Per qualche decina d'anni (prima di ritirarmi a vita pubblicistica privata) in occasione delle campagne elettorali, tre erano i principali compiti che dovevo assolvere:
a) stendere materialmente - nel caso di "comunali" - il testo del programma amministrativo da distribuire;
b) raccogliere i dati che ci arrivavano dai seggi, mediante telefono o per iscritto dalle "staffette", e inserirli, conteggiandoli, in un grande cartellone appeso alla parete della sezione, che ora si chiama graziosamente "circolo", sotto il quale venivano a scuriosare, a decine, vocianti interessati;
c) spazzare - di solito all'alba - la Sezione, raccogliendo carte, lattine, bottiglie, cicche accumulatesi nella notte degli scrutini.
Un pomeriggio, mentre già lo stanzone era pieno di gente e cominciavano ad affluire i dati, mi arrivò una concitata chiamata telefonica:
"... allora, dal seggio n° 6: hanno votato il 78% degli uomini e l'82% delle donne, TOTALE HA VOTATO IL 160% !"
"Miracolo!" commentai, riattaccando, in attesa di una segnalazione più affidabile.
L'episodio mi è tornato in mente osservando i risultati provvisori del "sondaggio", che abbiamo fatto bene a definire "informale", notando che gli auspici (non si può definirli "voti") espressi - al momento - superano le 17.000 unità in una città che secondo il censimento 2017 conta 12.000 abitanti.
I "dati" quindi van presi per quello che sono: da una parte una dimostrazione di organizzato "attivismo" (secondo le ultime notizie anche non proprio lecito) intorno ad alcuni dei candidati, dall'altra manifestazioni di simpatia (più o meno organizzata) verso persone che non sono e non saranno in corsa per la "prima poltrona", ma che puntano a una personale affermazione, o ancora (in misura minore) pure espressioni di vicinanza/affetto verso cittadini, che neanche si sognano di scendere in lizza.
Orbene, ciò premesso, visto che giustamente un pugno di partecipanti ha aggiunto pure il mio nome alla lista, mi corre l'obbligo di specificare:
1) Nessuna lista mi ha mai contattato, né ho alcuna intenzione di cercare contatti "inseritivi";
2) Sono sempre più convinto che fare due parti in commedia - come il giornalista e l'amministratore - sia meglio evitarlo, se si crede (indipendentemente da come la si pensi)che il ruolo dell'informazione sia soprattutto quello del cane da guardia dei cittadini, chiunque governi;
3) La voglia che ho di tornare tra i banchi del Consiglio, dopo 40 anni, è la stessa che ho di andare in Antartide in mutande e canottiera a fare un reportage sulle abitudini riproduttive del Pinguino Imperatore.
Ho 76 anni, con l'animo in pace per quello che fin qui ho combinato nella vita e sono nonno di cinque splendidi nipoti, che intendo godermi per il tempo che mi resta, scribacchiando quotidianamente, finché ci riuscirò, le mie pinzillacchere.
Sono disponibile, anzi mi candido, solo per la presidenza dell'A.R.E. (Associazione Rincoglioniti Elbanesi) che potrei rifondare, certo che di sodali da cooptare ne troverei "un branco".
sergio rossi
(a corredo caricatura dell'autore di Isabella Zaccagnini)