Ancora una volta c’è chi avanza la proposta di riaprire le strutture carcerarie di Pianosa, e stavolta “l’idea” si profila come una vera e propria minaccia, sia per il contenuto: (altro che “carcere morbido per detenuti a bassa pericolosità”, ora si ragiona di riportarci in massa i mafiosi del 41 bis!) , sia per lo spessore ed il prestigio di chi formula la proposta: il Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri.
A darne notizia è il Sindacato degli agenti di Polizia Penitenziaria SAPPE di Porto Azzurro che inviano una nota nella quale tra l’altro si legge:
«Credo sia necessario porsi il problema di razionalizzare il sistema penitenziario, riaprendo Pianosa e l’Asinara e ridistribuendo i detenuti al 41 bis, che sono attualmente 751 suddivisi in 15 carceri». Lo ha detto il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso del convegno “Il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione tra presente e futuro”.
Un altro segnale molto preoccupante che dovrebbe indurre il Comune di Campo in primis, ma anche la Regione Toscana, ed i parlamentari che al nostro ambito territoriale fanno riferimento, a chiedere al Capo del Governo ed a quanti si occupano decisionalmente della vicende giudiziarie e carcerarie del nostro paese, un netto ed inequivocabile pronunciamento sui destini di un patrimonio culturale e naturalistico come quello pianosino, solo da pochi anni tornato nella disponibilità della cittadinanza.
Tra l’altro il Magistrato, nel suo intervento, inquadra la proposta in un quadro di razionalizzazione della spesa, che colliderebbe con l’enorme spreco di ricchezza determinato sia dal pesantissimo gravame derivante dall’esecuzione delle opere necessarie al riattamento delle vecchie strutture carcerarie e dal loro mantenimento in operatività, sia dai mancati introiti del turismo compatibile con lo “status” di area protetta dell’isola che si è andato sviluppando.