Sono un penta...nonno: ho 5 splendidi (a ogni rospo gli par bello il su' rospino) nipoti sgranati tra i 17 ed i 2 anni d'età. Quando li guardo impegnati a salire i diversi gradini della scala che conduce ad essere donne e uomini, mi sento ricco, sono felice ed orgoglioso di aver contribuito con un po' di cromosomi, di ninne-nanne, di cure, di pappe, di parole, di buoni e cattivi esempi, di "educazione" a mettere insieme questa variopinta banda (dal moro al biondo cenere) i cui elementi sono tra di loro curiosamente, assolutamente, diversi sotto il profilo non solo fisico ma anche caratteriale.
Vi chiederete perché me ne esca con una nota così strettamente familiare ed autobiografica.
Il fatto è che mi è capitato di leggere e di rimanere colpito una cosa scritta da ragazza a sua madre, e da questa resa pubblica su facebook (che spesso è un ricettacolo di umane schifezze e fesserie, ma dove ogni tanto di può pescare qualche perla)...
Ordunque, scrive Beatrice:
A dirlo a te... tanto non ci legge nessuno... non mi preoccupo dei “danni del mare”, la natura non è domabile, mi preoccupo dell’innalzamento del livello del mare, delle conseguenze e di cosa non facciamo per evitarlo. Spesso mi sono sentita dire “sono anni che il mare arriva alla banchina di Porta a Mare" ma non era così. Io mi ricordo le scalette, mi ricordo che noi bambini degli anni ‘80 cacciavamo i granchietti sulle scalette... ricordo la spiaggetta davanti al Residence... quando, e se, avrò il doppio dei miei anni cosa succederà? E me lo domando ora che il ponte di Vigneria, complice anche l’incuria, è crollato sotto le onde dello scirocco. Me lo domando ora che il porto di Rio Marina è ferito, quello di Porto Azzurro è crollato, quello di Portoferraio allagato e Campo... Marina di Campo è in serio pericolo. Non diciamoci bugie. Non esistono preghiere o miracoli, esiste un impegno di tutti nel fare del nostro meglio per limitare i danni.
Cara Bea
Non credo che i cambiamenti climatici ed i loro perversi effetti, pur precipitando, riusciranno a provocarmi molto fastidio, visto che molto presto - in tempi geologici - mollerò la compagnia, ma, leggere quello che scrivevi, mi ha fatto pensare al fatto che potenzialmente tutti i miei nipoti potrebbero, con un po' di fortuna, vedere il secolo 22°, e mi sono domandato (scusa il francesismo) in che cazzo di mondo si ritroveranno a vivere.
Hai fatto centro Bea, nel senso che hai individuato "il padre di tutti i problemi": salvare un granchietto, il molo che lo ospita, la città e su su fino a salvare il pianeta, un obbiettivo che dovrebbe stare al N. 1 dell'agenda dei potenti e degli umili. Non c'è niente di più socialmente, più umanamente, più culturalmnte e più politicamente importante.
Di questo, di come contrastare il folle degrado nel quale l'Homo sapiens ha spinto l'astronave lanciata in orbita intorno al sole, dovrebbero occuparsi i maggiorenti ed i governanti, ma soprattutto i comuni cittadini, gli ultimi, perché non siano solo i primi nel Regno dei Cieli.
Io spero che ci riuscirete a cambiare le sorti del mondo, magari dopo una nuova rivoluzione politico-culturale che metta fuori gioco gli ominicchi (e donnicchie) che da troppi anni chiamano "far politica" i loro walzerini nella sala del Titanic. Quelli che di fronte ai sempre più ricorrenti disastri "naturali", sono pronti a piangere, imprecare e a commemorare, per poi tornare in grande o in piccolo ad usarle violenza e devastarla, la natura, con grandi e piccoli atti.
Dice Lao Tzu: "Invece che maledire il buio è meglio accendere una candela".
Accendetela voi quella candela, Bea, accendete tante candele della scienza e della ragione, e salvate l'astronave dalla catastrofe, per voi stessi e per i vostri figli, per i miei nipoti e per i discendenti di tutti.