli l’obbligo che gli corre di assistere la sua famiglia con dirgli che non lasci di farlo prontamente quando VS ill.ma riconosca che veramente possa farlo
Di Vs Ill.ma
Firenze 13 agosto 1722
Um.mo Obb.mo Serv.re
Carlo Rinuccini”
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 fino al 29 novembre 1723”.C11. Senza numero di carta. Archivio storico comune Portoferraio)
Sua Altezza Reale dispensa ogni anno una dote alle fanciulle povere di Portoferraio, dote che deve essere usata al solo scòpo di maritarsi ma, quella consegnata alla fanciulla Capocchini, può anche servire per farsi monaca
“Al Sig Gov Vieri Portoferraio
Ill.mo Sig Mio Pron Col.mo
Avendo l’onore di render conto al Ser.mo Granduca Nostro Signore di quanto VS ill.ma colla favorita sua lettera del 28 del corrente mese toccante alle doti che S.A.R. dispensa ogni anno alle povere fanciulle di codesta città dicendole in risposta che la R.A.S. si è benignamente degnata accordare che quella stata conseguita dalla fanciulla Capocchini serva alla medesima anche per farsi Monaca come meglio VS Ill.ma riconoscerà dall’acclusa lettera
Firenze 9 febbraio 1723
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Carlo Rinuccini”
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Carteggio del governatore. Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 fino al 29 novembre 1724”.C11. Senza numero di carta. Archivio storico comune Portoferraio)
“Un certo uomo di Croazia” della compagnia dei granatieri è stato licenziato dal servizio per essersi sposato senza la “debita permissione” e, per il reato commesso, ha supplicato grazia alla Reale Altezza Sua. La grazia viene concessa ma se si presenta in breve tempo.
“Sig Governatore Vieri,Portoferraio
Ill.mo Sig Mio Pron. Col.mo
Colla lettera di VS Ill.ma de 17 stante che riguarda i comandamenti di S.A.R. che mentre un certo uomo di Croazia che ha servito nella compagnia di granatieri di questo Presidio quale fu cassato circa un anno fa per aver preso moglie senza la debita permissione avendo ora supplicato la R.A.S. gl’ha concesso la grazia se in breve tempo si presenta le sia concessa il che sarà puntualmente eseguito
Di VS Ill.ma
Di Firenze 22 febbraio 1723
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Carlo Rinuccini“
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 fino al 29 novembre 1723”.C11. Senza numero di carta. Archivio storico comune Portoferraio)
Il governatore di Portoferraio Carlo Vieri scrive al marchese Rinuccini della segreteria di stato di Firenze per informarlo sulla vicenda di due soldati del presidio. Il primo, tenente Cipolla, deve sposarsi ma un’altra fanciulla vuole impedire il matrimonio perché dice di essere di lui gravida; il secondo, Besi di Pieve S. Stefano, che è relegato nella fortezza del Falcone, vuole maritarsi ma il serenissimo padrone ha ordinato di non permettergli di farlo
“Sig Marchese Rinuccini
Ill.mo Sig MioPron.Col.mo
Ho presentito oggi da questo Sig Pievano Alieti e da alcuni uffiziali di questo presidio che questo Sig Tenente Cipolla abbia contratta scritta di matrimonio per sposare una fanciulla di questa città che il di lei padre agiva nella carica di Fattore del fu () Paolo Vantini, già provveditore di questa Biscotteria e questa con circa scudi 1200 di dote, compresivi tutti i corredi; se ciò sia mi suppongo ne abbia partecipato a VS Ill.ma . Per me quest’è quanto io ne so, anzi il sig. Pievano mi ha detto nell’istesso tempo all’orecchio che un’altra fanciulla avendo inteso questo, sia ricorsa al medesimo Pievano per impedirgli tal matrimonio ,le ha esposto di essere gravida di lui di due mesi E giacchè io scrivo a VS Ill.ma di questi affari ella si sovverrà che io mi diedi l’onore di renderla intesa che quel Besi della Pieve a S. Stefano che sta relegato nella fortezza Falcone si voleva anch’esso maritare e che VS ill.ma mi ordinò che io non gliene permettessi ma non per questo egli ha mai desistito di cercare tutte le strade per poter arrivare ai di lui intenti e questi giorni passati aveva progettato di far sposare credo io coll’assenso di Mons Vescovo,essendone stata fatta anco una pubblicazione .Onde avendo io sentito questo ho ordinato che sia maggiormente ristretto e che non lo lascino camminare con altra persona che da quello che è il comandante di detto Falcone si possa fidare che non seguino supercherie se per altro la procura non fosse seguita, questa fosse presentata che non voglio credere ,in questo caso io non saprei che farvi di più.
Intanto VS Ill.ma veda se ha da comandarmi qualcosa di più sopra tal particolare
Di VS Ill.ma
Di Portoferraio 18 maggio 1723
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Carlo Vieri”
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 fino al 29 novembre 1723”.C11. Carta senza numero. Archivio storico comune Portoferraio)
Un alfiere della guarnigione di Portoferraio supplica Sua Altezza Reale gli venga permesso “potersi maritare“ e il granduca ha chiesto informazioni sulla sposa. Risponde alla richiesta il governatore di Portoferraio Carlo Vieri. Lo fa scrivendo a Carlo Rinuccini e dice di aver chiesto informazioni al Pievano sulla famiglia della sposa: la fanciulla con la madre esercita il mestiere di vendita del vino e sono di “buonissimi costumi”.
“Sig Marchese Rinuccini il di 24 luglio 1723
Ill.mo Sig Mio Pron.Col.mo
Colla lettre di VS ill.ma ritorno quella et il memoriale dell’alfiere di giorno che prega VS Ill,ma e supplica SAR acciò li venga permesso di potersi maritare in questa città con una onesta fanciulla onde in esecuzione dei suoi comandamenti in primo luogo devo dirle che questa fanciulla colla di lei madre esercitano il mestiere di vendere il vino cioè fanno la Bettolante per altro siano di buonissimi costumi per quanto ho inteso da questo sig Pievano cui ho ricercato espressamente .Del resto VS Ill.ma resti informata che qui non è da farsi gran distinzioni fra gli uni e gli altri a riserva di qualcheduno che volerli mettere in nota ritroverei in tutti qualche difficoltà nel cominciamento
Di VS. Ill.ma
Di Portoferraio 24 luglio 1723
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Carlo Vieri“
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 fino al 29 novembre 1723”.C11.Carta n 477. Archivio storico comune Portoferraio)
Il governatore Vieri scrive a Carlo Rinuccini che la fanciulla Domenica Antonia è stata una di quelle sei fanciulle che ogni anno ha ricevuto dote (trenta ducati) tramite estrazione per maritarsi. La consegna della dote avviene a condizione che la fanciulla entro quattro debba maritarsi .Domenica Antonia di Gio Francesco Palma è stata estratta nel 1721 ha ricevuto la dote e dopo quattro anni non si è maritata. Il governatore chiede come deve comportarsi
“Al Sig marchese Rinuccini il 6 aprile 1725
A VS Ill.ma è ben noto come sin dal tempo del Ser.mo Granduca Cosimo Terzo a gloriosa memoria si estraevano ogni anno sei fanciulle di questa il dì 10 di agosto per dover consegnare a ciascuna di esse ducati trenta a titolo di dote e per munificenza della prefata R.A.S. e con condizione perché queste dovessero dentro quattro anni dal giorno dell’estrazione maritarsi altrimenti queste restino recedute e per appunto si è dato questo caso nella fanciulla Domenica Antonia di Gio Francesco Palma che restò estratta il giorno di agosto 1721 e non si è altrimenti maritata perciò supplico VS Ill.ma ordinarne il contegno e tanto più sono stati già rimessi i denari per pagar tutte quelle doti che erano già estratte al tempo come sopra detto del Serenissimo Gran Duca Cosimo con ordine espresso di S.A.R. oggi regnante che non si dovessero in avvenire fare tali estrazioni con tal congiuntura.Mi do l’onore di rinnovare a VS Ill.ma i miei rispettosissimi ossequi facendole dev.ma reverenza
Gov.re Gen.le Vieri
Portoferraio”
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore- Filza “lettera della corrispondenza del governatore Vieri 1721-1726”. C11 .Carta 576.Archivio storico comune Portoferraio)
Gaetano Antinori scrive al governatore Coresi del Bruno che Il tenente Achille Alieti deve sposarsi per coprire quello scandalo e e con il matimonio così soddisfare all’all’obbligo che corre come conseguenza dello scandalo
“Al Maestro di Campo Coresi del Bruno
Gov.re di Portoferraio
Ill.mo Sig.re mio Pron. Colend.mo
Il Consiglio di reggenza di concerto e saputo di quello di guerra mi ha incaricato di significare a VS Ill.ma che si sconsenti di dare ordine prontamente al Sig Tenente Achille Alieti di sposare senza altre repliche la giovine Angiola di Salvatore Mataloni della Torre del Greco abitante in codesta Piazza per coprire quello scandalo che può aver cagionato finora e per sodisfare all’obbligo che gli corre in coscienza ed onore con lo sposarsi
Di VS Ill.ma
DI Firenze 16 febbraio 1739
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Gaetano Antinori “
Dopo due mesi si viene a sapere che lo scandalo era stato accomodato con denaro sborsato dal tenente Alieti e non par giusto obbligarlo ad ascoltare le pretenzioni della giovane Angiola i Salvatore Mataloni avendo essa accettato la rinunzia al matrimonio
“Al Maestro di Campo Coresi del Bruno
Gov.re Portoferraio
Ill.mo Sig mio Pron. Col.mo
Fu scritto a VS Ill.ma di dovere ordinare al Sig Tenente Achille Alieti di sposare la nota Giovanna Angiola di Salvatore Mataloni,perché il medesimo uffiziale aveva mostrato di ciò desiderio per una sua domestica giustificazione.Ora però sentendosi che l’affare era stato accomodato col denaro sborsato dal suddetto sig Tenente non par giusto obbligarlo a far di vantaggio ne l’ascoltare le pretenzioni della giovine che conviene si adatti a quanto aveva accettato a principio mediante la renunzia di cui VS Ill.ma ha mandata la copia
Di Vs Ill.ma
Di Firenze 12 marzo 1739
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Gaetano Antinori“
Marcello Camici
Nella foto: 6 Agosto 1709. Lettera di Pier Antonio Gerini al governatore di Portoferraio. Per l’alfiere Vilalmassi prima che gli sia permesso di accasarsi è necessario conoscere se le famiglie da cui provengono gli sposi non si “repugnano”.
Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Carteggio del governatore. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig Barone Alessandro Del Nero“. C9.Carta n 273. Archivio storico comune di Portoferraio.