Il Comune di Portoferraio comunica che il giorno 25 maggio 2012 alle ore 21.30 presso l’auditorium del Centro Culturale De Laugier avverrà la proiezione con ingresso gratuito del film documentario, “IL VOLTO DELLA MEDUSA” di Donata Gallo girato all’interno dell’Istituto penitenziario di Porto Azzurro.
Alla realizzazione dell’evento ha collaborato l’Associazione Culturale Elbareport dell'Isola d’Elba e l'Istituto Penitenziario di Porto Azzurro.
Raccontare una giornata tipo nel penitenziario, visto però attraverso lo sguardo di chi ci lavora, è il tema del film-documentario «Il volto della Medusa», di Donata Gallo.
E’ il racconto di una giornata tipo, dall’alba al tramonto, fino a quando le celle si chiudono. Per la prima volta, attraverso lo sguardo dei dipendenti del carcere si accede alla vita quotidiana di chi nel penitenziario ci vive lavorando.
E' stato quel contrasto tra il fuori – un luogo a picco sul mare, una splendida fortezza spagnola – e il dentro, che ha colpito Donata Gallo fino a farla decidere di affrontare delle riprese non facili.
Dalle riunioni degli operatori sui detenuti, alla vita personale di ciascuno di loro sull’isola: «Entrare nella vita quotidiana di queste persone non è stato affatto facile – spiega la Gallo- si tratta di gente abituata al silenzio e alla discrezione, restii alla macchina da presa, e il mio obiettivo non era tanto quello di procedere con interviste quanto, piuttosto, quello di “spiare”, guardare, ascoltare le loro conversazioni. Il mio impatto con la reclusione, realtà che non conoscevo, è stato uno choc. E il titolo del film lo richiama, come il volto della Gorgone Medusa, appunto, che se lo guardi ti tramuta in pietra».
La telecamera diventa testimone: quando controllano, osservano, chiudono in cella, discutono tra loro, soccorrono… e qualche volta hanno paura.
“Entrare in un carcere non è mai indolore -dice la regista- anche se il penitenziario di Porto Azzurro a picco sul mare non è certo dei peggiori, anzi.
E’ quello che ti lascia dentro quando credi di aver superato la prova dell’impatto con la reclusione, che ti fa capire che la punizione più dolorosa da sopportare è proprio la privazione della libertà in una condizione coatta.
Osservando tutti quelli che nel carcere ci lavorano, mi domandavo come riuscissero ad aggiustarsi dentro la contraddizione di quel luogo, come potevano conciliare e convivere con il rumore dei chiavistelli e lo splendore del mare di Porto Azzurro.
Per la società sono lavoratori invisibili, nessuno sa veramente in cosa consista il loro lavoro e quali siano le loro responsabilità.
La scelta del titolo è presa in prestito da alcune frasi, inserite nel film, tratte dal libro “il ritorno del principe” di Roberto Scarpinato.
Le sue parole (riferite all’esperienza di magistrato antimafia) si adattano perfettamente a tutti quelli che hanno scelto di lavorare in carcere:”…in un luogo che non ammette illusioni, nel bene o nel male qui la vita è nuda e si rivela per quella che è, è come guardare il volto della Medusa, sei fortunato se il cuore non ti si impietrisce per sempre. Questo è un luogo che ti fa serio.”
Non è stato necessario fare domande esplicite, è bastato osservarli ed ascoltarli, quello che si portano dentro, li fa diversi”.
Dunque la cinepresa di Donata Gallo racconta la vita del carcere senza filtri, senza finzioni, riprende quello che succede realmente, non ci sono attori, solo detenuti e agenti educatori, funzionari che vivono e soffrono una realtà difficile non solo per chi sta dietro le sbarre ma anche per chi le deve tenere chiuse.
Il Film è stato presentato a novembre scorso in anteprima nazionale al Festival Internazionale del Cinema di Roma nella sezione Off-Doc documentari indipendenti e di ricerca. Donata Gallo, regista vicentina, da tempo trasferitasi a Roma, frequenta l'Isola d'Elba da diversi anni.