Qualche giorno fa vincendo la pigrizia, soprattutto spinto dagli insistiti miagolii di Zippamilla che potevano essere tradotti dal gattesco nel nostro idioma con l’allocuzione: “Stronzo, ho fame … non lo vedi che c’è il frigorifero voto?”, mi sono determinato a lasciare le (relative) frescure di Val di Denari per andare a fare l’ormai irrimandabile spesa al supermercato.
Ed è caricando i sacchetti di cibarie e bevarie in macchina che ho potuto afferrare con la coda dell’orecchio un frammento di dialogo tra due mature ferajesi anche loro reduci dalla deposizione del carrello.
“Si .. poverini – affermava la prima - a me mi fanno anche pena eh, io so’ cristiana, ma se se ne stavano a le su’ case non affogavano di sicuro!”
L’interlocutrice annuiva e chiosava: “Diciamocelo … è stato un po’ esagerato”.
Era evidente che la critica delle due comari era rivolta nientemeno che ad un mite signore a cui spetterebbe il titolo di Sua Santità, e che invece si è fa chiamare Francesco, come il “Giullare di Dio”, e che come Francesco ha iniziato a mettere in circuito idee “originali”, tipo le affermazioni sulla necessità di povertà della Chiesa. Un Papa che comincia piacevolmente a ricordarci il Prete Liprando raccontato da Fo e Jannacci … “Un giorno Liprando, prete benvisto dai poveri cristi/ andò dall’Arcivescovo Crisolero in Sant’Ambrogio/ sei ladro e simoniaco – gli disse/ venduto all’imperatore – quel porco …”
In effetti, ci è venuto da pensare, Francesco è stato esageratamente umano, lanciando quei fiori in mare a Lampedusa, e raccogliendosi in preghiera per i migranti che non ce l’hanno fatta a migrare, ricordando le centinaia forse migliaia di vite cancellate atrocemente dal Mediterraneo nell’indifferenza del resto del mondo.
Così esagerato Francesco da essere criticato per “eccesso di fratellanza” dalle due "cristiane" ferajesi, ma anche dagli Arcivescovi Cicchitto e Giovanardi (l’ultracattolicone) che quanto a leccante obbedienza all’imperatore (quello che a Lampedusa ci sbarcò due anni fa per prendere per il culo gli isolani con un’altra paccata delle sue balle) non sono da meno di Crisolero, così smodato, Francesco, dall’aver provocato la dichiarazione di un cialtrone legaiolo che ha detto che quando affonda un barcone (leggi: crepano atrocemente innocenti, bambini in fuga, senza casa in cui restarsene, inclusi) lui ci gode, senza che nessuno, almeno così ci risulta, l’abbia preso a sputi.
A me laico, agnostico e quindi senza Dio, invece, Francesco è riuscito a toccarmi in profondo, tanto da farmi applicare il “perdona loro perché non sanno quello che fanno” (o, nel caso, quello che dicono) ed evitare di dire alle due pie di andarselo a pijare, come mi veniva su dallo stomaco.
Però m’è venuto da pensare che una bella crociera educativa sulla rotta Tunisi-Lampedusa, a bordo di un fatiscente, puzzolente barcone, magari in compagnia di Cicchitto, Giovanardi, del loro principale e tegami vari di contorno, e dell’orrendo legaiolo, a patire caldo sete e fame, a pisciarsi addosso dalla paura, se la sarebbero meritata.