PORTOFERRAIO. Riunione alla prefettura sul tema mondo degli immigrati, oltre 3000 all'isola che vedono scemare i servizi sociali a loro dedicati. Una coperta troppo corta. Mancano fondi, una situazione complessa fatta di burocrazie asfissianti, scarso collegamento tra uffici ai vari livelli; un mondo ancora da conoscere e capire. E il pianeta integrazione sull'isola, che come nel resto d'Italia, è ben lontano da una più potente capacità di accoglienza, una condivisione tra italiani e stranieri, il tutto condito dalla crisi economica che va a colpire i servizi sociali e quindi anche quelli destinati agli stranieri residenti, che ne hanno diritto. E' il quadro emerso dal meeting col viceprefetto Giovanni Daveti, l'Asl e la cooperativa Arca, che gestisce il Centro per l'immigrazione, un incontro davanti ai rappresentanti dei Comuni, presenti 4 su 8, mentre assenti erano Porto Azzurro, Capoliveri, Marciana e Marciana Marina. E intanto cresce la povertà a 360 gradi, il bisogno di assistenza ai disabili, per la disoccupazione e la diminuzione del lavoro stagionale. “Famiglie di immigrati possono essere costrette ad affollare appartamenti- ha evidenziato Daveti- i funzionari dei Comuni verifichino tali situazioni, poi ci sono concentrazioni, tutte da capire, in certi paesi dell'isola o in certe tipologie di impiego. E' il caso di Porto Azzurro settecento residenti non italiani, in prevalenza albanesi, e anche Rio nell'Elba 300 persone straniere residenti, il 20% degli italiani. Poi una moltitudine di stranieri in certi settori di lavoro, nel campo dell'edilizia sull'isola 1500 non italiani sul totale dei 2200 di loro che lavorano e ci sono 270 studenti non italiani ”. Un quadro preoccupante, complesso, che fa capire limiti esistenziali potenziali e suggerisce di trovare presto soluzioni, organizzazioni, un progetto Elba per l'integrazione, un dialogo con la Consulta degli immigrati e il miglior coordinamento tra gli Enti, per ulteriori servizi e intese. Ma soprattutto urgono risorse economiche nuove visto che Comuni e Regione hanno raschiato il fondo del barile, per i noti tagli governativi. “Che i Comuni attingano, uniti, a bandi per l'accesso a fondi europei” ha suggerito Marta Volta dell'Arca.“Va scongiurato- ha concluso i viceprefetto- un possibile disagio sociale che nessuno vuole, gli stranieri al momento non presentano fenomeni particolarmente negativi e sono ben disponibili alla vita sull'isola”. L'Asl propone una rimodulazione dell'orario del Centro servizi per gli stranieri per riattivare il venerdì tagliato e chiederà altri fondi ai Comuni. “Noi tagliamo servizi per gli italiani, ai disabili- hanno commentato Segnini (Campo) e Pellegrini (Portoferraio)- quindi anche quelli rivolti agli immigrati residenti”. Intanto gli immigrati stanno raccogliendo firme per protestare contro tale situazione e chiedono maggiori servizi. “Lo chiedono anche gli italiani- ha detto Rosella Barbetti dell'Arca- la situazione è critica per noi figuriamoci per gli immigrati, che si muovono in mezzo a mille impedimenti dati dalla legge, difficoltà di lingua, di usanze e costumi diversi. E' facile, per le complicanze burocratiche, per diversi di loro diventare clandestini”.