Aveva già frequentato quel night club di Porto Azzurro, diverse volte, anche la sera precedente ed evidentemente aveva studiato con attenzione la disposizione dei locali e gli oggetti in essi custoditi. Così, la notte scorsa (martedì 7), poco dopo mezzanotte, ha deciso di introdurvisi, da una finestra laterale, per portare via una dozzina di bottiglie di super alcolici, un computer portatile, due faretti stroboscopici ed un quadro che evidentemente aveva suscitato il suo interesse. Ma V.C., 54enne, torinese, assiduo frequentatore dell’Elba dal 1990, non aveva fatto i conti con i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Portoferraio, giunti sul posto dopo essere stati allertati dalla donna addetta alle pulizie del locale, che transitando lungo la strada provinciale aveva notato una vettura nel parcheggio del night chiuso.
I militari, arrivati in pochi minuti, hanno sorpreso l’uomo all’interno del locale, nascosto, in modo goffo, dietro una colonna e solo quando ha capito che non poteva più fare nulla V.C. è uscito allo scoperto, tentando una giustificazione un po’ inverosimile sulla sua presenza, ovvero che tornato al night per recuperare un oggetto dimenticato lì la sera prima e trovata una finestra aperta, ne aveva approfittato per entrare e recuperare ciò che gli apparteneva. E la refurtiva? Agli occhi dei militari, gli oggetti sopra elencati si presentavano accatastati in un angolo, non lontani dall’uscita di sicurezza, opportunamente aperta dall’interno tramite il maniglione antipanico e già pronti per essere caricati sull’autovettura con la quale l’uomo aveva raggiunto il locale. Giustificazione forse vera fino a un punto, allora e occasione che mai come in questo caso ha fatto l’uomo ladro, o quasi.
Gli oggetti, di valore complessivo di circa 1000 Euro, sono stati immediatamente restituiti al proprietario del locale e l’autore del tentato furto, dopo le formalità di rito, è stato accompagnato presso il Tribunale di Livorno. Nel primo pomeriggio di ieri, svolta l’udienza di convalida, V.C. è stato sottoposto a giudizio direttissimo, conclusosi con la sua condanna a due mesi di reclusione e 160 Euro di multa, subordinata al risarcimento del danno.