Orbene, che a Capoliveri fossero fenomenali per sanare gli abusi è cosa narrata dalle cronache, anche giudiziarie, tra realtà e leggenda si racconta: di un autobus a due piani sanato come villetta, di tettoie abusivamente realizzate perfino dalle suore, di ruderi "d'epoca" montati nottetempo, fotografati, certificati, smontati e rimontati altrove, di case costruite dentro i baracconi di lamiera che poi, puff! per incantamento venivano al sole, di "garage" al secondo piano con porte di 90 cm. ed altro di mirabolante ancora
Ovvio che, con il crescere della coscienza ambientale, questi fenomeni sono andati via via rarefacendosi e non accade più (meglio: quasi più) che i solerti controllori del territorio non si accorgano ad esempio del sorgere di "ruderi" posticci, e men che mai che ne certifichino l'autenticità autorizzandone la trasformazione, neppure accade che, sbadatamente, non si accorgano della realizzazione di una strada abusiva che conduce ad un fabbricato anche esso abusivo, no la musica è ora cambiata, ben altri sono i problemi che i reggitori dei destini capoliveresi debbono affrontare.
Ordunque, con un provvedimento annunciato oggi, il Comune Capoliverese ha sancito che la spiaggia degli Acquarilli sarà riservata agli amanti del turismo naturista e corredata di opportuna segnaletica.
Bene, niente da obiettare, anzi ci pare giusto, però però...
Però non si può fare a meno di notare che, come si ammette nello stesso provvedimento, da tempo quasi immemore quel litorale è frequentato da bagnanti usi ad esporsi ai raggi del sole come mamma li ha fatti, e questo è testimoniato, non solo dalla foto qui a lato, che non a caso è tratta dal sito nudisti.it, che dedica agli Acquarilli un lungo reportage, ma pure (soprattutto in passato quando di immagini di pudenda maschili e femminili non era inflazionato il web) dalla frequentazione del capo che sovrasta la spiaggia, da parte di "penne bianche" (traducasi con voyeurs o guardoni) che muniti di binocoli andavano ad acquattarsi tra i cespugli di spigo e cisto (de gustibus...)
Quindi non è azzardato affermare che, anche questo ultimo atto, debba considerarsi una sorta di sanatoria poiché si approda sul "de iure" prendendo atto della generale calata di mutande compiuta.
Decisamente meglio, comunque, questa "sanatoria del pipo all'aria", che quelle relative alle deiezioni cementizio/bituminose, con le quali in molti hanno impestato (e qualcuno continua ad impestare) la nostra isola.