Scusa Marcello se non ti avevo più chiamato e se non sono mai riuscito a passare da te come più volte ti avevo promesso! Oltre che scusarmi e salutarti in ritardo, vorrei rendere meglio e più forte il tuo ricordo, soprattutto nei giovani, che per tutta una serie di circostanze, qualcuna pure fisiologica e naturale, non possono sapere, se non per sentito dire o in una forma nozionistica, che già sarebbe tanto, se non altro per darci l'illusione che non tutto è andato perduto del nostro passato e della la nostra identità.
Una parola questa, che mette paura soltanto a scrivere, perché oggi siamo circondati dal vuoto dell'anima e dall'ignoranza dell'estrema preparazione tecnica o, come va di moda dire ora, dalle specifiche competenze.
Ma io e te e spero qualcun altro che sa o che intuisce a che cosa mi riferisco, siamo consapevoli che quel concetto non è per forza di cose l'anticamera di nazionalismi, di fascismi o di dittature varie, ma più semplicemente , come nel nostro caso, il nucleo di quella "portoferaiesità" perduta dei semplici, della quale te sei stato un cantore unico, in un dosaggio perfetto tra il giornalista e l'artista.
Con la tua scrittura e con la tua pittura, hai reso bene la poesia che emanava dai quei nostri "vecchi topinai" e dalle tragedie che questi avevano vissuto durante la II guerra mondiale e negli anni ad essa immediatamente successivi. Qualcosa di quel tuo forziere che spero ora non vada perduto, ho avuto la fortuna di vedere e di leggere.
Mi auguro che in futuro valga ancora la pena di andare a scuriosare lì dentro dato che una parte notevole del suo contenuto è libera e facilmente consultabile nel nostro scrigno rappresentato dallo "Scoglio", sul quale avevi scritto più di quaranta articoli che ancora continuano a raccontarci di Cesare lo Strina, di Nanni l'orologiaio, di "Merosse", della II guerra con le sue 52 incursioni aeree sulla nostra città, di Elbano il Benassi, del "Bulliri", del mi babbo, delle nostre bettole, dei nostri pittori e di tanti tanti altri personaggi , aneddoti e fatti.
Che botta che m'hai dato caro Marcello!
Abbraccio forte forte Paola, Valentina, Francesco e gli altri tuoi cari! Inoltre auguro a te e a tutti noi che il mio intuito non m'inganni e che non tutto sia finito qui!
Michele Donati