Oggi sulla spiaggia del Bagno, davanti alla ex tonnara, frequentata dagli abitanti di Marciana Marina e dove tirano in secco le barche gli abitanti della piccola frazione, è apparsa una recinzione di paletti di legno e cordame guarnita con due cartelli con scritto “proprietà privata”.
La recinzione sembra estendersi sulla spiaggia verso la battigia anche oltre il limite previsto per consentire la balneazione e non sono visibili cartelli autorizzativi né da parte del Comune che della Capitaneria di Porto.
L’occupazione di una grossa porzione della piccola spiaggia del Bagno sembra essere opera della proprietaria dell’ex tonnara, nota per organizzare manifestazioni estive insieme all’Amministrazione Comunale, che vorrebbe così allontanare così i fastidiosi bagnanti marinesi ed ancora di più i vocianti e troppo vivaci bimbi che frequentano la spiaggia.
Si paventa anche la chiusura del sentiero di accesso alla spiaggia che ci sembra sia stato realizzato così come è oggi negli anni ’80 dalle amministrazioni democristiane.
Legambiente chiede al sindaco di Marciana Marina ed alla Capitaneria di porto di Portoferraio se quanto fatto ha ricevuto tutti i necessari permessi ed è conforme con gli strumenti urbanistici e chiede all’amministrazione comunale cosa intenda fare per garantire l’utilizzo di un bene pubblico da parte dei suoi cittadini e dei turisti, anche utilizzando un esproprio per pubblica utilità della spiaggia privatizzata.
Inoltre chiediamo che le istituzioni si adoperino immediatamente per evitare ogni possibile chiusura del sentiero e per garantire i diritti dei bagnanti previsti dalla legge.
«Si tratta dell’ennesimo episodio di privatizzazione della costa di Marciana Marina – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – Poco lontano dal Bagno, l’’altro sentiero di accesso alla spiaggia dello Schioppo è guarnito da un cartello proprietà privata che allontana i turisti e il sentiero che correva sul Demanio Marittimo è crollato e quindi l’intera costa di Remontò/Cote Tonda è praticamente privatizzata. L’Amministrazione Comunale marinese, nonostante la scarsità di spiagge del Comune, invece di valorizzare e pubblicizzare questi gioielli lungo la costa sembra più attenta ai desideri di chi vuole costruire piscine ad un passo dal mare e privatizzare spiagge e sentieri. Il Bagno e lo Schioppo sono dei marinesi, degli elbani e di tutti i turisti che frequentano l’Elba, sono beni comuni da tutelare dalle privatizzazioni e dalle prepotenze di chi crede con io soldi di comprare anche il nostro ambiente e le nostre spiagge».
Legambiente