L'isola d'Elba ha da anni un triste primato, quello della più alta percentuale di abbandono scolastico della Provincia di Livorno. Da quest'anno è la stessa "istituzione scuola" ad indurre, anzi, ad obbligare i ragazzi ad abbandonare gli studi impedendo loro, di fatto, il proseguimento della carriera scolastica.
E' il caso della prima classe dell'Isis Foresi a indirizzo professionale, vale a dire l'Istituto Brignetti di Concia di Terra che accoglie l'indirizzo di Enogastronomia e il Mat (l'acronimo di Manutenzione e Assistenza Tecnica ex IPSIA).
Nel febbraio scorso si verificò un cedimento di una parte del tetto dell'edificio che ospita l'istituto, che ha avuto per immediata conseguenza l'inagibilità di tutto il primo piano delloo stabile. Il problema che si pone è quindi legato agli spazi fisici: mancano le aule.
Ma per il MAT sussiste un problema ulteriore, il rischio d'estinzione a causa del sempre più esiguo numero di iscitti, solo 7 nella prima classe di quest'anno. Per riuscire a mantenere l'indirizzo al quale non sarebbe stata attribuita una classe per soli 7 studenti, la dirigenza ha quindi pensato di ricorrere ad un escamotage e richiedere una classe "articolata", una classe cioè in cui i nuovi iscritti alla Prima MAT, si uniscono ai 18 nuovi iscritti dell'Indirizzo Alberghiero per seguire insieme le materie comuni e separarsi al momento delle materie di indirizzo.
18 + 7 si arriva ad avere una classe di 25 ragazzi. L'unica aula a disposizione può contenere al massimo questo numero di alunni ma, tra i ripetenti, ci sono altri 7 ragazzi. Con loro la classe raggiungerebbe il numero di 32. Troppi per l'aula che la scuola ha a disposizione, troppo pochi per ottenere una seconda sezione. Tutti e 7 hanno compiuto il sedicesimo anno d'età ed hanno per questo assolto l'obbligo scolastico.
Ed ecco che così, per loro, si è deciso che possono e devono restare fuori. Nessuna possibilità di frequentare la scuola che avevano scelto. Non c'è posto. Tutto questo viene comunicato alle famiglie appena tre giorni prima della prima campanella.
"E' una negazione del costituzionale diritto allo studio per dei minori - dichiara una madre evidentemente sconvolta dalla notizia - come è possibile che si impedisca ai nostri figli il diritto di formarsi? Non possono costringerli a cambiare i lori obiettivi in un età così importante per le loro scelte". C'è tanta incredulità, rabbia e senso d'impotenza.
"Che cosa facciamo fare a questi ragazzi? Dove li mandiamo a due giorni dall'inizio della scuola?" La dirigente dell'Isituto , la Professoressa Raimo propone ad una madre una possibile "soluzione": "C'è il Drop Out". Il Drop Out consiste in una serie di corsi biennali "professionalizzanti" indirizzati agli studenti che abbandonano la scuola (oggi anche a quelli costretti ad abbandonarla!), e vengono organizzati dal Cescot, un'agenzia di formazione privata....
Soluzione letteralmente significa anche dissolvimento, in questo caso va in dissolvimento un'opportunità educativa che sarebbe (ci pare) dovuta ai i nostri più giovani concittadini, specie a quelli che hanno incontrato difficoltà nel loro percorso scolastico.
E' la sciagurata "Riforma Gelmini", della quale ogni anno si scoprono nuovi inquietanti risvolti, e propone (nel caso all'Elba) un altro dei suoi "frutti avvelenati" .