Per metà inquietante per la tempistica ben scandita e per metà ridicola per la miseria del risultato è continuata fino a oggi la sfilata delle associazioni imprenditoriali e professionali e di politici di ogni provenienza a sostegno dell’allungamento della pista dell’aeroporto della Pila.
Esauriti, perché inconsistenti o smontati dal lavoro di “verifica dei fatti” effettuato dai contrari all’allungamento tutti gli argomenti, a favore dell’operazione è rimasta soltanto la retorica in naftalina dello sviluppo imprescindibile e del danno irreversibile equiparabile all’irricevibile ricatto – o si allunga o si chiude – fatto ai Campesi. Qualche anima candida o forse soltanto priva delle nozioni di geografia necessarie si è esibita in rovinosi paragoni quali quelli fatti con isole raggiungibili dal porto più vicino in 8/10 ore di navigazione quali Lampedusa, le Baleari, Santorini e altre.
Ricordo a lorsignori che Portoferraio è raggiungibile in un’ora di navigazione, anzi, negli ultimi anni 1 ora e 15 (ma non perché sia aumentata la distanza) e, con 25 minuti di volo a bordo di aerei in grado di decollare dall’aeroporto attuale della Pila si arriva a quello di Pisa, con una manciata di minuti in più a Firenze.
Se la verbosità profusa in quest’ultimo mese sull’inesistente assoluta necessità di prolungamento della pista fosse stata dedicata, anche in piccola parte, anche a partire dallo scorso anno, con più tempo dunque per riflettere cum grano salis sul futuro dell’isola, al trasporto marittimo, vero sistema arterioso del turismo, forse non ci aspetterebbe almeno un altro anno (in proroga) di navi scassate e spesso ferme, più lente di 12 anni fa e inquinanti peggio delle locomotive a carbone del primo dopoguerra. Ahivoi, care Associazioni, Confederazioni, Confraternite o come diavolo vi definite, avete perso un’occasione per rimanere credibili. Chissà se ne avrete un’altra.
briganteemezzo